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La salute mentale degli operatori sanitari durante e dopo la pandemia di covid19

A causa della pandemia di Covid -19, gli operatori sanitari impegnati in prima linea sono tra le persone maggiormente esposte allo stress e al rischio di complicanza dal punto di vista della salute mentale. Molti recenti studi “sul campo”, hanno indagato, a tal fine, le azioni di supporto psicologico e psicosociale con metodologia a distanza. A partire dai risultati di questi studi, è possibile trarre evidenze, procedure e raccomandazioni. Con questo articolo abbiamo cercato di selezionare e descrivere le principali buone prassi evidence based e linee guida che indicano “ciò che funziona” per proteggere/promuovere il benessere psicofisico degli operatori sanitari impegnati nella lotta al Covid-19.

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L’innovazione nell’assistenza psichiatrica: una mappa delle esperienze nel mondo

Un recente articolo di Benedetto Saraceno, Segretario Generale del Lisbon Institute of Global Mental Health, pubblicato su Salute Internazionale di aprile 2023, delinea una mappa delle esperienze di riforma dell’ assistenza psichiatrica nel mondo. La mappa è un tentativo di prima ricognizione, articolata in 5 aree, relative a nazioni, regioni o singole città, ispirate dalla riforma basagliana, e ogni area è contrassegnata da una “bandierina” di un diverso colore:

  • servizi di salute mentale virtuosi e innovativi (bandierina rossa) – per l’Italia vengono evidenziate un paio di esperienze attive in Lombardia (ad es.Dipartimento di salute mentale di Franciacorta), in Emilia-Romagna (Bologna), in Toscana (Arezzo), in Umbria (Perugia), nel Molise (Termoli), in Campania, Puglia e in Sicilia (ricordiamo la avanzatissima esperienza dei servizi di Caltagirone)
  • iniziative locali (bandierina verde), che hanno determinato la configurazione di modelli di assistenza psichiatrica antistituzionale con proprie caratteristiche specifiche (a Birmingham, Regno Unito, esperienza di de-istituzionalizzazione e pratiche di intervento domiciliare in caso di crisi psichiatrica; in Irlanda, Monaghan and Cavan Mental Health Services)
  • politiche di salute mentale innovative (bandierina gialla) e ispirate alla necessità del superamento del manicomio e alla costruzione di reti di servizi di salute mentale nella comunità (politiche a volte anche corredate da apparati legislativi specifici), tra cui in Cile la rete di primary health care e di servizi di salute mentale nella comunità capaci di azioni efficaci sulla salute mentale della popolazione, dove però permangono le vecchie istituzioni psichiatriche; in Libano, un’ équipe di salute mentale del ministero della salute che si è dotata di un documento di policy fra i più innovativi della regione ma con una forte presenza frenante del settore ospedaliero privato; in Perù, è in atto una straordinaria rivoluzione culturale nel campo della salute mentale, con una fioritura di esperienze di salute mentale territoriale ma, ancora, con uno scarso impatto sui processi di deistituzionalizzazione.
  • esperienze di grande innovazione e totalmente indipendenti da influenze dei movimenti antistituzionali italiani e europei (bandierina viola), in particolare ciò accade in India, ove alcune realtà assistenziali sono decisamente innovative, centrate sia sulla umanizzazione radicale dei luoghi di cura sia sul forte radicamento nei territori: si tratta sempre di esperienze al di fuori del sistema sanitario pubblico, generalmente realizzate da organizzazioni filantropiche (charities)
  •  innumerevoli esperienze locali di assistenza psichiatrica e promozione della salute mentale nella comunità (bandierina azzurra), all’insegna della solidarietà, della integrazione sociale, dell’avviamento al lavoro, dello housing e della promozione dei diritti. Si tratta di esperienze spesso ispirate da un leader locale o da un gruppo di operatori pubblici o anche dal privato sociale che, in sinergia, costruiscono “micro eccellenze” locali in territori a volte anche molto piccoli. Le troviamo soprattutto in Africa (Sud Africa, Costa d’Avorio e Benin) ma anche in Asia (Nepal e Giappone). Sono tuttavia impossibili da conoscere tutte, da elencare, catalogare e descrivere

A conclusione di questa ipotesi di mappatura, Saraceno constata che anche laddove sono attivi servizi psichiatrici di qualità (ad esempio Nord Europa), permane il modello biomedico e il concetto di istituzioni totalizzanti, pur se riformate. 

