Tutte le norme che vietano di fumare nei luoghi pubblici hanno come primo obiettivo la protezione di chi si trova vicino al fumatore e che, pur evitando la sigaretta, si trova comunque a inalarne le sostanze tossiche.
E’ ormai largamente dimostrato che l’esposizione al fumo passivo aumenta anche nei non fumatori il rischio di infarti, ictus, tumori del polmone e altre malattie. Non si tratta comunque solo di conseguenze a lungo termine così come non esiste una dose minima sicura: anche una sola sigaretta può scatenare attacchi di asma in adulti e bambini e provocare nei polmoni uno stato infiammatorio [1].
Se fino a qualche anno fa si pensava che questi danni si verificassero solo negli ambienti chiusi, oggi sappiamo che anche fumando fuori dalla finestra o all’aperto la concentrazione di sostanze nocive liberate nell’aria da una sigaretta è sufficiente a provocare nelle persone vicine le stesse conseguenze di quel che accade quando ci si trova nella stessa stanza [2].
I primi esperimenti sono stati condotti a Livorno nel 2012 dove è stato installato un rilevatore sulla battigia di Vada; si è dimostrato che i valori di black carbon misurati in spiaggia, sottovento, hanno raggiunto, a cinque metri di distanza dalla sorgente di due sigarette, una media di 6.000 nanogrammi per metro cubo. Ciò significa che il fumo di due sigarette a cinque metri di distanza può arrivare a produrre in spiaggia picchi di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) addirittura maggiori rispetto a quelli misurati in uno slargo urbano trafficato all’ora di punta. E anche a dieci metri di distanza è stata rilevata una concentrazione di polveri elevata.
I danni alla salute del fumo passivo anche all’aperto sono stati confermati da molti gruppi di ricerca in tutto il mondo, ma sono poco utili se non sono accompagnati da sanzioni ed efficaci campagne di comunicazione.
A Milano, dal 19 gennaio 2021, è vietato fumare anche all’aria aperta se ci sono altre persone nel raggio di dieci metri, alle fermate dei tram, nei parchi, nelle stazioni, nei cimiteri e negli stadi.
Torino è la seconda grande città in Italia dove è vietato fumare all’aperto. Il consiglio comunale ha approvato una delibera che modifica il regolamento di polizia urbana, stabilendo come non si possa fumare all’aperto a una distanza inferiore a cinque metri da altre persone, a meno di avere il loro esplicito consenso. Inoltre è assolutamente vietato fumare all’aperto in presenza di minori o donne in gravidanza.
La modifica del regolamento cita esplicitamente il divieto di fumare sigarette, sigari, pipe, tabacco riscaldato, ogni prodotto a combustione e anche le sigarette elettroniche, che vengono equiparate alle sigarette tradizionali. Per chi viola il provvedimento è prevista una multa di 100 euro, come quella già in vigore per chi fuma nei parchi gioco [3].
Bibliografia
- Istituto Superiore di Sanità. “USA: gli effetti sulla salute del fumo passivo”. Epicentro. Ultimo accesso: 5 luglio 2023.
- United States Environmental Protection Agency. “Is outdoor exposure to secondhand smoke comparable to indoors?”.Ultimo aggiornamento: 13 dicembre 2022.
- Carboni K. Wired, 16/04/2024.
Foto di Stefano Parisi: https://www.pexels.com/it-it/foto/citta-punto-di-riferimento-luci-edifici-10619684/