Performing Arts, Well-Being e Salute di Comunità. Teatro e danza: una risorsa per il benessere e la salute (Bulzoni editore, 2025) è il IV volume di un piano editoriale che raccoglie i risultati di cinque gruppi di ricerca che hanno partecipato al Progetto di Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) dal titolo: Performare il sociale. Formazione, cura e inclusione sociale attraverso il teatro, finanziato nel 2015 dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Il presente volume, a cura di A. Pontremoli, A. Rossi Ghiglione, R:M: Fabris e V. Zangirolami, presenta i risultati del gruppo di ricerca dell’Università di Torino. Documenta un interessante processo di ricercazione che, iniziato nei primi anni del XXI secolo, ha visto nascere, dalla collaborazione di una pluralità di competenze, il Social Community Theatre Centre dell’Università di Torino.
Come indicato nel titolo e nel sotto titolo l’opera raccoglie e indaga esperienze pluriennali che hanno intercettato il rapporto e le relazioni fra teatro, danza, i linguaggi delle arti performative con il ben-essere, la salute e la cura dei singoli, dei gruppi e delle comunità. L’incontro fra artisti e i professionisti sanitari, e a volte con figure ibride di professionisti sanitari-artisti, ha consentito la nascita di esperienze, progettualità inedite da una parte e dall’altra ha sviluppato un’attenzione sia agli approcci valutativi qualitativi degli interventi artistico/culturali in ambito medico e sia alle evidenze scientifiche che in quegli stavano emergendo. A tal proposito viene menzionato nell’opera l’importante documento dell’ OMS pubblicato nel 2019, alla vigilia del dramma pandemico globale, dove sono raccolte significative evidenze scientifiche sul contributo delle arti al ben-essere e alla salute in ambiti che vanno dalla promozione della salute, alla prevenzione, al trattamento e alla cura.
La prima parte del volume indaga le origini dell’incontro fra teatro e salute dove la stessa definizione di salute va oltre la dimensione corporale, psichica e sociale fino a comprendere la dimensione spirituale. Nella sezione luoghi e professioni della cura, sono documentati ad esempio il progetto pluriennale del Rito Laico del Mauriziano e il progetto dell’ospedale torinese San Giovanni Vecchio: mille candele per il San Giovanni, morte e resurrezione da un male incurabile. Il caso dell’ospedale ginecologico Sant’Anna di Torino è una lucida testimonianza del sapere antico del teatro sulla costruzione della scena (in questo caso reparti, corridoi, ambulatori…) dove etica, estetica e partecipazione dimostrano la loro potenza salutogenica. Viene esplorato il valore educativo e formativo delle performing arts all’interno del setting formativo dei futuri operatori sanitari, infermieri e medici, come dimostra l’esperienza dell’Università di Torino: Performing arts tra formazione e rigenerazione del personale sanitario.
La sezione luoghi della vita e sfide di salute raccoglie e descrive sette progetti cha spaziano dalla salute mentale dei più giovani, all’active ageing, all’inclusione sociale (Caravan Next), al tema degli stranieri, alla promozione della giustizia ambientale, al tema dei Riti contemporanei di guarigione fino alla questione della valutazione nel progetto pilota del teatro della Scala di Milano.
La terza ed ultima parte esplora il tema la danza all’interno di un contesto di cura e come motore di ingaggio della comunità alla promozione della salute inter-generazionale.
È rilevante sottolineare che questo volume completa il piano editoriale “Performare il Sociale”. I precedenti volumi si sono concentrati sul ruolo dell’estetica e delle arti performative negli spazi del sociale (a cura di F. Fiaschini – tomo I); sulle esperienze e i progetti dei teatri universitari nel sociale (L. Cavaglieri e R. Gandolfi – tomo II); sul ruolo pedagogico del teatro sociale (G. Di Palma e I. Scatturro – tomo III). La ricerca è il frutto del progetto PRIN realizzato dalle Università di Genova, Torino, Pavia, Cattolica di Milano e La Sapienza di Roma.
Un’opera che ho letto con grande interesse, con lo sguardo di un operatore sanitario che coordina il comitato aziendale per la promozione della salute di un ospedale che fa parte della Rete degli Ospedali e Servizi Sanitari che Promuovono Salute (Rete HPH&HS) e lo fa secondo la metodologia di Teatro Sociale e di Comunità. Un libro di cui sentivamo il bisogno, uno sguardo luminoso che oggi, più che mai ci giunge gradito, oggi al tempo buio della crisi globale, dove alla paura della pandemia si sostituisce una profonda inquietudine legata alla crisi geopolitica in corso dove occidente e oriente si minacciano con i propri arsenali nucleari. Oggi che sembra sia stato smarrito il senso dei valori etici custoditi nella carta dei diritti universali dell’uomo e sembrano invece prevalere gli istinti animali, violenti, dove al diritto internazionale si sostituisce la legge del più forte.
Un libro che tutte le donne e tutti gli uomini del mondo dell’arte, della cultura, della sanità e del sociale dovrebbero leggere per intravedere l’effetto farfalla della promozione della salute. Un’opera illuminante per gli operatori sociali, per chi lavora alla promozione della salute, al tema della prevenzione o al trattamento e alla cura delle malattie, per chi si occupa dei temi delle disuguaglianze, del disagio giovanile, dei temi dell’ambiente, della formazione. Un’opera che dovrebbero leggere i decisori delle politiche sociali, della salute, del welfare per orientare le loro scelte verso pratiche efficaci, sostenibili, partecipative-collaborative, attente all’equità per contrastare le disuguaglianze di salute e far maturare nuove consapevolezze e capacità nell’affrontare – insieme – i tempi bui che stiamo vivendo. La cultura e le arti performative sono pratiche, che per la loro stessa natura, possono diventare trasformative e salutogeniche se orientate, nella visione e nella metodologia, a far emergere i sentimenti e le risorse che risiedono nelle persone, e nel loro stare insieme organizzato.
Le esperienze narrate si distinguono tutte per il loro grande valore trasformativo. Ciascuna capace di aprire nuove visioni e nuove possibilità. Un’opera che dimostra come il teatro e la danza possono diventare preziose vie per il ben-essere dei cittadini anche in setting molto diversi fra loro, non sostituendosi ad approcci più tradizionali, ma integrandoli, re-significando, così, gesti, luoghi, parole, relazioni. Le arti performative possono contribuire a moltiplicare capitale sociale, generare reti e riti inediti della cura, riconoscere empatie smarrite e ritrovate, costruire alleanze e spalancare nuovi spazi di possibilità.
Accomuna le 13 progettualità qui raccolte la medesima tensione all’ingaggio del pubblico, dei destinatari, in una visione dove attore e spett-attore spesso si sovrappongono fino a confondersi l’uno nell’altro; avamposto di un futuro diverso e possibile dove etica ed estetica camminano insieme.