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Realizzare pause attive a scuola. L’esperienza e il metodo di Scuole in Movimento

Le Pause Attive a scuola

Le Pause Attive sono un intervento evidence-based per promuovere l’attività fisica e ridurre la sedentarietà degli allievi durante il trascorrere della giornata scolastica, come è organizzata nella maggior parte degli istituti scolastici italiani, a partire dalla scuola primaria.

Le Pause Attive vengono raccomandate dalla Community Guide americana.

Due revisioni sistematiche (Masini 2020; Norris 2020), entrambe indirizzate a studenti della scuola primaria, per quel che concerne le pause e le lezioni attive, riferiscono i seguenti risultati relativi al tempo dell’intervento o alla giornata scolastica:

– aumento del tempo di attività fisica da moderata a vigorosa durante la scuola

– aumento del numero di passi durante la giornata scolastica

– aumento del tempo di attenzione durante le lezioni in classe

– migliori esiti educativi (soprattutto lettura e matematica).

Per Pause Attive si intende brevi sessioni di attività fisica da moderata a vigorosa, programmate ogni giorno o da una a tre volte nel corso della settimana a scuola, di durata variabile, da 4-10 minuti a 30 minuti ciascuna. Prevedono una formazione per gli insegnanti, che può includere l’accesso a risorse video o via web, al fine di coinvolgere gli studenti negli esercizi o passi di danza.

Per approfondire le indicazioni della letteratura scientifica sul tema della promozione dell’attività fisica a scuola, leggi e scarica: Attività fisica a scuola. Quali interventi funzionano? Indicazioni della letteratura (a cura di Capra P, 2022, Dors).

 

Come realizzare le Pause Attive

Sulle esperienze e sul metodo per realizzare le Pause Attive, il Ministero dell’Istruzione, gli Uffici di Educazione fisica e sportiva degli ambiti territoriali, Indire hanno curato la pubblicazione di numerosi contributi per proporre le Pause Attive prevalentemente come attività ludiche o sportive, non necessariamente integrate con l’insegnamento.

Le Linee guida nazionali sull’attività fisica (Ministero della salute, 2019) distinguono due approcci per realizzare le Pause Attive (pp. 22-23):

“Uno prevede l’utilizzo di pause dall’attività scolastica curricolare, per ricavare del tempo per il gioco libero, con vantaggi sul piano fisico, sociale, emotivo e cognitivo. Tale modalità di intervento non è solitamente connessa al contenuto degli insegnamenti ed è facilmente applicabile anche in contesti caratterizzati da modeste possibilità economiche, classi sovraffollate e scarsa disponibilità di insegnanti con specifiche competenze.

Le Pause Attive (secondo approccio) sono state proposte anche come occasioni per incorporare l’attività fisica all’interno delle lezioni, evitando di sottrarre minuti al tempo di insegnamento delle materie curriculari” – E qui è la lezione a diventare attiva.

I libri Maestra facciamo una pausa? e Pronti? Facciamo una pausa! scritti da Raffaela Mulato e Stephan Riegger presentano un terzo approccio – Scuola in Movimentoche vuole creare connessione e integrazione, in modo trasversale, tra movimento e la cultura di insegnamento e di apprendimento a scuola.

L’approccio Scuola in Movimento è stato ideato da Stephan Riegger e sviluppato e diffuso dall’Associazione Moving School 21 ETS (Ente del terzo Settore), di cui Raffaela Mulato è presidente.

Entrambi credono in Scuola in Movimento perché:

“Non c’è interruzione nella crescita dei bambini e dei giovani, al contrario: la natura accelera il processo rilasciando ormoni su vasta scala. Di conseguenza, i cambiamenti fisici causati dagli ormoni non corrispondono più ai metodi della scuola classica con insegnamento frontale.
È noto da tempo che anche le capacità mentali, l’orientamento, la capacità di concentrazione e la ricettività degli allievi cambiano in modo significativo.
Gli insegnanti, se privi di un metodo didattico flessibile e strumenti adeguati, sono impotenti di fronte a questo processo e alle sue conseguenze. La formazione degli insegnanti – nelle università, negli insegnamenti delle diverse didattiche disciplinari, e negli istituti per la formazione degli insegnanti a livello regionale – non ha (ancora) inserito nei propri curricula contenuti formativi che tengano conto del movimento come concetto base dei processi di insegnamento e di apprendimento.

