CARE - Catalogo di Azioni ben descritte Rivolte all'Equità
Il catalogo identifica, dissemina e facilita la trasferibilità di esperienze di promozione e prevenzione della salute caratterizzate da un'esplicita attenzione al contrasto delle disuguaglianze.
Le esperienze sono descritte in schede sintetiche che è possibile selezionare a partire dalla tabella sottostante o dalla casella di ricerca guidata.
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Il programma Microaree è un programma innovativo rispetto al tradizionale modo di funzionare dei servizi sanitari e sociali, per cambiare la relazione tra i servizi e chi ne è destinatario, in particolare chi è più esposto a rischi per condizioni di precarietà socio-economica. Microaree combina il mandato istituzionale dei servizi sanitari, sociali e domiciliari assegnando alle persone un nuovo ruolo chiave, attivo rispetto alla gestione della propria salute e capace di generare nuove risorse (capitale sociale). Microaree rafforza e migliora la comunità generando un nuovo potenziale di salute: le relazioni che si creano incidono sui comportamenti individuali e sociali (welfare generativo). La peculiarità del modello nel panorama internazionale dei servizi sanitari e sociali consiste nella sua capacità di superare le tradizionali barriere strutturali e burocratiche dei servizi sanitari e di prevenzione (anche quelli con elevato contenuto tecnologico), orientate a costruire con le persone rapporti di potere professionale (applicazione di programmi e percorsi con approccio top-down) e che perciò ostacolano l'empowerment individuale e di comunità (Laverack 2016). Il lavoro di microarea deve rafforzare e valorizzare la comunità generando nuove potenzialità di salute anche riducendo l’impegno istituzionale di risorse economiche (welfare generativo).
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La pratica rappresenta la realizzazione della strategia regionale denominata "strategia per l'assistenza sanitaria a distanza". In precedenza, era compito del personale sanitario recarsi a casa dei pazienti o muoversi dagli ospedali ai centri sanitari per le visite di routine, altrimenti il paziente doveva viaggiare per una diagnostica e una semplice valutazione. Tutti gli appuntamenti di assistenza specialistica dovevano essere presi tramite l'ospedale. Per questo motivo, il programma di assistenza sanitaria a distanza prevede nuove procedure per le visite. In questo modo i pazienti non devono percorrere lunghe distanze in caso di visite programmate e un medico di guardia può essere facilmente raggiungibile per gli accertamenti più urgenti. L'ausilio di supporti tecnologici permette a medici e pazienti lo svolgimento di consultazioni via video (con l'ausilio del personale infermieristico), consentendo valutazioni più accurate.
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Nell’ambito del programma “Future Alby”, è stato ridisegnato e riqualificato un parco pubblico cittadino molto frequentato per favorire la coesione sociale ed incentivare la pratica dell’attività fisica anche tra le ragazze.
L'intervento si è sviluppato in una zona deprivata nella regione di Stoccolma ed ha previsto la riqualificazione di un parco cittadino, diventato un Parco di Salute. Sono stati organizzati 3 incontri per l'analisi dei bisogni con 2 gruppi di ragazze (13-18 anni). Sulla base dei risultati, il parco è stato progettato per contenere:
• un caffè,
• coltivazione con pallet, compreso l'orto a cui hanno partecipato gli anziani del vicinato, i bambini e il personale della scuola materna,
• campo da basket con tribune e pavimento colorato secondo le indicazioni delle ragazze partecipanti,
• sport - tek, gestito da un'associazione senza scopo di lucro che presta attrezzature sportive a persone gratuitamente,
• spazi per la danza,
• una cabina di cemento, che resiste alle intemperie, è stata costruita accanto alla palestra all'aperto con attrezzature DJ complete, con vari punti di diffusione della musica all’interno del parco,
• pista di pattinaggio portatile che può essere sistemata sul prato artificiale,
• area barbecue con posti a sedere,
• graffiti
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Il progetto “L’equità nel diritto alla salute: il contrasto alle disuguaglianze nella città di Bologna” ha adottato un approccio di ricerca-azione a carattere interdisciplinare e multi metodologico e si è articolato in tre fasi, temporalmente sovrapposte e tra loro interdipendenti, dandosi 4 obiettivi:
1. Descrivere le differenze negli esiti di salute (mortalità, morbosità) e nell’accesso ai servizi sociali e sanitari nelle diverse aree del Comune di Bologna, mettendole in relazione con gli indici territoriali di svantaggio demografico, sociale ed economico.
