Introduzione: un fenomeno conosciuto
Le problematiche inerenti l’alcol sono strettamente correlate al disagio mentale. Chi beve alcol ha una maggiore probabilità di sviluppare dei problemi di salute mentale (BUPA.CO.UK e MIND.ORG.UK).
Parallelamente, le persone con disturbi mentali gravi hanno una probabilità più elevata di incorrere in problemi di alcol, a causa della valenza “auto-curativa” e “consolatoria” attribuita al bere, considerato un mezzo per alleviare i sintomi di disagio e gestire le emozioni difficili: spesso in questi casi si tratta di una “doppia diagnosi”, cioè la coesistenza nella stessa persona di una dipendenza patologica da sostanze psicoattive e di un altro disturbo psichiatrico (bipolare, schizofrenia, depressione grave, disturbo ossessivo compulsivo o gravi disturbi di personalità) – secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il servizio sanitario nazionale inglese (NHS – National Health Service) ha inserito i disturbi mentali, in particolare la depressione, tra gli impatti a lungo termine sulla salute causati dall’abuso di alcol, unitamente a problemi quali comportamenti antisociali o violenti, spesso causa di incidenti.
L’assunzione considerevole e regolare di alcol è associata infatti a sintomi depressivi: le persone depresse che bevono alcol, spesso assumono già degli antidepressivi, che a loro volta aumentano il rischio di ricaduta in coloro che stanno cercando di smettere di bere.
Le persone con un disturbo ansioso che si affidano all’alcol per gestire la propria ansia spesso sperimentano una sensazione di rilassatezza, di breve durata, tale da spingere a bere sempre di più per rilassarsi, e creando le basi per lo sviluppo di una dipendenza nel lungo periodo.
I disturbi d’ansia correlati alla dipendenza di alcol sono oggetto di numerosi studi: il NIAAA – National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism li ha classificati come il disturbo psichiatrico maggiormente prevalente negli Stati Uniti, con la compresenza di una dipendenza da alcol in una percentuale dal 20 al 40% in coloro che ne soffrono e che sono in trattamento
Le tre tipologie di disturbo ansioso comunemente associate alla dipendenza da alcol sono:
- Ansia generalizzata (preoccupazione persistente e generalizzata, insonnia, senso di affaticamento, difficoltà a rilassarsi)
- Ansia sociale (paura estrema delle situazioni che possono comportare un giudizio da parte degli altri o imbarazzo/disagio)
- Attacchi di panico (paura intensa della durata variabile da alcuni minuti a 1 ora, con conseguenti comportamenti di evitamento e ritiro sociale)
Recentemente è stato coniato il termine “hangxiety” (dai termini inglesi hangover – sbornia e anxiety -ansia), per indicare l’ansia post sbornia o ansia dopo bevuta, cioè la paura/preoccupazione di aver detto/fatto qualcosa di terribile durante lo stato di ebbrezza e di non ricordarlo, con conseguente senso di vergogna: tale fenomeno che può riguardare anche persone che non soffrono di un disturbo d’ansia, ma è presente in forma molto più accentuata in coloro che ne soffrono abitualmente.
Inoltre, le persone che assumono regolarmente una grande quantità di alcol, o i “forti bevitori” che decidono di smettere in maniera improvvisa, possono sperimentare un episodio psicotico.
Poiché l’alcol può causare la perdita delle inibizioni e la comparsa di atti impulsivi, a volte si verificano fenomeni di auto-lesionismo o suicidi, oltre a ideazioni suicidarie e tentativi di suicidi negli alcolisti.
Gli effetti dell’alcol sull’organismo
L’alcol è una sostanza che può provocare delle modifiche a livello del cervello, perturbando l’equilibrio dei neurotrasmettitori chimici e “deprimendo” le funzioni del sistema nervoso centrale, influendo in tal modo su stati d’animo, pensieri, comportamenti; l’alcol influenza quella parte del cervello che controlla l’inibizione, procurando una sensazione temporanea di maggior rilassatezza/sicurezza e minore ansia, che cede successivamente il posto a emozioni negative come rabbia, depressione, ansia.
