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determinanti commerciali della salute

I Determinanti commerciali della salute: una bussola per orientare le azioni future

Un’alternativa al modello dominante è possibile

Gli attori commerciali esercitano il loro potere strutturale e la loro influenza attraverso pratiche che includono investimenti, produzione, marketing e occupazione. Esercitano anche un’influenza significativa attraverso un potere che concerne le idee e che modella narrazioni, norme e ideologie. Queste diverse forme di potere vengono utilizzate efficacemente in tutti i settori produttivi, anche i settori di prodotti non salutari, limitando l’azione in materia di sanità pubblica.

Con la definizione di Determinanti commerciali della salute, dall’inglese Commercial Determinants of Health(per brevità CDOH), si fa riferimento ai sistemi, pratiche e vie tramite cui gli attori commerciali promuovono la salute e l’equità. Nell’articolo I determinanti  commerciali della salute: come influiscono sulla salute e l’equità pubblicato a febbraio, viene descritto nei dettagli l’attuale modello sui CDOH, che evidenzia i molti modi in cui gli enti commerciali danneggiano la salute e l’equità. II modello suggerisce la necessità di cambiare il modo in cui le nazioni definiscono e misurano il progresso e il ruolo degli attori commerciali nel raggiungimento di tale progresso. Lo studio Friel del 2023, di cui si offre la sintesi in italiano, tenta di fornire risposte e suggerire direzioni future per individuare un’alternativa al modello dominante.

Un progresso sociale sostenibile richiede di mutare lo status quo, che gli attori commerciali e alcune istituzioni pubbliche, onde evitare di perdere i benefici che ne traggono, si adoperano per mantenere, ricorrendo a varie strategie che sono espressioni di potere e spesso chi ha più potere riesce meglio a farsi ascoltare e a far valere i suoi interessi. Fondamentalmente, affrontare i determinanti commerciali della salute e le disuguaglianze di salute richiede un riequilibrio delle asimmetrie di potere.

Esistono opportunità e ambiti per operare un cambiamento del sistema attuale, aree di azione che in ordine decrescente investono i sistemi economici e politici, le cornici internazionali e le politiche e regolamenti interni, i tipi e i modelli di business fino alle campagne sociali e politiche.

Il sistema politico ed economico

Prestare un’attenzione eccessiva alla crescita del prodotto interno lordo ha consentito uno sviluppo  economico insostenibile che non tiene conto dei danni ambientali o sanitari. Leggi e politiche indirizzate a rimodellare il capitalismo dominante, adottando i principi dell’economica del benessere, che mettono al primo posto il benessere delle persone e del pianeta, modelli economici a ciambella, che si basano su principi rigenerativi e distributivi per soddisfare i bisogni di tutti a livello globale, modelli di economia circolare, basati sul ribasso, la riduzione, il riutilizzo, il riciclo e la riparazione di materiali e prodotti, stanno acquistando popolarità, e riflettono cambiamenti socioculturali che si allontanano dall’iperconsumismo. Nel corso del tempo, tali approcci potrebbero incentivare migliori tipi di commercio su larga scala.

Cornici internazionali, politiche e regolamenti interni

Nell’agenda degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, l’obiettivo n. 17 riflette l’ideologia neoliberista, dichiarando l’impegno a favore della liberalizzazione del commercio e di approcci multilaterali, che privilegiano il settore privato. Tuttavia, non mancano promesse concrete garanti di coesione politica e protezione delle politiche pubbliche. La tensione che emerge tra approcci in contrasto tra loro, mette in evidenza una divisione nella governance globale per la salute, visibile, ma non limitata alle politiche delle malattie non trasmissibili. Da un lato La Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco, rappresenta un accordo giuridicamente vincolante, che esige che le azioni politiche vengano tutelate dal potere dell’industria del tabacco, dall’altro la Dichiarazione politica delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili invece suggerisce di affrontare l’obesità e i danni alcolcorrelati adottando approcci normativi di cui è riconosciuta la poca efficacia – l’autoregolamentazione e la responsabilità sociale delle imprese – o ricorrendo a partenariati spesso privi di credibilità.