2. Realizzare, nelle aree a maggiore svantaggio e peggiori condizioni di salute, un approfondimento mediante un’analisi quali-quantitativa volta a identificare gli specifici determinanti che agiscono a livello territoriale nello sviluppo delle disuguaglianze di salute.
3. Individuare, di concerto con chi ha ruoli decisionali e la popolazione, proposte di politiche e interventi di contrasto alle disuguaglianze e di promozione dell’equità.
4. Verificare la fattibilità, in termini di analisi costi-benefici, della raccolta e valutazione sistematica dei dati nell’ipotesi di attivare un monitoraggio nel tempo delle disuguaglianze a livello cittadino sia per valutare l’eventuale impatto delle politiche nazionali e locali sull’equità nella salute che per valutare gli esiti di specifici interventi, in particolari aree e gruppi di popolazione.
Le fasi del progetto sono le seguenti:
Fase 1: Le mappe La prima fase, rispondente agli obiettivi n. 1 e 4, è consistita in uno studio osservazionale sulla distribuzione di indicatori di esiti in salute (mortalità, presenza di diabete, malattie cardiovascolari, tumori, ecc.) e di accesso ai servizi (ricoveri, utilizzo del Pronto Soccorso, prescrizione di farmaci e di visite specialistiche, ecc.) nelle diverse aree statistiche della città di Bologna, messi in correlazione con indicatori demografici, sociali ed economici prodotti dal Comune di Bologna.
I risultati, riportati su mappe della città, hanno mostrato come anche nel contesto bolognese, caratterizzato da una capillare presenza di servizi e da un quadro di solidità istituzionale, il tema delle disuguaglianze in salute emerga come rilevante e prioritario da affrontare in un’ottica di equità.
In particolare, le mappe mettono in evidenza che:
1. esistono differenze significative nei principali indicatori di salute e di accesso ai servizi fra le aree a Nord (e alle periferie Est e Ovest) e le aree al Centro e a Sud della città;
2. esistono correlazioni significative tra indicatori socio-economici e indicatori di salute e di accesso ai servizi;
3. le aree più svantaggiate coincidono con quelle in cui insistono comparti di edilizia residenziale pubblica;
4. le aree che presentano gli indicatori peggiori sono anche quelle in cui il ricorso ai servizi sanitari risulta maggiore ma spesso inefficace.
Fase 2: La ricerca di campo Per meglio comprendere le specifiche dinamiche che, a livello territoriale, contribuiscono a minare la capacità di raggiungere una piena equità in salute, è stata avviata una seconda fase di stampo qualitativo, volta a indagare le modalità attraverso cui le disuguaglianze si riproducono localmente (obiettivo n. 2 di progetto).
In particolare, le principali domande che hanno guidato la ricerca nei territori sono le seguenti:
◦ Quali determinanti sociali intervengono a livello locale sulla salute e in che modo?
◦ Come si configura il lavoro dei servizi e di altre realtà locali sul territorio?
◦ Sono presenti dispositivi di partecipazione e coinvolgimento degli/lle abitanti? Quali e come funzionano?
◦ Come è intervenuta la pandemia di Covid-19 nei territori e che impatto ha avuto sui bisogni delle persone e sul lavoro dei servizi?
La ricerca qualitativa ha portato a identificare, analizzare e descrivere i determinanti sociali coinvolti a livello territoriale nella genesi delle disuguaglianze in salute nelle aree della città che presentano maggiore svantaggio e/o peggiori esiti di salute e indicatori di accesso ai servizi, lavorando in sei aree cittadine identificate di concerto con i sei Quartieri (un’area per Quartiere) a stretto contatto con operatori e operatrici dei servizi e realtà del territorio.