 

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Interventi basati sulla tecnologia e digitali contro la violenza del partner intimo

Un numero crescente di ricerche mostra l‘efficacia degli interventi basati sulla tecnologia o digitali nel migliorare la salute e il benessere delle sopravvissute alla violenza da parte del partner (IPV). Inoltre, le comorbidità della salute mentale come ansia, disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e depressione si verificano da tre a cinque volte più frequentemente nelle sopravvissute all’IPV, rendendo queste comorbilità obiettivi importanti degli interventi basati sulla tecnologia. Tuttavia, sta emergendo la ricerca sull’efficacia a lungo termine di questi interventi nel ridurre la vittimizzazione dell’IPV e gli effetti negativi sulla salute mentale sta emergendo. Questa metanalisi e revisione sistematica forniscono informazioni critiche da diversi studi randomizzati controllati (RCT) sull’impatto complessivo a breve e lungo termine degli interventi basati sulla tecnologia sulla salute e il benessere delle donne sopravvissute all’IPV.

L’obiettivo era di sintetizzare le prove attuali sugli effetti degli interventi basati sulla tecnologia o digitali sugli esiti di salute mentale (depressione, ansia e PTSD) e sugli esiti di vittimizzazione (abuso fisico, psicologico e sessuale) tra le sopravvissute all’IPV. Sono stati esaminati molteplici database tradizionali e grigi per gli studi pubblicati dal 2007 al 2021 e sono stati ammessi 64 studi e, Infine, 17 RCT sono stati conservati per la metanalisi.

I risultati sono promettenti ed evidenziano l’efficacia dell’intervento digitale di mitigazione dell’IPV come aggiunta (non sostitutiva) alle modalità tradizionali, utilizzando una strategia di risposta coordinata. I risultati contribuiscono all’attuale comprensione di “ciò che funziona” per promuovere la salute mentale, la sicurezza e il benessere delle sopravvissute .La ricerca futura potrebbe far progredire la scienza identificando gli ingredienti attivi dell’intervento, mappando i principi/meccanismi di azione dell’intervento, le migliori modalità di somministrazione, i livelli di dosaggio adeguati utilizzando il processo di corrispondenza dell’intensità del trattamento e le linee guida per aumentare la fattibilità e l’accettabilità.

 Emezue C, Chase JD, Udmuangpia T, Bloom TL. Technology-based and digital interventions for intimate partner violence: A systematic review and meta-analysis. Campbell Syst Rev. 2022 Aug 27;18(3):e1271. doi: 10.1002/cl2.1271. PMID: 36909881; PMCID: PMC9419475.

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Violenza di genere: si può prevenire già a partire dai tre anni!

In occasione dell’8 Marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, DoRS ha letto e sintetizzato una revisione che aveva come obiettivo di identificare interventi e programmi efficaci per la prevenzione e il superamento della violenza di genere fin dai primi anni di vita, dai 3 ai 12 anni, in ambiente scolastico.

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I trattamenti nella dipendenza da nicotina

In questo articolo si propone un estratto dei principali contenuti discussi all’incontro formativo che si è tenuto a Pinerolo (TO) il 21 febbraio 2023, organizzato dal Gruppo “FUMO” della S.C. SerD dell’ASL TO3 e intitolato “I TRATTAMENTI NELLA DIPENDENZA DA NICOTINA”.

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Associazioni tra impegno artistico, solitudine e supporto sociale in adolescenza

L’Università di Londra (Dipartimento di Scienze Comportamentali e Salute) e l’Università della Florida (Centro per le Arti in Medicina) hanno realizzato uno studio trasversale e longitudinale di portata nazionale per indagare l’esistenza di una correlazione tra il coinvolgimento in attività artistiche e solitudine / supporto sociale durante l’adolescenza. 

Vi hanno partecipato più di 11.000 adolescenti di età compresa tra 11 e 21 anni, impegnati in attività di tipo artistico nel setting scuola (circolo di lettura, coro, gruppo teatrale, gruppo musicale, redazione di giornale scolastico, orchestra, cheerleading), per i quali sono stati rilevati il senso di solitudine e il supporto sociale percepito – da parte dei pari, ed effettuate analisi di tipo statistico.

I risultati non hanno evidenziato alcuna associazione con un conseguente o concomitante senso di solitudine; è stata rilevata l’associazione tra una o più attività artistiche school-based e un concomitante supporto sociale percepito, più alta (59%) rispetto ai ragazzi non coinvolti in attività artistiche – tale indice si riduceva (28%) un anno dopo.
Gli autori ipotizzano che questa associazione positiva con le attività artistiche extra-curriculari potrebbe essere spiegata dall’opportunità di creare amicizie, sviluppare un senso di comunità, impegnarsi socialmente; inoltre, suggeriscono di esplorare e comprendere meglio questa correlazione, al fine di individuare strategie per rinforzare i legami sociali durante l’adolescenza.