Al contrario, Salute in Movimento si fonda sulla consapevolezza che esiste un rapporto molto stretto tra spazio, salute, movimento e apprendimento, come affermano oggi le neuroscienze e da tempo le scienze pedagogiche: le scienze della scuola, dei dirigenti scolastici, dei docenti! Con i due libri [suddetti] offriamo soluzioni pratiche – è chiaro che queste non sono ancora sufficienti per combattere/superare con successo il dilemma della scuola seduta o in movimento – e mostriamo cosa manca ancora per evitare che a scuola si ripetano sempre gli stessi errori”.

 

In questo articolo, Dors dialoga con Raffaela Mulato e Stephan Riegger per più ragioni:

  • approfondire il metodo Scuola in Movimento, i risultati di applicazione e le ‘istruzioni per l’uso’ delle Pause Attive secondo questo approccio

 

Dialogo con gli autori

Partiamo dalle presentazioni:

Raffaela Mulato ha introdotto in Italia il modello Moving School 21. Mette in campo le sue conoscenze e competenze pedagogiche e di pianificazione urbanistica per l’educazione ambientale, la cittadinanza attiva e la promozione del movimento a scuola e nella comunità.

Stephan Riegger, già docente alla Humboldt Universitat di Berlino, ha ideato il modello Moving School 21 sperimentato in progetti europei Erasmus dal 2003 e co-fondatore dell’Associazione Moving School 21 in Italia. Esperto in scienze dello sport, sociologia urbana e partecipazione, ha sviluppato strumenti didattici per Scuole in Movimento.


Ecco le domande
:

1. Sul rapporto tra movimento, clima di classe e apprendimento, nel 2014 avete scritto il libro ‘Maestra facciamo una pausa?’. Perché avete deciso di pubblicare nel 2022 ‘Pronti? Facciamo una pausa!’. A quali ‘nuovi’ bisogni avete cercato di rispondere? Cosa aggiunge quest’ultimo lavoro?

La pubblicazione del 2022 – Pronti? Facciamo una pausa! – rappresenta una evoluzione della precedente, raddoppiando la propria ‘consistenza’.

Perché questa decisione?

A partire dal 2016 con l’Azienda sanitaria locale ULSS 2 di Treviso abbiamo co-progettato un percorso formativo offerto alle scuole per promuovere la Scuola in Movimento, a partire dalle Pause Attive (PA), immediatamente spendibili dagli insegnanti. Successivamente la collaborazione si è estesa all’ULSS 1 Dolomiti di Belluno, ULSS 3 SERENISSIMA, ULSS 6 di Padova, AULSS Romagna di Rimini, ATS Milano con cui abbiamo realizzato un corso di formazione formatori sulla Scuola in Movimento.
Nell’arco di tre anni abbiamo formato oltre 400 docenti, prevalentemente di scuola primaria, ma anche dell’infanzia (nella provincia di Treviso e, successivamente, in varie province del Veneto). Abbiamo poi accompagnato e monitorato l’attività dei docenti e l’esito della sperimentazione che aveva l’obiettivo di una piena implementazione nel ritmo quotidiano a scuola di pause, e anche lezioni, in movimento.
Per due anni abbiamo somministrato e raccolto questionari rivolti ai docenti e ai bambini della scuola primaria per un campione di quasi 4000 bambini. I risultati sono pubblicati nel libro (edizione per la stampa) e hanno pienamente confermato le attese. Gli strumenti di monitoraggio e valutazione sono disponibili on line (indirizzo contenuto nel libro Pronti? Facciamo una pausa!).

Dagli istituti scolastici sono pervenute specifiche richieste anche per sperimentare le PA nelle scuole secondarie di primo grado, dove si riscontrano problemi frequenti di gestione della classe, fenomeni di aggressività e bullismo. Abbiamo quindi cercato di colmare questi bisogni espressi, estendendo il target dei destinatari del libro ‘Maestra, facciamo una pausa?’ e fornendo una serie di PA dedicate ai ragazzi pre-adolescenti.
Le nostre PA, nel frattempo, si sono ‘evolute’: abbiamo cercato di rafforzare il legame con la pratica educativa e didattica. Quindi non solo pause per sgranchirsi le gambe, muoversi, cambiare postura, ma anche occasioni per agganciarsi al lavoro didattico, pur mantenendo la dimensione del gioco e del divertimento che le caratterizza.