Tra i determinanti identificati trasversalmente alle aree, molti hanno a che fare con il contesto abitativo (segregazione, precarietà abitativa, mancanza di spazi aggregativi a libero accesso, incuria e senso di insicurezza, relativa carenza di trasporto pubblico, stigmatizzazione) e sociale (isolamento e solitudine, conflittualità, razzismo), con la condizione economica e lavorativa (povertà, disoccupazione, precarietà lavorativa), con aspetti legati agli ambiti dell’istruzione (povertà educativa) e dell’alimentazione (trasformazione dei contesti e delle abitudini alimentari).
I determinanti presi in considerazione hanno riguardato anche alcune parti del sistema dei servizi sanitari e sociali, con particolare attenzione agli assi della prossimità, dell’integrazione e della partecipazione (elementi chiave dell’approccio di promozione della salute).
Sono emersi elementi di criticità relativi alla distanza (fisica e relazionale) dei servizi sociali e sanitari, a una frammentazione inter e intra servizio, a un approccio di attesa anziché proattivo, all’instaurarsi di meccanismi di dipendenza dai servizi (welfare trap), a una diffusa burocratizzazione che ostacola l’accesso e percorsi efficaci di presa in carico.
Grazie all’approccio di ricerca-azione, nelle aree coinvolte l’analisi è stata costantemente condivisa con i principali attori dei servizi e si sono avviate dinamiche virtuose nelle direzioni, soprattutto, di una maggiore integrazione tra servizi e una più articolata conoscenza dei territori.
Fase 3: Sperimentazioni
La terza fase progettuale (obiettivo n. 3) ha visto la sperimentazione di azioni di promozione dell’equità in salute radicate nei risultati dello studio e coprogettate con i servizi territoriali e con chi ha ruoli decisionali a livello di politiche.
Nel corso del 2022, tali azioni si sono svolte in tre delle sei aree coinvolte nella seconda fase progettuale:
• A Borgo Panigale, nella zona di Villaggio della Barca, si è dato supporto a un tavolo intersettoriale nato per accogliere il progetto e che è diventato parte strutturale della locale articolazione dei servizi territoriali.
• A San Donato – San Vitale, nella zona di Via Mondo e Via del Lavoro, si è dato supporto all’Ufficio Reti nella declinazione di un progetto sull’alimentazione sana in un ottica di promozione della salute attraverso figure di mediazione sociale e contribuendo a un ripensamento delle consunte modalità di intendere la partecipazione della società civile.
• Al Navile, nella zone di Pescarola, si è dato supporto alla istituzione del progetto Salute di Prossimità Microarea Pescarola.
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Il progetto vuole contrastare il disagio sociale ed economico dei lavoratori o ex lavoratori (e familiari) e ridurre il rischio povertà attraverso una serie di azioni che prevedono: aumento competenze inerenti la comunicazione/relazione con figli preadolescenti e adolescenti; educazione finanziaria; gestione dello stress attraverso tecniche corporee; promozione attività fisica attraverso la creazione di gruppi di cammino; promozione alimentazione "sana"; orientamento verso servizi per l'infanzia per neo mamme. Inoltre, vuole sviluppare nuove modalità di lavoro tra pubblico sociale/sanitario e privato sociale/puro, attraverso strumenti quali ad esempio "i buoni servizio" di sostegno al reddito, lo sportello itinerante di orientamento Welfare Point, la figura dell'amministratore di sostegno per i caregiver.
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Il Place Standard tool rappresenta un adattamento al contesto olandese dell'originario Place Standard tool ideato in Scozia. Questo strumento consente alle comunità, agli enti pubblici, ai gruppi di volontariato e ad altri di individuare quegli aspetti di un luogo su cui è necessario puntare l'attenzione per migliorare la salute, il benessere e la qualità della vita delle persone. Il Place Standard tool si configura come un framework per strutturare interviste su luogo e comunità. Il formato del questionario consente di valutare:
• lo spazio fisico - edifici, strade, spazi pubblici e spazi naturali che compongono un luogo
• lo spazio sociale - le relazioni, i contatti sociali e le reti di supporto che formano una comunità
Le risposte possono essere visualizzate in forma di diagramma che permette di individuare a colpo d'occhio gli aspetti su cui intervenire.
