Dall’inizio del 2025 ad oggi sono stati registrati 51 casi di femminicidi (1): 1 donna ogni 4 giorni.
È importante definire il termine femminicidio per distinguerlo da ciò che si intende per omicidio di una donna al fine di consentire una corretta raccolta di dati per un inquadramento condiviso del fenomeno.
Il termine femminicidio è un neologismo che risale agli anni ‘90, introdotto per qualificare gli omicidi basati sul genere, che vedono come vittima la donna “in quanto donna”.
In un momento in cui non erano ancora conosciuti dati da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si è ritenuto importante dare un nome a questa tipologia di omicidio al fine di rendere “visibile” il fenomeno (2).
È infatti riconosciuto che la violenza femminicida costituisce una crisi della salute pubblica globale che richiede una risposta preventiva e tempestiva. Secondo i dati dell’OMS, nel mondo una donna su tre è stata vittima di violenza fisica e sessuale nel corso della vita, con un 38% dei femminicidi commessi dai partner (3).
I femminicidi violano i diritti umani fondamentali di vita, libertà e sicurezza personale e sono un ostacolo anche per lo sviluppo sociale ed economico. L’EIGE (European Institute for Gender Equality) (4) stima che in Italia ogni anno il costo economico della violenza di genere sia superiore a 49 miliardi di euro. Questa stima include la spesa per cure sanitarie e servizi sociali, il sistema di giustizia, la perdita di produttività economica e l’impatto fisico ed emotivo, con conseguente riduzione della qualità della vita (5).
Il rischio di violenza accresce con l’aumentare della vulnerabilità sociale delle donne, della disuguaglianza giuridica e del basso accesso all’istruzione, fattori che portano a esacerbare disuguaglianze di genere, stereotipi e discriminazione sociale.
La revisione sistematica di Caroppo, et al. (6) ha l’obiettivo di proporre una definizione di femminicidio che possa consentire la realizzazione di adeguate politiche e strategie di prevenzione mirate a promuovere una cultura dell’equità. Il complesso problema della violenza di genere deve essere affrontato con un approccio interdisciplinare, tramite interventi mirati sia per le vittime che per gli autori di violenza.
La definizione di femminicidio proposta nella revisione sistematica è più ampia e strutturata:
“Omicidio perpetuato a causa del fallimento di riconoscere i diritti e l’autodeterminazione della vittima”.
Questa definizione dovrebbe aiutare a circoscrivere i pattern che conducono alla violenza e all’uccisione di una donna e a comprendere le cause più profonde che portano a commettere un femminicidio: quanto incidono l’infermità mentale, l’abuso di sostanze e i fattori socio-culturali?
La presente revisione sistematica mostra che non è possibile collegare i femminicidi ai disturbi mentali mentre i fattori socio-culturali sembrano essere molto più rilevanti.
È fondamentale sottolineare che confrontare i dati relativi ai femminicidi per ogni paese del mondo non è così semplice e ciò è dovuto a differenze sia a livello legale che nella raccolta dei dati.
Quel che è chiaro, però, è che il numero di omicidi intenzionali di donne sono aumentati in tutto il mondo negli ultimi anni.
Metodi
La revisione sistematica è stata condotta secondo il metodo PRISMA. Gli studi inclusi sono stati pubblicati dal novembre 2022 ad aprile 2023. La ricerca è stata eseguita su PubMed, Scopus, Embase e Web of Science.
Sono stati considerati gli studi che sottolineavano esplicitamente la necessità di distinguere l’infermità mentale da altri cofattori dei femminicidi. In particolare, sono stati inclusi gli articoli che definivano esplicitamente il femminicidio, nonché quelli che, pur non utilizzando questo termine, analizzavano in modo approfondito le differenze tra omicidi generici e omicidi con vittime di sesso femminile/con donne come vittime.
Inoltre, gli studi dovevano includere le risposte a cinque domande di ricerca:
- Cos’è un femminicidio?
- C’è una diretta relazione tra disturbi mentali e femminicidi?
- L’uso di droghe o alcol è collegato ai femminicidi?
- Quali sono le relazioni tra femminicidi e aspetti socio culturali?
- Qual è la relazione tra femminicidio, status socio-economico e contesto?