Nella nuova versione del libro – ‘Pronti? Facciamo una pausa!’ al capitolo “Indicazioni nazionali: una bussola per pause attive e lezioni in movimento” – abbiamo analizzato le indicazioni nazionali per il curriculum della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione scritte e diffuse dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università, della Ricerca (MIUR) nel settembre del 2012 e abbiamo dimostrato quanto le nostre PA e le lezioni in movimento siano coerenti con gli obiettivi di crescita sana, autonomia, formazione di bambini e ragazzi.
Nel libro abbiamo raddoppiato il numero di proposte di PA e abbiamo affinato la loro classificazione, specificando il contesto (indoor, outdoor, a casa), gli strumenti, la tipologia.
Leggi e scarica gratuitamente alcuni esempi di pause attive, tratti dal libro, resi disponibili gentilmente dagli autori.

Il Ministero della Salute nel Piano Nazionale di Prevenzione 2020-2025 inoltre prevede il programma predefinito Scuole che promuovono la salute. Le PA, già nelle Linee di indirizzo sull’attività fisica per le differenti fasce d’età e con riferimento a situazioni fisiologiche e fisiopatologiche e a sottogruppi specifici di popolazione (Ministero della salute, edizione 2019, edizione 2021) vengono indicate come strumento da introdurre in tutte le scuole per favorire il movimento (come promosso dall’OMS) e combattere la sedentarietà – con le note conseguenze sulla salute – che colpisce l’infanzia, collocando l’Italia tra i primi paesi con problemi di sovrappeso e obesità.
Un buon motivo per far uscire la pratica consolidata di Scuole in Movimento da una dimensione di nicchia per estenderla il più possibile dato che, per quanto ne sappiamo, è unica a scala nazionale, come dimensione della sperimentazione. A febbraio 2022, abbiamo partecipato al meeting Pause attive: una strategia di intervento contro la sedentarietà per scuole che promuovono salute. Esperienze a confronto, organizzato dal gruppo di lavoro Scienze Motorie per la salute della Società Italiana di Igiene, e, in quell’occasione, abbiamo realizzato come il monitoraggio da parte del MIUR delle esperienze realizzate sia parziale rispetto alle pratiche in atto.
Scarica le slide presentate dall’Associazione Moving School 21 al meeting Pause attive, Roma 2022.

La pandemia di Covid-19 ha rovesciato la punta di un iceberg: le misure di tutela che riguardavano l’infanzia hanno inciso negativamente sulla qualità della vita dei bambini, andando a peggiorare una situazione già largamente diffusa (purtroppo) e denunciata: bambini immobili in scuole immobili, spazi pubblici negati. Soluzioni di distanziamento hanno reso i bambini ancora più soli. È in questo contesto che è nata l’idea dell’aula verde a isole educative Dors | Isole educative. Un progetto per non isolare i bambini.

 

In prevenzione e promozione della salute, sono ancora limitate le indicazioni metodologiche ed operative su come trasferire progetti e interventi che funzionano in altri contesti. Voi scrivete e documentate che la lezione in movimento con Pause Attive è già stata sperimentata con successo in Europa da molti docenti che nutrivano dubbi, resistenze, con l’idea di perdere tempo e che, dopo aver sperimentato le PA si sono convinti della loro utilità ed efficacia (p. 8) e che, spesso, questo porta a una riorganizzazione della giornata scolastica.


2. Quali sono i passaggi principali che un istituto scolastico dovrebbe compiere
per riorganizzare la giornata scolastica in modo che abbia come base le lezioni/la scuola in movimento?

La Scuola in Movimento è un approccio che vede il movimento come elemento trasversale alla vita scolastica e all’apprendimento, e non solo come una materia specifica da relegare a un paio d’ore a settimana e delegare a un solo docente specializzato (non sarà l’inserimento di un docente di Educazione Motoria a risolvere il problema della ‘scuola immobile’, anche se potrebbe essere un buon supporto per i colleghi).