Nel lungo periodo, l’alcol esaurisce e riduce il numero di neurotrasmettitori nel cervello – numero necessario per contrastare ansia e depressione: questo fenomeno può spingere a desiderare di bere di più per alleviare la sensazione di difficoltà emotiva, e ciò può dare l’avvio a un ciclo di dipendenza.
L’alcol inoltre rallenta il modo in cui il cervello recepisce ed elabora le informazioni, rendendo più arduo prevedere/comprendere le possibili conseguenze delle proprie azioni.
A livello corporeo, nel breve periodo, bere troppo può provocare un’intossicazione alcolica, disturbi del sonno, disturbi di stomaco, gonfiore ed emicrania, a volte può spingere a comportarsi in maniera spericolata o aggressiva, a causare incidenti o essere vittima di atti di violenza.
Nel lungo periodo l’abuso di alcol aumenta il rischio di andare incontro a problemi di salute gravi, tra cui malattie cardiache, ictus, ipertensione, malattie epatiche, cancro.
Possono inoltre insorgere problemi sociali come ad esempio rottura delle relazioni, disoccupazione, difficoltà finanziarie e perdita della casa (il problema del senzatetto), che a loro volta impattano sulla salute mentale.
Alcol e adolescenti
Secondo un recente studio dell’OECD Organisation for Economic Co-operation and Development, mirato alla diffusione di dati inerenti il consumo dannoso di alcol e di strategie politiche, svolto su 52 Paesi, il 17% delle ragazze e il 20% dei ragazzi di 15 anni si sono ubriacati almeno due volte nella loro vita, e gli adolescenti di questa fascia di età che non si sono mai ubriacati hanno il 55% di probabilità in più di avere un buon rendimento scolastico (Parole chiave per prevenire l’abuso di alcol in Italia OCSE)
L’alcol è la principale sostanza psicoattiva consumata da adolescenti e giovani, e il suo consumo è uno dei principali fattori di rischio di morte e problemi sociali in questa categoria. Uno dei fenomeni più conosciuto è il binge drinking (che riguarda anche la popolazione adulta, pur se in percentuale minore), con i rischi correlati, quali incidenti, aggressioni, violenza, che si aggiungono a conseguenze tipiche di quest’età quali il peggioramento delle performances scolastiche e gli abusi sessuali.
Con l’espressione binge drinking si indica “abbuffata alcolica”, cioè un consumo eccessivo di alcol in un arco ristretto di tempo: secondo uno studio dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma questa modalità di assunzione dell’alcol si riscontra nel 37% dei ragazzi e nel 33% delle ragazze 15 – 18 anni, ma viene ormai riscontrata in fasce d’età sempre più precoci, anche di 11-12 anni.
A parità di quantità di alcol assunta da un adulto e da un adolescente, il rischio di conseguenze negative è più alto per quest’ultimo, a causa di vari fattori quali la maggiore impulsività e la minore “maturità emotiva”, una massa corporea ridotta e minore esperienza rispetto alla presa decisionale in situazioni complesse (es. bere vs guidare), analogamente l’alcol-dipendenza si sviluppa più facilmente e velocemente in un adolescente rispetto a un adulto.
La fascia di età maggiormente consumatrice di alcol è 15 – 18 anni, ma il fenomeno sta ampliandosi a fasce di età più precoci: il periodo dalla pre-pubertà all’adolescenza coincide con la fase dello sviluppo cerebrale (“mind building”), l’abuso di alcol può generare una sorta di “cicatrice permanente” che rende il sistema meno elastico e determina il mancato sviluppo di alcune aree del cervello, con conseguenze note quali la disorganizzazione dei comportamenti e l’aggressività, oltre alla maggiore facilità di sviluppo di patologie psichiatriche di difficile gestione in età pre-adulta e adulta – come dichiarato in una intervista da Paolo Girardi, professore di psichiatria presso l’Università La Sapienza di Roma.