La recente attenzione dell’OMS ai Determinanti Commerciali della Salute (la definizione compare nella versione aggiornatadel Glossario OMS di cui Dors ha curato la traduzione italiana) rappresenta l’opportunità per affrontare la questione e dirigere l’azione. L’OMS dovrebbe sostenere i governi nazionali nell’attuazione di leggi efficaci a contrastare le tante influenze che gli attori commerciali esercitano sulla salute, non solo i produttori di beni per tradizione dannosi (tabacco, alcol, cibi processati) ma anche l’industria mineraria, la tecnologia e i social media, le industrie automobilistiche e tutte quelle pratiche commerciali che possono portare a disuguaglianze di salute. Una governance efficace per la salute deve definire regole per il coinvolgimento o meno degli enti commerciali e per i conflitti di interesse.

La già citata La Convenzione quadro dell’OMS per la lotta contro il tabagismo viene menzionata come modello nel far fronte ad un problema di salute che ha le dimensioni di un’epidemia globale, ponendo un freno agli interessi commerciali. Tuttavia, pur dichiarando, articolo 5.3 che “nella definizione e nell’attuazione delle loro politiche di sanità pubblica in materia di lotta al tabagismo, le Parti agiscono per proteggere tali politiche dagli interessi commerciali e da altri interessi acquisiti dall’industria del tabacco”, la Convenzione presenta dei limiti: implementazione non equa tra paesi, ostacoli all’effettiva partecipazione dei paesi a basso e medio reddito (LMIC), con un incremento  delle disuguaglianze globali, risorse carenti per una piena attuazione. L’articolo 5.3 è al momento più una dichiarazione di intenti che una realtà, mentre l’industria del tabacco continua ad investire ricorrendo a strategie volte ad influenzare anche se in modo indiretto e pertanto difficili da rivelare: gestione della reputazione, attività di pubbliche relazioni, gruppi di opinione fittizi.

Per agire con obiettivi di più ampia portata, alcuni governi puntano alla costruzione di una governance che abbracci strategie multisettoriali, meccanismi di coordinamento di livello nazionale e collaborazione internazionale. Risposte politiche esaustive potrebbero derivare da una Convenzione non limitata ad un solo prodotto ma al controllo di tutti i CDOH, forte del sostegno continuo dell’OMS e dei suoi Stati membri, e di altre agenzie delle Nazioni Unite. Questa Convenzione potrebbe fornire ai governi nazionali, in particolare nei paesi a basso e medio reddito, una difesa legale e una cornice per agire verso i CDOH, e alle organizzazioni della società civile una piattaforma da cui esercitare pressioni in modo incisivo.

Politica macroeconomica
I governi nazionali portano avanti obiettivi di politica macroeconomica attraverso accordi internazionali di commercio e di investimento spesso influenzati dagli attori commerciali che intendono promuovere il libero mercato e norme orientate alla liberalizzazione e deregolamentazione. Questi accordi favoriscono gli interessi del settore privato, sovente a spese della salute.

Esistono tuttavia esempi virtuosi di governance della politica commerciale. In Ghana, a seguito dell’aumento delle importazioni di carni di bassa qualità e ad alto contenuto di grassi, il governo ha implementato norme alimentari che si applicano a tutte le carni nazionali e importate, in accordo  con gli impegni dell’Organizzazione mondiale del commercio di non essere discriminatorie ed essere evidence-based.
Quando il parlamento australiano ha introdotto leggi che richiedevano pacchetti di sigarette privi di marchi, lo fece nell’interesse della salute pubblica. La multinazionale Philip Morris, dopo avere perso la causa presso l’Alta Corte australiana, ha presentato una controversia da risolvere in arbitrato internazionale e ha perso anche questa volta. È stata una vittoria per la salute pubblica. Questo rafforzamento del settore pubblico ha sortito un effetto valanga nei negoziati per l’accordo del Partenariato Trans-Pacifico finalizzato alla libera circolazione di prodotti e capitali tra Asia e Pacifico. L’esclusione del tabacco dal testo dell’accordo finale non è perfetto ma riflette il potenziale di protezione che potrebbe essere esteso ad altri settori della salute pubblica.

I professionisti della sanità pubblica per essere più influenti, devono acquisire o approfondire le competenze utili a comprendere gli effetti delle politiche commerciali sugli esiti di salute e devono promuovere la trasparenza durante le negoziazioni. I gruppi della società civile possono contribuire ad estendere il pubblico ingaggio e domandare un’azione di governo, per garantire politiche commerciali ed economiche orientate a salute ed equità.