Analisi dei dati
È stata condotta una sintesi qualitativa dei dati, data l’eterogeneità delle informazioni raccolte relative a femminicidi avvenuti in contesti differenti e ottenute mediante l’impiego di strumenti e metodi d’indagine diversi.
Sono state identificate 3436 pubblicazioni attraverso la ricerca in quattro banche dati. Nella revisione sistematica finale sono state valutate per l’ammissibilità, secondo i criteri di idoneità, 75 pubblicazioni.
- Cos’è un femminicidio?
La revisione sistematica include 75 pubblicazioni, delle quali solo 47 forniscono una definizione esplicita del femminicidio, inteso come l’insieme degli omicidi aventi come vittime delle donne. Altri studi, tuttavia, considerano anche la motivazione di genere, definendo il femminicidio come la massima espressione della violenza esercitata nei confronti di una donna in quanto tale. Sono compresi anche gli omicidi atti per negare l’autodeterminazione della donna, come i femminicidi di ribellione o di onore. I femminicidi come estrema forma di violenza del partner intimo (IPV) e infine il femminicidio – suicidio (IPF-S) considerato tale quando il colpevole è un partner intimo che a seguito dell’omicidio si toglie la vita.
- C’è una diretta relazione tra disturbi mentali e femminicidi?
Solo una piccolissima percentuale degli autori del reato risultava affetta da disturbi mentali diagnosticati al momento del femminicidio. Ad esempio, nello studio di Santos-Hermoso et al. (6) sono stati analizzati 97 casi di femminicidio in Spagna e il grado di psicopatia degli uomini è stato valutato usando la “Psychopathy Checklist-Revised”.
I risultati hanno dimostrato che gli uomini che avevano commesso un femminicidio avevano dei bassi punteggi. Un altro studio, condotto in Turchia su 41 detenuti incarcerati per femminicidio, ha evidenziato che, in relazione ai traumi infantili e alla presenza di psicopatologie, non sono emerse differenze significative rispetto al gruppo di controllo.
Alcuni studi sembrano andare in una direzione opposta, ad esempio Lysellet al. (6) hanno mostrato che i disturbi mentali erano un fattore di rischio significativo per il femminicidio-suicidio. Un’interpretazione potrebbe risiedere nel fatto che il disturbo mentale dell’omicida sia un fattore di rischio solo per alcuni tipi di femminicidi.
- L’uso di droghe o alcol è collegato ai femminicidi?
Nello studio condotto in Turchia sopracitato (6), non sono state trovate differenze significative rispetto all’uso di sostanze con il gruppo di controllo. In un altro studio con cluster analisi su 237 casi di femminicidi in Spagna ha mostrato che solo 1 dei 4 profili degli autori di femminicidi identificati erano caratterizzati dall’uso di sostanze. Uno studio di coorte di Sharps et al. (6), condotto negli Stati Uniti tra il 1994 e il 1999, ha mostrato che il consumo di alcol e droghe, sia da parte del colpevole che dalla vittima, hanno una correlazione con i femminicidi e i tentati femminicidi. In linea con questi risultati un altro studio ha mostrato un’associazione tra consumo di sostanze e l’aumento della gravità dei casi.
L’uso di sostanze da parte delle donne può essere un potenziale fattore che favorisce la vittimizzazione delle stesse, come analizzato da Ceaicedo-Roa et al. (6)
- Quali sono le relazioni tra femminicidi e aspetti socio culturali?
Gli aspetti socioculturali sono spesso considerati i principali fattori che portano a un femminicidio. La causa della violenza contro le donne e le giovani donne è da ricondurre alla mascolinità tossica, a norme sociali e alle disparità di genere. 25 dei 75 studi inclusi collegano aspetti socioculturali ai femminicidi. Nello studio condotto in Turchia (6) è stato riscontrato che la visione di ruolo di maschio dominante era una delle differenze significative con il gruppo di controllo, soprattutto per i femminicidi di onore.
- Qual è la relazione tra femminicidio, status socio-economico e contesto?