Per tali motivi, gli adolescenti rappresentano una popolazione particolarmente vulnerabile, da attenzionare a più livelli: i professionisti evidenziano che per aiutare i ragazzi a ridurre o interrompere il consumo di alcol è importante dare loro strumenti – ad esempio strategie di coping – per gestire i problemi senza la necessità di ricorrere ad una qualche sostanza.
Le risorse online
Numerose istituzioni hanno elaborato strumenti gratuiti per le persone con problemi di alcolismo, con l’obiettivo duplice di aumentare le conoscenze sul fenomeno della dipendenza e le sue conseguenze a livello di salute psico-fisica, e sostenere/aiutare coloro che vogliono smettere.
Tra queste, la britannica Mental Health Foundation si occupa di diffondere informazioni scientifica in maniera chiara, in modo da aumentare la consapevolezza sulle motivazioni (quali ad esempio l’alcol come “meccanismo di coping” per fronteggiare lo stress, i problemi ansioso-depressivi, o altri stati emotivi negativi), aumentare le conoscenze sulle conseguenze a livello fisico-psichico ed emotivo di una dipendenza da alcol, promuovere l’utilizzo di strategie comportamentali di auto-aiuto (soprattutto all’interno di occasioni “sociali”), e orientare verso i servizi territoriali più adatti.
La MH Foundation ha inoltre realizzato una breve Guida rivolta a coloro che hanno una relazione problematica con l’alcol: descrive le cause della dipendenza e le conseguenze che questa può avere sulla salute mentale, spiega che il bere è per molte persone un modo per gestire gli stati d’animo negativi, fornisce strategie di coping alternative, e infine fornisce i riferimenti dei servizi presenti sul territorio inglese per aiutare e supportare chi decide di smettere.
Il CCSA – Canadian Centre on Substance Use and Addiction, ha elaborato delle Linee Guida, aggiornate nel 2022 in base a consultazioni di esperti, e una revisione sistematica australiana (Newton et al, 2018), a sua volta validata da un’analisi commissionata alla Cochrane Canada – McMaster University, sulle evidenze dell’impatto sulla salute mentale, fisica e sociale delle diverse tipologie di consumo di alcol.
Le nuove Linee Guida sono state illustrate con un dettagliato Report, pubblicato a gennaio di quest’anno, che ne spiega il processo.
L’obiettivo dichiarato delle Canada’s Guidance on Alcohol and Health è la riduzione del consumo di alcol nella popolazione attraverso la formulazione e disseminazione di Raccomandazioni, articolate per categoria di persone e tipologia di rischi/danni per la salute: “La Guida vuole informare le persone e aiutarle a prendere decisioni responsabili riguardo al loro consumo di alcol…in base al fondamentale principio dell’autonomia personale e del diritto alla conoscenza” (pag. 12)
Per quanto riguarda l’impatto sulla salute mentale e sul benessere sociale, in particolare lo sviluppo di depressione, ansia e ideazione suicidaria, la solitudine e l’isolamento/ritiro sociale, le Linee Guida evidenziano come il rischio sia elevato, e quanto sia necessario tenere alta l’attenzione.
Bibliografia
- Preventing Harmful Alcohol Use. OECD Health Policy Studies. (2021).
- Paradis, C., Butt, P., Shield, K., Poole, N., Wells, S., Naimi, T., Sherk, A. & the Low-Risk Alcohol Drinking Guidelines Scientific Expert Panels. (2023). Canada’s Guidance on Alcohol and Health: Final Report. Ottawa, Ont.: Canadian Centre on Substance Use and Addiction.
- Newton S., Morona J., Salinger K., Merlin T. (2018). Systematic literature review on the association between alcohol consumption and mental health disorders. Evidence evaluation report.