Tassazione
Per migliorare la salute e l’equità sono essenziali finanziamenti pubblici adeguati, garantiti da efficaci sistemi fiscali, che possono anche contribuire a ridurre i danni commerciali. Le tasse forniscono entrate per l’assistenza sanitaria, la sanità pubblica e le organizzazioni della società civile di interesse pubblico, scoraggiando il consumo o la produzione di prodotti nocivi e riducendo le disuguaglianze di reddito e di ricchezza.

Un elemento essenziale di un sistema fiscale efficiente è l’effettiva tassazione delle potenti multinazionali, che negli ultimi 50 anni si sono opposte agli aumenti delle imposte e hanno spesso scelto di investire in paradisi fiscali offshore, o di evadere le tasse, fare lobbying e utilizzare esenzioni fiscali per le attività principali. Le multinazionali hanno privato i paesi di almeno 245 miliardi di dollari in tasse ogni anno, solo servendosi dei paradisi fiscali.

Per attuare con efficacia le norme fiscali nazionali è necessaria una migliore cooperazione a livello internazionale e a tale proposito esistono segnali di un cambiamento di mentalità. Nel mese di luglio 2021, i ministri delle finanze del G20 hanno appoggiato il tentativo negoziato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), di far pagare più tasse alle multinazionali. Centrotrenta paesi hanno concordato una riforma fiscale globale in due parti, che obbliga le multinazionali a pagare più tasse in quei paesi a cui vendono prodotti o servizi e fissa al 15% l’aliquota minima globale per l’imposta sulle società. Tuttavia, la difficoltà sarà nei dettagli concreti, ancora in fase di negoziazione, ad esempio quali imprese verranno coinvolte e quali modifiche fiscali ne deriveranno. Alcuni Paesi a basso e medio reddito hanno criticato l’accordo che si limiterebbe alle vendite, trascurando che un’impresa può essere presente in un paese con scopi di produzione o estrazione: secondo questi paesi il modello continuerebbe a trasferire ricchezza verso i paesi ad alto reddito.

Degna di nota l’assenza o quasi delle esternalità quando si parla di tasse. Se le esternalità sanitarie, sociali e ambientali fossero incluse nella tassazione, gli attori commerciali sarebbero meno incentivati a produrre e vendere prodotti nocivi e i minori profitti ridurrebbero il loro potere strutturale. Adottare nella politica fiscale il principio che “chi inquina paga” e una contabilità dei costi reali, potrebbero migliorare le finanze disponibili per la salute e lo sviluppo e contribuire ad affrontare i determinanti commerciali della salute.

Appalti pubblici
Tramite gli appalti pubblici i governi acquistano beni e servizi e controllano i CDOH.  Il Brazilian National School Feeding Program (PNAE), è un esempio di politica di appalti pubblici che migliora la salute dei bambini in età scolare attraverso la promozione di diete adeguate, favorisce l’economia locale e la sussistenza dei lavoratori locali, delle famiglie di agricoltori, dei gruppi indigeni e di altri gruppi svantaggiati, infine protegge i servizi ambientali degli insediamenti rurali minori e delle aree protette. Il PNAE è il più ampio programma di pasti scolastici al mondo e deve acquistare il 30% delle scorte alimentari da piccole aziende agricole a conduzione familiare. L’alimentazione scolastica in Brasile è un diritto universale degli studenti iscritti all’istruzione pubblica primaria e un dovere dello Stato, garantito dalla costituzione. Inoltre il Brazilian National School Feeding Program regolamenta la vendita e la commercializzazione di cibo all’interno e all’esterno dei locali scolastici.

Il settore commerciale: Tipologie e modelli alternativi di business

Prove scientifiche sempre più numerose dimostrano che i modelli di business dominanti impongono costi elevati al progresso sociale e al benessere umano e planetario. Modelli di business alternativi possono considerare prioritari esiti sociali e ambientali positivi e possono spostare il focus dagli azionisti ai bisogni dei portatori di interesse. Un modello di business sostenibile, attento all’ambiente, alla sicurezza, alla salute, identifica i profitti come mezzo piuttosto che fine in sé e intende creare valore non solo per gli affari dell’impresa, i suoi clienti e partner commerciali, ma anche per i diversi stakeholder, compresi i gruppi ambientalisti e le comunità locali.

