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Un pizzico di sale in meno fa la differenza: una revisione sistematica sull’effetto a lungo termine della sostituzione del sale sugli esiti cardiovascolari.

Contesto

Le malattie cardiovascolari (CVD) sono la principale causa di morte a livello globale, rappresentando circa un terzo di tutti i decessi. L’ipertensione arteriosa è un importante fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e si stima che colpisca un terzo di tutti gli adulti a livello globale. Gli sforzi per sostenere gli individui, i medici e le popolazioni per prevenire, gestire e ridurre l’ipertensione sono economicamente e moralmente imperativi.

Un’elevata assunzione di sodio nella dieta (>2 g/die) è associata a malattie cardiovascolari e mortalità, rappresentando il 10% di tutti i decessi cardiovascolari. Diverse organizzazioni internazionali, raccomandano di ridurre l’assunzione di sale per prevenire gli eventi cardiovascolari. Tuttavia, il consumo mondiale di sodio supera ancora il limite giornaliero raccomandato, con piccole differenze in base all’età e al sesso.

Una strategia sempre più popolare per ridurre l’assunzione di sodio è la sostituzione del sale (cioè l’utilizzo di un “sostituto del sale” con riduzione del sodio e aumento del potassio al posto del sale normale). Questa strategia riduce l’assunzione di sodio sostituendo il sale da cucina aggiunto nella dieta con un’opzione a basso contenuto di sodio e può essere vista come una strategia minimamente invasiva e realizzabile da implementare.

Metodi di ricerca: Le strategie di ricerca sono state eseguite su: PubMed, EMBASE, Cochrane CENTRAL e CINAHL concluse il 23 agosto 2023. Sono stati inoltre consultati registri di studi, ed effettuate analisi delle citazioni con ricerche manuali.

Sono stati selezionati studi randomizzati e controllati (RCT) della durata di almeno 6 mesi che confrontavano la fornitura o il consiglio di utilizzare un sostituto del sale con nessun intervento o con l’uso di sale normale, nella popolazione adulta (21 – 75 anni).

Estrazione dei dati: due autori hanno selezionato in modo indipendente gli articoli, estratto dati e valutato il rischio di bias. Gli esiti primari includevano mortalità, eventi cardiovascolari maggiori (MACE) ed eventi avversi a 6 mesi o più. Gli esiti secondari e post hoc comprendevano la pressione arteriosa, la mortalità causa-specifica e l’escrezione urinaria a 6 mesi o più. Sono state effettuate meta-analisi a effetti casuali e la certezza delle stime degli effetti è stata valutata utilizzando GRADE (Grading of Recommendations Assessment, Development and Evaluation).

Setting

Sono stati inclusi studi su adulti in qualsiasi contesto (ad esempio, cure primarie, ambulatoriali o comunitarie, compresa l’assistenza agli anziani).

Risultati: dei 16 studi randomizzati inclusi, 8 hanno riportato gli esiti primari. La maggior parte (n = 7 su 8) è stata effettuata in Cina o Taiwan, 3 sono stati condotti in strutture residenziali e 7 includevano popolazioni di età più avanzata (in media 62 anni) e/o con rischio cardiovascolare superiore alla media. In questa popolazione, i sostituti del sale possono ridurre il rischio di mortalità per tutte le cause (6 RCT; 27.710 partecipanti; rate ratio [RR] 0,88 [IC 95%, da 0,82 a 0,93]; bassa certezza) e di mortalità cardiovascolare (4 RCT; 25.050 partecipanti; RR 0,83 [IC, da 0,73 a 0,95]; Il sostituto del sale può comportare una leggera riduzione dei MACE (3 RCT; 23.215 partecipanti; RR 0,85 [IC, da 0,71 a 1,00]; certezza molto bassa), con evidenza di certezza molto bassa di eventi avversi gravi (6 RCT; 27.995 partecipanti; RR 1,04 [CI, da 0,87 a 1,25]).

Limiti dello studio

La base delle evidenze è dominata da un unico, ampio RCT. La maggior parte degli studi randomizzati proveniva dalla Cina o da Taiwan e coinvolgeva partecipanti con rischio cardiovascolare superiore alla media; pertanto, la generalizzabilità ad altre popolazioni è molto limitata.

L’evidenza per ridurre gli eventi cardiovascolari e per non aumentare gli eventi avversi gravi è incerta, in particolare per una popolazione occidentale. La certezza dell’evidenza è maggiore tra le popolazioni a più alto rischio cardiovascolare e/o che seguono una dieta di tipo orientale.

In conclusione

La sostituzione del sale di sodio con il sale di potassio è un intervento poco costoso che può ridurre la mortalità per tutte le cause e cardiovascolare. Gli effetti avversi descritti sono di bassa entità.

L’evidenza è più forte in alcune popolazioni, come quelle che seguono una dieta asiatica o con un alto rischio cardiovascolare. Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare il rapporto costo-efficacia in queste popolazioni specifiche e l’efficacia tra altre popolazioni a rischio cardiovascolare medio o che seguono una dieta occidentale.

Parole chiave

Potassio dietetico; Cloruro di potassio; arricchito con potassio; Malattie cardiovascolari; Mortalità; Ictus; Ipertensione; Pressione sanguigna; Eventi cardiovascolari; Studio randomizzato controllato; studio clinico controllato.

Bibliografia

Long-Term Effect of Salt Substitution for Cardiovascular Outcomes

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Lidia Fubini

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