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COVID19

three person hiking on mountain

Progetto: IO STO BENE QUI IN MONTAGNA

Durata: 1 maggio 2018 – 1 luglio 2022 (valutazione di impatto nel 2023)

Il progetto “Io sto bene qui in montagna” si pone come obiettivo il miglioramento del sistema dei servizi per la prima infanzia (0-6 anni) in uno specifico territorio montano, la Val Pellice. Il Comune capofila è Torre Pellice in collaborazione con Comuni, enti ed associazioni del territorio. Gli obiettivi sono: migliorare la qualità dell’offerta dei servizi attraverso una serie di iniziative e progetti, agevolarne la fruizione da parte delle famiglie ed incrementare, quindi, il numero dei bambini frequentanti i servizi. Una particolare attenzione è rivolta all’accessibilità per le famiglie che abitano nelle zone più montane, quelle che hanno difficoltà economiche e appartengono a comunità straniere. Il progetto è stato selezionato e finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini tramite un bando Prima Infanzia 0-6 del 2017 nell’ambito del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”. Si è svolto dal 1 maggio 2018 al 1° luglio 2022 (di cui 6 mesi di proroga per la situazione pandemica legata al COVID-19). Seguiranno ulteriori due anni per la valutazione di impatto del progetto.

DoRS è partner del progetto e, in particolare, ha il compito di realizzare la valutazione partecipativa di processo e di impatto del progetto tramite strumenti quantitativi e qualitativi. L’attività viene svolta in collaborazione con il Servizio di Promozione della Salute dell’ASL TO3, anch’essa partner del progetto.

“Mi vedete?” Cortometraggio sulla depressione in adolescenza

Lundbeck Italia, insieme ad Havas Life e in collaborazione con Giffoni Innovation Hub, lancia all’interno del progetto adoleSCIENZE, il cortometraggio “Mi vedete?” (diretto da Alessandro Riccardi, sceneggiatura di Manlio Castagna) per favorire il confronto sul tema della depressione  nei giovani , la cui incidenza è raddoppiata rispetto a prima della pandemia da COVID-19, assumendo le caratteristiche di una vera e propria urgenza sociale. Il corto (2022) racconta la vita di un’adolescente e della sua esperienza con la depressione. Dafne, la protagonista del cortometraggio, è una ragazza di 16 anni affetta da depressione, che esprime il suo malessere attraverso l’isolamento sociale, l’irrequietezza ed anche tramite gesti di autolesionismo La depressione arriva ad assumere le sembianze di una vera e propria presenza fisica: un’ombra  che accompagna Dafne costantemente in ogni sua attività quotidiana. L’ombra crea in Dafne irritabilità, senso di inadeguatezza, oppressione e paura del futuro, fino a spingerla a compiere un gesto estremo: il tentato suicidio. La protagonista, con il supporto di figure esperte che aiuteranno anche i genitori a “vedere” e riconoscere la malattia della figlia, riuscirà progressivamente a prendere le distanze dall’ombra della depressione intraprendendo un percorso di cura verso la guarigione, perché la depressione è una malattia che, in quanto tale e al pari di altre patologie, può essere curata e superata.

CultureForHealth: evidenze e interventi con le arti e la cultura per il benessere e la salute

È disponibile la traduzione italiana della Sintesi del Rapporto e il Compendium finale del progetto europeo CultureForHealth, che sintetizza le evidenze scientifiche attualmente disponibili. La traduzione della sintesi è a cura del Cultural Welfare Center. Progetto e rapporto rispondono agli indirizzi e alle priorità dell’Agenda e del Piano di lavoro per la Cultura della Commissione Europea.

È possibile che uno studio scientifico sia falso? Il caso degli zombie trials

In inglese li chiamano «zombie trial». Sono gli studi clinici su farmaci e terapie che contengono dati sbagliati o inventati di sana pianta. Un ricercatore del dipartimento di anestesiologia dell’ospedale di Torquay (UK), il dottor Carlisle, preoccupato che gli studi contenessero dati falsi, ha analizzato i dati riassuntivi degli studi randomizzati controllati sottoposti alla rivista Anesthesia da febbraio 2017 a marzo 2020. Ha classificato i processi con dati falsi come “zombie” se pensava che il processo fosse fatalmente difettoso.

Richiedenti asilo e rifugiati tra le persone più vulnerabili ai problemi di salute mentale

Una revisione di evidenze internazionali e di esperienze nazionali ha messo in luce che i richiedenti asilo, i rifugiati e gli altri profughi hanno una salute mentale “povera” rispetto alla popolazione generale.