  1. Innanzitutto l’istituto scolastico può prendere la decisione di costruire un profilo di “Scuola in movimento”, inserendolo nel PTOF (piano triennale offerta formativa). Si tratta quindi di programmare, con ricadute sia nell’organizzazione del tempo/ritmo della didattica sia nella pratica dell’insegnante con una funzione educativa e didattica. La Scuola in Movimento risponde in modo efficace a quanto richiesto dal Piano Nazionale/Regionale della Prevenzione e offre una buona prassi da mettere in atto nelle Reti di Scuole che Promuovono Salute. È importante che il PTOF preveda gli step necessari per una qualificazione di “Scuola in Movimento”, dandosi anche tempo. Meglio a piccoli passi.
  2. Come ‘punto zero’ è opportuna, o forse necessaria, una formazione con i docenti, orientata alla pratica di pause attive e lezioni in movimento, in grado di dimostrare l’efficacia, e la praticabilità/sostenibilità, sia per la qualità degli apprendimenti sia per l’aumento dell’attenzione e della concentrazione.
    I percorsi formativi che abbiamo sviluppato prevedono una formazione intensiva iniziale di una giornata, un paio di incontri in itinere nel corso dell’anno scolastico di supporto e monitoraggio, un incontro finale di bilancio.
    Prevediamo di monitorare le scuole per 3 anni, con eventuali interventi di ‘rinforzo’ rivolti al personale docente. Il monitoraggio riguarda sia i docenti sia gli allievi (il monitoraggio è diventato più agile poiché è possibile caricare i questionari da compilare online facilitando molto l’elaborazione e la lettura dei dati che può essere gestita direttamente dalla scuola). Sarebbe interessante che attraverso le Reti di scuole che promuovono salute, si creasse un ambiente on line dove implementare gli esiti dei questionari, dati molto utili anche per le Aziende sanitarie. I docenti hanno a disposizione il libro con le sue numerose proposte di facile comprensione e gestione, le carte delle pause attive, strumenti per monitorare il cambiamento, come i test motori che permettono di ‘fotografare’ il cambiamento nello sviluppo di competenze motorie dei bambini. I docenti saranno in grado di dare un ritmo al tempo scuola attraverso le PA: per aprire e per chiudere la giornata, per favorire la concentrazione, per rilassarsi, per attivare. Si fa una pausa quando serve. Si fanno pause ogni giorno.
  3. Centrale è anche l’organizzazione e l’uso dello spazio. Una Scuola in Movimento nasce seguendo un processo di co-progettazione di tempi e spazi che coinvolge i docenti gli allievi, anche nella scuola dell’infanzia, i genitori e, in modo più esteso, la comunità educante. I genitori, anche per le PA, vengono informati e chiamati a contribuire alla realizzazione di interventi a scuola e fuori. In genere viene attivato da subito un gruppo di genitori che accompagna il percorso e fa da catalizzatore, cassa di risonanza nei confronti delle famiglie. Così s’impara a osservare, a valutare la qualità degli spazi, a sviluppare idee per il cambiamento nel segno della flessibilità e rispettando il principio che ogni spazio ha un potenziale educativo, dentro e fuori. Grande attenzione va posta verso la qualità del cortile scolastico, che può diventare “intelligente”! (Il libro “Cortili intelligenti”, in attesa di pubblicazione viene dedicato spazio agli attori e ai processi partecipativi, inclusi i genitori).
  4. Riorganizzare gli spazi della scuola per favorire la motricità vuol dire innanzitutto immaginare delle attività nuove da inserire nella routine scolastica.
    – Lezioni in movimento. Oltre a inserire nella giornata le Pause Attive, si possono pensare attività didattiche in movimento: le aule devono diventare spazi flessibili, dove si usa meno la frontalità.

    – L’aula è anche fuori
    : per esempio si possono fare attività esplorative (spazi naturali e non), ma si può imparare anche la misurazione delle aree: i bambini possono misurare con i passi e scoprire però che ognuno ha una falcata diversa. Allora si può costruire una “ruota metrica” di 1 metro di circonferenza, con un segno rosso per contare i metri. Si possono anche usare tutti i sensi per costruire una poesia collettiva o un’opera d’arte.

    – Nel progetto Erasmus+ EUMOVE abbiamo sviluppato una serie di Learning Unit interdisciplinari sugli stili di vita salutari. Noi ci siamo occupati in particolare delle Learning Unit in movimento. Nel sito web eumoveproject.eu sono a libero accesso risorse che possono supportare l’insegnamento in movimento. L’articolazione oraria settimanale può prevedere un tempo per lezioni in movimento oltre all’educazione motoria!

    – Corridoio, Atrio. Gli spazi interni si possono attrezzare in vari modi, a partire dal pavimento che con opportuni disegni può suggerire salti e giochi di equilibrio. Si possono sfruttare anche le pareti: abbiamo sviluppato strutture per l’arrampicata orizzontale, ovvero pareti attrezzate con prese e corde che non si sviluppano in altezza ma in ampiezza, lunghe anche 10-12 metri. Naturalmente rispettano tutte le normative di sicurezza previste.

