Tobacco free: la scelta di Torino.
A Torino è vietato fumare all’aperto. In tutti gli spazi pubblici non sarà possibile fumare se ci si trova a una distanza inferiore a 5 metri da altre persone.
Bere bevande alcoliche è una caratteristica comune, in varie parti del mondo, negli incontri sociali fra individui di diverse fasce d’età. Il consumo di alcol, tuttavia, comporta un rischio per la salute e per le conseguenze sociali connesse alle sue proprietà inebrianti, tossiche e che provocano dipendenza.
Oltre alle malattie croniche che possono svilupparsi in coloro che bevono grandi quantità di alcol nel corso degli anni, l’uso di alcol è anche associato ad un aumentato rischio di condizioni di salute acuti, quali lesioni, compresi da incidenti stradali.
A Torino è vietato fumare all’aperto. In tutti gli spazi pubblici non sarà possibile fumare se ci si trova a una distanza inferiore a 5 metri da altre persone.
Circa un milione e duecentomila persone in Italia fanno uso occasionale o regolare di sigarette elettroniche. La nicotina favorisce ipertensione e diabete, e il principio di precauzione sui potenziali danni delle sostanze aromatizzanti presenti nei prodotti senza nicotina dovrebbe farci riflettere. Nel caso del riscaldamento del tabacco si possono produrre formaldeide e acetaldeide, carcinogeni del gruppo 1, secondo lo IARC.
Più gli individui sono esposti al marketing e alla pubblicità di alcolici e più è probabile che ne consumino. È ormai ampiamente riconosciuto che uno dei fattori di rischio per il consumo di prodotti alcolici è l’esposizione dei consumatori al marketing delle aziende. L’evidenza sull’associazione tra l’esposizione al marketing dell’alcol e il consumo di alcol tra i giovani e i giovanissimi è in aumento.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’utilizzo dei messaggi di salute da diffondere attraverso le etichette delle bevande alcoliche per aumentare la consapevolezza delle persone sui rischi per la salute derivanti dal consumo di alcol. Tale strategia si scontra però con la cultura di molti Paesi, tra cui l’Italia, in cui è diffusa la convinzione che il vino possa avere un effetto benefico, se consumato con moderazione.
Consumare alcol è dannoso per la salute, la società, l’economia, il lavoro e la produttività, eppure è un comportamento diffuso e trasversale, con una sempre maggiore e preoccupante presenza tra giovani e giovanissimi. Solo una strategia globale di misure politiche serie e rigorose può essere la risposta.
Il 2023 è iniziato con una presa di posizione netta da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità al riguardo delle ormai consolidate evidenze scientifiche sul consumo di alcol e rischi per la salute. Nella speranza di aiutare i nostri lettori ad approfondire l’argomento, come redazione Dors abbiamo deciso di fare un po’ di ricerca sulle migliori evidenze possibili e offrire una newsletter tematica composta da una serie di articoli sul “consumo di alcol” da punti di vista differenti.
Vincenzo Rubino – Educatore Professionale presso il Servizio delle dipendenze di Rivoli, ASL TO3 Piemonte – fa il punto su uno dei principali fattori di rischio di morte prematura, di insorgenza di malattie non trasmissibili e di lesioni: il consumo dannoso di alcol.
Gli infortuni sul lavoro legati al consumo di alcol rappresentano ancora un fenomeno diffuso, nonostante la legge 125 del 2001 abbia introdotto il divieto di assunzione e somministrazione di bevande alcoliche per alcune attività lavorative che possono essere soggette a rischio elevato.
Sono ormai ben noti gli effetti nocivi dell’abuso di alcol a livello mentale oltre che fisico, con conseguenze maggiormente gravi per fasce più vulnerabili quali gli adolescenti e i giovani. È oggetto di indagine anche la “relazione inversa”: le ricerche evidenziano un rischio aumentato di sviluppare una dipendenza per le persone con un disagio mentale. Dors presenta una panoramica delle conoscenze attuali, delle risorse informative e operative on line realizzate da associazioni internazionali, e delle raccomandazioni autorevoli a governi e servizi pubblici per un’azione sempre più necessaria.
Il consumo problematico di alcol aumenta il rischio di compiere atti di violenza o di esserne vittima. Gli uomini che partecipano a programmi educativi contro la violenza domestica presentano spesso, oltre al problema della violenza, anche quello dell’alcol. Circa la metà delle donne vittime di violenza riferiscono di un consumo problematico di alcol all’interno della coppia, anche se solitamente chi abusa di alcol è l’uomo. Essere sotto l’effetto dell’alcol si intreccia con una gamma di altri fattori di contesto che contribuiscono a influenzare la perpetrazione della violenza.