Si tratta dell’International Horizon Scanning and Learning Report, che riporta dati e risultati di studi scientifici e letteratura grigia di alcuni Paesi EU, e analizza le esperienze concrete e gli approcci innovativi ed efficaci utilizzati da Paesi quali Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia per proteggere la salute mentale e il benessere dei profughi.

Molti dei problemi mentali identificati sono collegati alle esperienze che queste persone vivono prima e dopo l’abbandono della propria casa: spesso vanno incontro a una perdita personale importante, sofferenze fisiche e altre situazioni stressanti; si trovano in pessime condizioni lavorative, abitative e di vita; inoltre sono privi di informazioni, non hanno certezze rispetto al loro status di immigrati, incontrano la potenziale ostilità locale, si scontrano con diverse politiche governative, e vanno incontro a una lunga forma di detenzione protratta priva di dignità. Nei rifugiati e nei profughi sono presenti livelli più elevati di disturbi legati alle condizioni di stress (ad esempio disturbo post traumatico da stress), e hanno un passato di Esperienze Infantili Sfavorevoli (ACEs – Adverse Childhood Experiences).

È indubbio che il contributo positivo di richiedenti asilo e rifugiati verso la comunità può essere maggiore se si promuove e protegge la loro salute mentale e fisica, garantendo un accesso ai servizi di base, sicurezza e supporto sociale.

LINK al Report:

Public Health Wales – WHO Collaborating Centre on Investment for Health and Well-being.

International Horizon Scanning and Learning report: Mental Health and Well-being of Refugees and Asylum-Seekers

Report 45: luglio 2023

Autori: Leah Silva, Daniela Stewart, Lauren Couzens, Sara Cooklin-Urbano, Georgia Saye, Mariana Dyako

Gli International Horizon Scanning and Learning Reports sono nati come parte della risposta del governo gallese alla pandemia di Covid-19, si sono poi ampliati ad altri argomenti prioritari di salute pubblica quali la promozione/protezione della salute delle persone, e un focus è stato dedicato specificamente a questo gruppo di persone.

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Più gli individui sono esposti al marketing e alla pubblicità di alcolici e più è probabile che ne consumino. È ormai ampiamente riconosciuto che uno dei fattori di rischio per il consumo di prodotti alcolici è l’esposizione dei consumatori al marketing delle aziende. L’evidenza sull’associazione tra l’esposizione al marketing dell’alcol e il consumo di alcol tra i giovani e i giovanissimi è in aumento.

Emergenza salute mentale: in Italia un adolescente al giorno tenta il suicidio

Secondo l’OMS, nel mondo, il suicidio è la quarta causa di morte tra gli adolescenti . Dors ha già affrontato l’importante tema del suicidio in adolescenza in un precedente articolo: abbiamo reputato necessario un aggiornamento dei dati e delle evidenze, anche alla luce dell’emergenza creata dalla pandemia, che ha visto aumentare i segnali di disagio nei ragazzi e nelle ragazze, e più richieste di aiuto ai servizi di salute mentale.

La salute mentale perinatale: la Guida dell’OMS per i servizi sanitari

L’OMS ha recentemente pubblicato una Guida allo scopo di identificare e diffondere gli interventi più efficaci per promuovere la salute mentale e prevenire il disagio psicologico delle donne – e delle loro famiglie – seguite dai servizi materno-infantili durante il percorso perinatale.
Dors e la Struttura Complessa di Psicologia dell’ASL TO 3 ne hanno curato una sintesi, evidenziando modelli e strategie di intervento, e pianificazione/realizzazione/valutazione di programmi con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili.

La salute mentale degli operatori sanitari durante e dopo la pandemia di covid19

A causa della pandemia di Covid -19, gli operatori sanitari impegnati in prima linea sono tra le persone maggiormente esposte allo stress e al rischio di complicanza dal punto di vista della salute mentale. Molti recenti studi “sul campo”, hanno indagato, a tal fine, le azioni di supporto psicologico e psicosociale con metodologia a distanza. A partire dai risultati di questi studi, è possibile trarre evidenze, procedure e raccomandazioni. Con questo articolo abbiamo cercato di selezionare e descrivere le principali buone prassi evidence based e linee guida che indicano “ciò che funziona” per proteggere/promuovere il benessere psicofisico degli operatori sanitari impegnati nella lotta al Covid-19.