Lo status socio economico della vittima e del colpevole del reato può influire ed è strettamente correlato con i fattori socioeconomici. Nello studio turco è stato osservato che il tasso di disoccupazione era più alto che nel gruppo di controllo, mentre in altri studi emerge che la sofferenza economica può minacciare lo status patriarcale e inasprire il risentimento rafforzando il comportamento violento nei confronti delle donne. Nello studio di McFarlane et al. (6) viene dimostrato che le vittime di femminicidio avevano una maggiore probabilità di essere disoccupate rispetto al gruppo di controllo. In altri studi viene messo in evidenza che numerosi fattori non clinici, ovvero i determinanti sociali, possono essere tra i fattori che alimentano la violenza e, in particolare, sui gruppi vulnerabili della popolazione.
Conclusioni
I femminicidi sono la conseguenza di un mix di aspetti culturali, personali, educativi, sociali ed economici. Inoltre, non deve essere tralasciato che la violenza del partner spesso avviene quando la relazione è in corso, non necessariamente quando si è conclusa e si dovrebbe dunque agire preventivamente cercando di promuovere una decostruzione culturale della violenza. Analfabetismo, condizione abitativa precaria, condizione economica e sociale di vulnerabilità sono determinanti sociali che hanno un effetto sulla salute delle donne e amplificano i fattori di rischio di violenza.
Il termine femminicidio dovrebbe avere un esplicito rimando alla volontà di negazione dell’autodeterminazione femminile, e in questa prospettiva, il termine assume il significato di violenza contro la libertà e la dignità della donna. La violenza, l’odio e il disprezzo si rivelano quando la donna non si trova dove un uomo la “vuole mettere”. Questo è il paradosso: più l’emancipazione femminile avanza e più gli uomini perdono la loro identità arrivando a perseguitare le donne. La violenza può trasformarsi in un impulso di annientamento soprattutto in uomini fragili, nei quali il potere sulle donne, che la società assegna loro, copre solo precariamente la loro profonda sensazione di impotenza.
I risultati degli studi che si sono concentrati sui disturbi mentali hanno mostrato che solo una piccola e non statisticamente significativa percentuale dei femminicidi è commessa per mano di individui affetti da infermità mentale non diagnosticata.
Analogamente, il consumo di alcol e droghe non sembra essere direttamente correlato ai femminicidi, ma piuttosto ai comportamenti violenti. Il contesto culturale, sociale ed economico sembra essere più rilevante, in particolare nelle comunità patriarcali, dove gli uomini vedono sfidato il loro status tradizionale dai successi raggiunti dalle donne nella società. Allo stesso modo uno status socio-economico basso può aumentare la violenza verso le donne, specialmente quando la vittima è più abbiente rispetto all’uomo.
Viviamo in un’epoca in cui, a causa di diverse questioni, l’essere umano, inteso come persona, corre il rischio di essere schiacciato dagli eventi. Non si può rimanere ciechi di fronte al rischio di disumanizzazione. Gli autori, con la revisione sistematica qui presentata, auspicano di poter contribuire a far luce su un fenomeno così grave come il femminicidio, affinché si possano evitare violenze su donne minacciate dal solo fatto di essere donne.
Il 1522 è il numero gratuito da tutti i telefoni, attivo 24 ore su 24, che accoglie con operatrici specializzate le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking. È accessibile dall’intero territorio nazionale, sia da rete fissa che mobile. L’accoglienza è disponibile in italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, tedesco, e su appuntamento: albanese, persiano, algerino, siriano, siro-libanese, marocchino, egiziano, berbero, cinese.
Bibliografia
- Osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi, transcidi. Non Una Di Meno – Osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi, transcidi
- ISTAT, 2018 Analisi-delle-sentenze-di-Femminicidio-Ministero-di-Giustizia.pdf
- Health care for women subjected to intimate partner violence or sexual violence: a clinical handbook. World Health Organization, 2014, WHO/RHR/14.26
- The costs of gender-based violence in the European Union. European Institute for Gender Equality. 2021, https://eige.europa.eu/gender-based-violence/costs-of-gender-based-violence?language_content_entity=en
- Prevenire la violenza di genere | SaluteInternazionale
- Caroppo et al., 2024. Unveiling the Dark Nexus: A systematic review on the interplay of mental health, substance abuse, and socio-cultural factors in femicide https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37838582