 Bone, J.K., Fancourt, D., Fluharty, M.E. et al. Cross-sectional and longitudinal associations between arts engagement, loneliness, and social support in adolescenceSoc Psychiatry Psychiatr Epidemiol (2022). https://doi.org/10.1007/s00127-022-02379-8

 

 

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Isolamento e solitudine influiscono sulle capacità fisiche negli adulti

La condizione fisica è una componente fondamentale della salute, ma non è ancora chiara la sua relazione con l’isolamento e la solitudine.
Uno studio di coorte ha indagato la relazione tra solitudine, differenti aspetti dell’isolamento sociale, e le capacità fisiche di performance nel tempo: si tratta dell’English Longitudinale Study of Ageing che ha seguito quasi 9.000 persone over 50, con un follow up di 8 anni, effettuando 3 cicli di misurazioni – con scale validate – inerenti la performance fisica, la solitudine, l’isolamento in varie forme (isolamento tra le mura domestiche, il ritiro sociale, scarse relazioni sociali). Questi tre fattori sono risultati associati a una riduzione della capacità fisica di performance nel corso degli anni; la singola scarsità di relazioni sociali non è invece stata associata alla condizione fisica.
Gli autori concludono che la partecipazione a interazioni sociali significative influisce positivamente sulla performance fisica, e inevitabilmente rimanda a considerazioni sul possibile impatto delle misure di distanziamento fisico/socialedurante la pandemia di COVID-19.

 Philip, K.E.J., Polkey, M.I., Hopkinson, N.S. et al. Social isolation, loneliness and physical performance in older-adults: fixed effects analyses of a cohort study. Sci Rep 10, 13908 (2020). https://doi.org/10.1038/s41598-020-70483-3

 

 

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Le cause percepite di stress emotivo influenzano la capacità di chiedere aiuto negli adolescenti

Le attribuzioni causali (individuare le spiegazioni del proprio o dell’altrui comportamento, da cui dedurre e generalizzare le cause che sono alla base di specifiche azioni) e i comportamenti di richiesta di aiuto (help-seeking) sono fenomeni che non vengono indagati tra gli adolescenti, mentre è stato dimostrato che per gli adulti la percezione delle cause dei problemi/difficoltà influenza l’aderenza alla terapia e la capacità di chiedere aiuto.
Una revisione sistematica della letteratura e sintesi tematica qualitativa ha analizzato le cause percepite di stress emotivo da parte di adolescenti a elevato rischio di insorgenza di disturbi mentali e di adolescenti con sintomi clinici significativi, con l’obiettivo di: determinare sino a che punto le attribuzioni causali influiscono sulla capacità di chiedere aiuto; identificare potenziali differenze o analogie tra questi due gruppi.
Dei sei temi principali riguardanti le cause percepite, tre erano comuni a entrambi i gruppi: 1. percezioni differenti riguardo a fattori sociali sfidanti, 2. dinamiche familiari problematiche, 3. una causa complessa e multifattoriale. Degli altri tre temi, invece, i primi due caratterizzavano il gruppo ad alto rischio (4. ingiustizia e mancanza di possibilità di azione/agency e 5. preoccupazione per sè e per gli altri), e l’ultimo era presente esclusivamente nel gruppo clinico (6. strategie di coping riguardo a un disturbo mentale).

 Sono stati individuati altri quattro temi importanti inerenti alle attribuzioni causali e la richiesta/ricerca di aiuto: 7. cause e implicazioni dell’istinto di conservazione, 8. grado di conoscenza personale e comprensione delle cause, 9. livello di controllo percepito rispetto alla gestione della causa, 10. cause potenzialmente dannose nei confronti di altre persone.

 I risultati di questa review dimostrano che le cause percepite rispetto allo stress emotivo influenzano in maniera importante il comportamento di ricerca/richiesta di aiuto negli adolescenti, e aiutano a comprendere le probabili differenze tra gli adolescenti a rischio di insorgenza di un disturbo mentale e gli adolescenti con sintomi conclamati rispetto alle attribuzioni causali e ai conseguenti comportamenti di richiesta di aiuto. Inoltre, emergono indicazioni utili rispetto alle modalità di fornire supporto ai giovani a rischio di problemi di salute mentale. 

 O‘Neill, A., Humphrey, N. & Stapley, E. A Systematic Review of Qualitative Research Focusing on Emotional Distress Among Adolescents: Perceived Cause and Help-Seeking. Adolescent Res Rev (2023). https://doi.org/10.1007/s40894-022-00203-7

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Interventi per la prevenzione e la riduzione e delle malattie muscolo-scheletriche in lavoratori sedentari.

Le malattie dell’apparato muscoloscheletrico (MSD) comportano un notevole impatto sull’autonomia e sull’abilità lavorativa dell’individuo, oltre che una riduzione dell’aspettativa di vita in buona salute. Per contrastare la diffusione di queste patologie è necessario implementare opportune strategie di prevenzione primaria mediante la diffusione di interventi di contrasto alla sedentarietà e di promozione di stili di vita attivi.

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