Le Società Benefit (note anche come B Corporation) incorporano le questioni sociali e ambientali nei loro modelli di business, con l’obiettivo dominante di creare effetti sociali positivi piuttosto che massimizzare il profitto. Restano alcune questioni aperte: l’approccio sarà utilizzato solo da poche aziende di piccole dimensioni? Se scalabile, come eviterà di diventare una versione aggiornata della responsabilità sociale d’impresa e potrà essere adottato da grandi società quotate in borsa, per catalizzare un cambiamento nell’attuale ordine economico?

Entità commerciali come le cooperative sono di proprietà collettiva dei membri, che hanno il potere decisionale. Le cooperative sono spesso motivate dall’aiuto reciproco, dal senso di responsabilità, dalla democrazia, dall’uguaglianza, dall’equità e dalla solidarietà. In quanto aziende di proprietà, gestite dai soci e al servizio dei soci, le cooperative offrono il potenziale per consentire alle persone di prendere decisioni che influenzano le loro vite.

Forme alternative di investimento: Investimento pubblico e investimento privato
Un’opzione per gli investimenti è l’investimento pubblico. A livello internazionale, il concetto di Global Public Investment è stato sviluppato per riconoscere la necessità che aveva la finanza pubblica internazionale di elaborare un nuovo quadro per la politica fiscale, idoneo alle sfide globali attuali e future. A livello nazionale, nei paesi dell’OCSE, i governi stanno attualmente investendo nella tecnologia agroalimentare, con l’obiettivo di creare sistemi alimentari resilienti ai cambiamenti climatici e aumentare la sicurezza alimentare. È cruciale integrare aspetti di equità sociale e salute in queste strategie di investimento.

Attraverso nuove forme di finanziamento sociale, un certo numero di imprese sociali mira a creare valore sociale, compresa la prevenzione delle malattie. Ad esempio, un modello di finanziamento degli appalti socialmente responsabili viene utilizzato nei partenariati del governo australiano di Victoria (Partnership Addressing Disadvantage PAD), partenariati che riuniscono i settori pubblico, privato e no-profit, per la realizzazione di programmi di contrasto a dilaganti problemi sociali, collegando i pagamenti governativi al raggiungimento di esiti sociali condivisi.

Altre forme di finanziamento includono investimenti a impatto sociale, finanziamento del debito, crowdfunding, sostegno al credito, sovvenzioni e finanziamenti fiscali agevolati. Le forme di finanziamento misto possono consentire a una gamma più ampia di investitori, di sostenere iniziative a livello locale per integrare gli investimenti statali. Ad esempio, i comuni indiani su cui l’imprenditoria sociale locale ha effettuato investimenti hanno riscontrato diminuzione delle disuguaglianze di reddito, e l’effetto è stato più forte nelle imprese sociali con un’organizzazione collettiva dalla forte identità.

L’altra opzione per gli investimenti è l’investimento privato. Fondamentalmente, il capitalismo del 21° secolo non è più dominato da imprese che traggono profitto da prodotti e servizi: i principali attori del sistema commerciale includono investitori del settore finanziario che gestiscono fondi pensione, fondi speculativi e società che amministrano ricchezza. Proprio gli investitori finanziari, diventano attori chiave.

Lo sviluppo di indicatori, inclusi gli indicatori ambientali, sociali e di governance, consente agli investitori di decidere in modo informato e oltre un terzo dei grandi proprietari di ricchezza ha aderito ai Principi per l’investimento responsabile delle Nazioni Unite. Sarebbe auspicabile che venissero compresi anche indicatori sanitari. Tuttavia, è importante evitare che le imprese utilizzino gli indicatori ambientali, sociali e di governance semplicemente come forma di gestione della reputazione, promuovendo prospettive ingannevoli, con il fine di ottenere una credibilità fuori luogo e distogliere nel contempo l’attenzione dalle loro attività dannose.

Un altro meccanismo di governance potenzialmente utile del settore privato è la Task Force on Climate Related Financial Disclosures. Nata nel 2015 (il suo mandato si è concluso alla fine del 2023), con l’obiettivo di affrontare e quantificare i rischi generati dal cambiamento climatico sulla stabilità del sistema finanziario mondiale, annovera grandi imprese, investitori, banche, assicurazioni e agenzie di rating del credito. La Task Force on Climate Related Financial Disclosures ha elaborato delle raccomandazioni sull’informativa climatica e chiede ad ogni organizzazione aderente la rendicontazione sulla governance, la strategia e la gestione del rischio adottate, e analisi di scenario in grado di prendere in considerazione i potenziali effetti di una transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Sebbene non esista l’obbligo di rendicontare e divulgare dati da parte delle aziende, esistono precedenti, ad esempio la direttiva Unione Europea n. 95 del 2014 sulla comunicazione di informazioni di carattere non finanziario, che mira ad introdurre e rafforzare comportamenti virtuosi da parte delle imprese e a incrementare la fiducia degli investitori e degli stakeholder, rendendo obbligatoria la rendicontazione di sostenibilità.