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Mihsalud è un programma di promozione della salute destinato alle popolazioni a rischio che vivono in contesti urbani. Ha l'obiettivo di riallineare i servizi sanitari e aumentare le potenzialità delle persone attraverso figure di spicco della comunità formate come agenti sanitari nell'ambito delle attività di educazione tra pari.
Gli interventi di promozione della salute sono portati avanti nella comunità con un focus interculturale e di genere, considerandola uno spazio di convivenza dove le persone si riuniscono.
Il programma ha previsto la formazione di agenti della salute provenienti dalla comunità (Community Based Health Agents) allo scopo di
- Rivitalizzare i quartieri coinvolti,
- Migliorare l’accesso ai servizi sociali e sanitari,
- Favorire la realizzazione di una mappa delle risorse,
- Aprire punti di informazione sanitaria,
-Organizzare spazi di discussione seminariali.
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"Cities Changing Diabetes” è un progetto internazionale che affronta la sfida dell'aumento della prevalenza del diabete nei contesti urbani, grazie all'impegno di numerosi partner internazionali, attraverso la ricerca e l'azione politica. Roma è entrata a far parte del progetto nel 2017. Health City Institute è alla guida del comitato direttivo. Da un punto di vista metodologico, il progetto realizza tre fasi fondamentali:
• la mappatura, al fine di analizzare la situazione epidemiologica e le condizioni delle persone diabetiche nelle città che partecipano al progetto;
• la condivisione, con vari attori istituzionali e non istituzionali, dei risultati ottenuti nelle città coinvolte, per promuovere il cambiamento nei contesti urbani intervenendo su fattori di rischio e determinanti della patologia;
• l'azione, ovvero l'implementazione di strategie condivise tra i partner, per identificare, promuovere e implementare soluzioni per affrontare il diabete nelle città.
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La prevenzione dell'obesità nei bambini richiede interventi complessi che riguardano fattori individuali e ambientali. Seguire un approccio partecipativo basato sulla comunità crea condizioni di promozione della salute per prevenire l'obesità infantile in un quartiere deprivato. Seguendo modelli logici (PRECEDE-PROCEED e l'Intervention Mapping Protocol) sono stati sistematicamente sviluppati interventi sulla dieta, l'attività fisica e lo sviluppo delle capacità. Tenendo conto delle condizioni locali, gli interventi agiscono a vari livelli (bambino, famiglia, organizzazione, comunità). Si rivolgono a personale educativo di asili e scuole, bambini e genitori e coinvolgono diversi attori (comuni, associazioni, assicurazioni sanitarie, commercianti).
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Le attività sono strutturate in cinque fasi. Per ogni fase, sono stati descritti obiettivi, attività e una breve valutazione.
- Prima fase: il comune si unisce al programma per attuare azioni comunitarie per la salute.
- Seconda fase: nomina del rappresentante municipale e costituzione di un gruppo di lavoro (spazio di partecipazione).
- Terza fase: analisi della situazione sanitaria e mappa delle risorse sanitarie comunitarie - azioni prioritarie di promozione della salute.
- Quarta fase: progettazione e attuazione delle azioni.
- Quinta fase: valutazione, torna alla terza fase.
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attività e risorse per lo sviluppo delle capacità della comunità per tutti i quartieri;
azioni su specifiche esigenze e problematiche locali attraverso un portafoglio di attività e progetti a tema determinato dai bisogni e dai problemi identificati da ciascuna comunità.
Pertanto, alcune attività del programma e progetti affrontano outcome specifici di salute attraverso attività tradizionali di cambiamento del comportamento (ad es. esercizio fisico e lezioni di cucina e alimentazione), mentre altri incoraggiano la partecipazione, il volontariato, lo sviluppo di capacità, le reti comunitarie e la coesione della comunità. Sono anche messi in pratica processi che stimolano il costante coinvolgimento della comunità e permettono di incrementare e rimodulare i servizi per renderli più reattivi ed efficaci.