    – Il grande dimenticato…il cortile va ripensato e rimodellato per offrire stimoli e opportunità tanto di gioco libero quanto di attività educative e didattiche. Una delle attività classiche è l’orto, che spesso “muore” nell’arco di poco tempo. Alcuni esempi di attività: esplorare con i cinque sensi, sperimentare con luce, vento, osservazioni del tempo (atmosferico, stagioni), installazioni come la meridiana o mulino fotovoltaico, modellare (manualità), osservare (p.e. riconoscere forme, cromatismi, elementi naturali e artificiali), realizzare installazioni temporanee. Molte discipline sono coinvolte: arte, biologia, fisica, matematica, narrazione.

Una scuola in movimento è una scuola che adotta la mobilità dolce: a piedi o in bici in autonomia. Abbiamo sperimentato le Scarpe Blu – 200 Km all’anno, un modello per i percorsi casa-scuola che è parte integrante di MS21 e che include tra gli spazi educativi anche la città. Un ottimo investimento per l’apprendimento in tutte le discipline! La sua evoluzione ci ha portato a promuovere il Km2Edu. Il kilometro quadrato educativo è una indicazione che dovrebbe riguardare ogni scuola: spazio fisico, spazio sociale, spazio ludico, spazio per la salute.

Per alcuni anni, con la provincia di Treviso, abbiamo lanciato il Bando “La scuola va in città. Meno CO2 più allegria!” riservato alle scuole primarie. Nel bando indicatori di tipo quantitativo erano affiancati ad altri di tipo qualitativo. La somma totale dei percorsi fatti dai bambini in un anno era superiore alla circonferenza della terra!

Occorre un patto di comunità che metta insieme “chi fa la scuola”, oltre alla scuola stessa, e che porti alla realizzazione di una rete di luoghi e percorsi educativi intorno alla scuola raggiungibili in autonomia da bambini e ragazzi.


Punti deboli che abbiamo incontrato e che occorre prendere in attento esame:

Non è solo la formazione universitaria dei futuri insegnanti che andrebbe aggiornata. Uno dei più grandi ostacoli che abbiamo incontrato senza superarlo sono le figure dei Dirigenti Scolastici (come vengono formati?). Dalla nostra esperienza non sono in grado senza direttive chiare di promuovere la salute, il movimento e una nuova organizzazione delle loro scuole. Il vecchio stile di direzione risulta in un momento di stasi e finisce per diventare ostacolo insuperabile per quasi tutte le innovazioni che abbiamo presentato. Un difetto generale sono gli incarichi di reggenza e il turn-over dei dirigenti scolastici. Così gli effetti positivi – il successo del cambiamento dell’insegnamento dalla parte dei docenti – spariscono quasi sempre.

Con le nostre iniziative MS21 siamo arrivati alla fine corsa della pedagogia innovativa: occorrerebbe una discussione con tutte le componenti che fanno scuola, per questo rivolgiamo alle istituzioni nazionali, regionali e locali: chi fa la scuola?

 

Per approfondire

  • Nata nel 2009, l’Associazione no profit Moving School 21 prosegue le attività di un network internazionale che, dal 2002, si compone di associazioni, università, scuole, amministrazioni provinciali e regionali e opera in ambito universitario e scolastico, in rete con altre istituzioni, in Italia e in Germania. Alle scuole, alle aziende sanitarie locali e a enti locali, Moving School 21 offre consulenza, percorsi di formazione anche per formatori e valutazione su progetti per migliorare, in particolare, la qualità dei tempi e degli spazi di vita dei bambini, delle scuole, delle comunità locali e delle città introducendo pause e lezioni attive, allargando gli ambienti di apprendimento, promovendo percorsi casa-scuola sicuri e autonomi a sostegno della promozione della salute, del benessere e degli apprendimenti. La proposta progettuale dell’Associazione si concentra, in particolare, sulla riorganizzazione e riqualificazione dello spazio esterno alla scuola, dal cortile scolastico, per espandersi alla città
  • Mulato R, Riegger S. Pronti? Facciamo una pausa. Migliorare gli apprendimenti a scuola con le Pause Attive. 2022 Edizioni la meridiana partenze
    (per gentile concessione degli autori, una copia del libro è disponibile presso la Biblioteca Dors)

 

 

Foto articolo: “PA per concentrarsi, equilibrio e coordinazione tra occhio e mano” – concessa gentilmente da Raffaela Mulato e Stephan Riegger

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