Ci sono motivi di ottimismo sulla possibilità che gli investimenti etici riescano a prendere slancio. Tobacco Free Portfolios, organizzazione no-profit che collabora con il mondo finanziario per indirizzarsi ad una finanza libera dal tabacco, si è guadagnata il sostegno e il disinvestimento nell’industria del tabacco da parte di fondi pensione e banche. Ad oggi, il disinvestimento riflette in larga misura il successo delle strategie di controllo del tabacco nell’aumentare i rischi finanziari ed etici per chi investe. Ma, una più stretta collaborazione tra la sanità pubblica e chi è impegnato in strategie di disinvestimento, potrebbe offrire ulteriori opportunità: gli investitori comprenderanno meglio i rischi emergenti e il mondo della salute pubblica sarà in grado di accedere più agevolmente all’ambito finanziario.

Se gli investimenti etici possano realmente migliorare gli effetti che le imprese hanno sul benessere, dipenderà dal potere politico, che deve essere chiamato in causa per richiedere alle imprese di mantenere ed espandere i cambiamenti attuati.

Le autorità pubbliche possono intervenire e limitare la possibilità che ha un’impresa di offrire indicazioni infondate sui benefici per la salute dei loro prodotti e di commercializzare prodotti non salutari, disincentivare il consumo di prodotti non salutari (attraverso tasse) e garantire che gli appalti pubblici favoriscano le opzioni salutari.

Mobilitazione della società civile

La società civile gioca un ruolo importante nel sistema di governance dei CDOH: organizzazioni sanitarie e altre organizzazioni della società civile prive di interessi commerciali, gruppi di base, giornalisti, l’università, i cittadini contribuiscono a mobilitare l’azione sui CDOH e a sviluppare strategie efficaci.

La società civile esercita il suo potere e promuove cambiamenti in cinque ambiti: raccoglie dati, prove scientifiche e testimonianze sui danni che i CDOH possono causare alla salute e all’equità; incoraggia la trasparenza, rendendo noto e denunciando il ruolo svolto dagli attori commerciali, per indurli a denormalizzare le pratiche dannose; cerca di modificare le politiche governative nocive per la salute e di contrastare l’interferenza dell’industria nei dibattiti politici. Facendo advocacy a favore di una corretta regolamentazione, tasse eque, impiego e modelli commerciali orientati alla salute umana e del pianeta, e domandano una migliore informazione ed educazione, indipendenti dall’industria, la società civile cerca di persuadere i funzionari pubblici ad agire. Promuove un cambiamento delle idee e delle narrazioni che vengono diffuse dal settore commerciale: mette in discussioni concetti come lo stato-balia o stato assistenziale e l’enfasi sulla responsabilità individuale negli stili di vita non salutari.  Infine, la società civile partecipa a cambiare le strutture di governance.

Coalizioni, campagne, contenziosi
Le organizzazioni della società civile hanno creato coalizioni e alleanze, talvolta con partner non comuni, la cui presenza può contribuire a cambiare l’opinione pubblica su un problema e offrire l’occasione per agire. La  Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’OMS,  ha stimolato i gruppi della società civile a creare nei primi anni 2000 l’Alleanza della Convenzione quadro. Con una rete di quasi 300 organizzazioni provenienti da più di 100 paesi, l’Alleanza monitora l’adesione dei governi alla Convenzione quadro per il controllo del tabacco, scambia le migliori pratiche e rafforza l’attuazione nazionale e internazionale del trattato. Tuttavia, l’insufficienza dei finanziamenti rimane un ostacolo all’efficacia delle coalizioni.

Altri strumenti a cui hanno fatto ricorso gli attori della società civile sono azioni di advocacy e campagne di salute pubblica. Le campagne consentono a chi si oppone ad una specifica pratica commerciale di prendere di mira un’industria o un’agenzia governativa, mobilitare partner trasversali a più livelli, e cambiare tattiche e messaggi in risposta alle mutevoli condizioni. Il successo di questa strategia è esemplificato dalla Treatment Action Campaign, che in Sud Africa ha costretto le aziende farmaceutiche a migliorare l’accesso ai farmaci antiretrovirali. Anche l’attivismo accademico è stato spesso una forza importante per il cambiamento sociale.