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In Danimarca, il Ministero della Salute stima che il fumo causi un quarto di tutti i decessi annuali e costi al sistema sanitario danese 450 milioni di euro all'anno. Il Ministero della Salute danese ha definito un obiettivo nazionale per la lotta al tabagismo che prevede che nel 2030 nessun bambino e adolescente fumi e che la percentuale di popolazione adulta che fuma sia solo del 5%. Il Distretto dello Jutland occidentale (CWJ) ha creato il progetto EPIC, un'azione di assistenza personalizzata e integrata che dal 2019 viene utilizzata per raggiungere l'obiettivo nazionale del 2030 nella regione della Danimarca centrale (CDR). EPIC è una pratica basata sull'evidenza e una delle due azioni previste dalla Strategia per l'eliminazione del tabagismo 2030 del CDR e dei suoi19 Comuni. La pratica si basa su quattro elementi fondamentali:
1) impegno sistematico degli ospedali per indirizzare i pazienti (ambulatoriali e ricoverati) e i familiari con consumo di tabacco ai corsi comunali di disassuefazione dal fumo, con l'utilizzo del metodo Very Brief Advice (VBA).
2) I comuni contattano il cittadino entro una settimana dall'invio della richiesta di assistenza dall' ospedale per concordare una data per un colloquio informativo non vincolante.
3) Dopo il colloquio, il paziente o il parente ha accesso a un programma di disassuefazione dal fumo personalizzato e gratuito.
4)In caso di necessità, i comuni offrono gratuitamente un farmaco sostitutivo (per la disassuefazione dal fumo)
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L’intervento, implementato in collaborazione con l’area metropolitana di Lisbona tra il 2008 e il 2014, è stato sviluppato per aiutare la popolazione residente nei centri urbani vulnerabile che ha difficoltà ad accedere a servizi sanitari rispetto alla prevenzione del diabete e allo screening/diagnosi. Le azioni intraprese comprendevano:
- sessioni di training per la prevenzione e gestione del diabete per i professionisti della sanità e del sociale,
- promozione della salute per la popolazione adulta,
- sessioni di screening per la popolazione generale.
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In dettaglio, il progetto includeva una descrizione cartografica dell'età della popolazione del distretto e delle infrastrutture, un'intensa attività di rete in loco, camminate nel distretto e interviste qualitative con persone anziane che vivono isolate.
L'approccio scelto è stato di successo: l'amministrazione del comune di Weinheim è stata in grado di trarre beneficio dalla discussione con i cittadini in qualità di "esperti in loco", e nello stesso distretto sono sorte nuove dinamiche per un impegno volontario, per esempio donazione di panche, addestramento dei pedoni ad usare il bus, dance caffè. Alla base dell'analisi del distretto Weinheim-West ci sono una serie di progetti / modelli scientificamente solidi, ad esempio il modello Global Age friendly cities dell 'OMS. Complessivamente l'analisi del distretto Weinheim-West si compone di 4 parti: ricerca e documentazione delle condizioni demografiche e socio-strutturali; ispezioni del distretto con la partecipazione degli stessi abitanti, per individuare barriere dei luoghi in cui vivono, oltre ad un'indagine tramite questionario ai portatori di interesse di 15 luoghi di incontro per anziani; lavoro di rete per coinvolgere molteplici entità coinvolte, sia persone che istituzioni; dialogo pilota sulla salute contattando le persone più difficili da raggiungere.
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I fattori determinanti, che emergono su varie scale, da quella nazionale a quella sublocale, rappresentano fattori che motivano e spingono i processi ambientali o sociali coinvolti, come l'aumento della densità del traffico, la spesa pubblica o lo sviluppo urbano.
Gli indicatori di stato, che riflettono lo stato attuale, mappano i fattori di stress ambientale e le risorse concrete (oneri e benefici), così come le variabili rilevanti del contesto sociale, sia a livello di città che di quartiere.
Gli indicatori di esposizione mettono in relazione lo stato dell'ambiente con gli indicatori del contesto sociale, al fine di individuare spazialmente le disuguaglianze sanitarie, ad esempio, i quartieri in cui un alto livello di impatto acustico corrisponde a una quota sproporzionatamente più elevata di disoccupati o di abitanti svantaggiati.
Gli indicatori di esposizione, mappati a livello di quartiere, hanno lo scopo di guidare i pianificatori nell'identificazione dei punti in cui è necessario intraprendere azioni specifiche, mentre gli indicatori di stato e i determinanti aiutano a definire il tipo di misure da adottare.