Diversi gruppi della società civile di ambito nazionale e mondiale hanno utilizzato, per strategia, questioni di natura etica, impiegando il potere discorsivo e di rete per persuadere gli investitori a disinvestire dalle aziende. Inquadrare in modo efficace e convincente le questioni, può indurre gli investitori a provare vergogna, evidenziare i rischi di investire in industrie dannose e promuovere investimenti alternativi socialmente responsabili. Tali iniziative hanno portato a disinvestire centinaia di miliardi di dollari dalle industrie del tabacco, dei combustibili fossili e delle armi da fuoco.

La legge può essere un potente determinante della salute e gli attori della società civile ne hanno fatto ricorso, attraverso contenziosi strategici. Le leggi possono responsabilizzare gli individui e le comunità e autorizzare i governi ad agire per promuovere gli interessi pubblici. Gli accordi giudiziari contro i produttori di oppioidi, le aziende del tabacco, i produttori di pesticidi, le case automobilistiche e altre industrie, hanno evidenziato che il contenzioso in materia di salute pubblica può far vincere risarcimenti per le vittime di danni provocati da aziende di prodotti non salutari, rimborsare i governi per riparare ai danni aziendali, promuovere una regolamentazione efficace, scoraggiare futuri illeciti e cambiare le norme sociali nei confronti dell’industria.

Il contenzioso in tema di clima ha in modo efficace dimostrato il nesso esistente tra rischi per la salute umana e effetti di dannosi cambiamenti climatici. Le rivoluzionarie decisioni giudiziarie relative al cambiamento climatico in Australia e nei Paesi Bassi hanno fatto luce sulla portata delle richieste di risarcimento basate sul dovere nei confronti degli individui di modificare le traiettorie delle emissioni da parte delle società di combustibili fossili.

Rimane un problema non trascurabile: le organizzazioni di interesse pubblico spesso lottano per disporre di finanziamenti che le imprese invece garantiscono alle loro organizzazioni di facciata. Stanziare fondi pubblici per sostenere le organizzazioni della comunità che monitorano il rispetto della legge da parte delle imprese, è una strategia promettente per aumentare il potere e le risorse della società civile.

Conclusioni

In sintesi per raggiungere il progresso sociale saranno necessarie azioni molteplici a più livelli da parte di attori diversi:

· gli enti commerciali devono cambiare i loro modelli di profitto ad ogni costo e abbracciare modelli di business più consapevoli dal punto di vista sociale e ambientale, rispettare le normative che intendono prevenire pratiche e prodotti dannosi e non opporsi alle politiche di salute pubblica che mettono a repentaglio il loro potere o i loro profitti.

· Gli stati devono utilizzare il loro potere normativo per cambiare i sistemi politici e incentivare gli investimenti in modelli di business essenziali per la salute, l’equità e la sostenibilità.

· I gruppi della società civile devono far sentire la loro voce collettiva, articolare visioni alternative e ritenere responsabili gli attori commerciali e i governi.

· Il mondo accademico e i ricercatori devono fornire prove scientifiche adatte allo scopo e presentate nel modo giusto, al momento giusto, al pubblico giusto.

· Gli attori della salute devono rompere con l’egemonia di un modello biomedico di salute e impegnarsi in modo più ampio, ad esempio, con influenti attori del commercio, della finanza e delle imprese.

Lo studio Friel 2023 dimostra che non esiste una soluzione semplice per frenare i danni causati dai CDOH. È necessaria un’azione immediata sia su settori specifici dell’industria che a livello di sistema commerciale. Il compito è arduo, ma con l’impegno trasversale di tutte le parti coinvolte, un lavoro di rete e con un sostegno continuo è possibile ottenere un cambiamento un tempo impensabile.

Riferimenti bibliografici

Friel S, Collin J, Daube M, et al. Commercial determinants of health: future directions. Lancet 2023; 401: 1229-38. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(23)00011-9.

Gilmore AB, Fabbri A, Baum F, et al. Defining and conceptualising the commercial determinants of health. Lancet 2023; 401: 1194-1213. https://doi.org/10.1016/S0140-6736(23)00013-2.

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