“Le ragazze stanno bene?”. A questa domanda ha cercato di dare una risposta Ipsos che, insieme a Save the Children, ha condotto un’indagine all’interno della Campagna social #chiamalaVIOLENZA. Hanno partecipato all’elaborazione del report anche il Dipartimento Giustizia minorile e di Comunità e gli Istituti penali per minorenni.
Lo studio si basa su un campione di 800 giovani tra i 14 e i 18 anni a cui sono state somministrate interviste sulle loro relazioni, sugli stereotipi di genere, sul consenso ai rapporti sessuali, sui comportamenti di controllo e violenti e su quanto questi siano normalizzati e accettati, includendo sia la vita on line sia quella off line.
La dimensione studiata è la cosiddetta “onlife“, neologismo che descrive l’intreccio fra realtà online e offline connaturato al nostro modo di socializzare e comunicare. Mentre le generazioni più adulte percepiscono i due mondi separati, per la generazione degli/delle adolescenti i due mondi sono indissolubili.
Veniamo ai dati emersi dalle interviste:
• Il 30% degli adolescenti considera la gelosia un segno d’amore
• Il 21% condivide la password del cellulare e dei social ritenendolo normale
• Il 65% dichiara di avere subito comportamenti di controllo da parte del partner
• Il 17% considera lo schiaffo una prassi normale
• Il 29%, in caso di rapporti sessuali non consenzienti, colpevolizza le vittime per il loro abbigliamento e la loro condotta “provocante”
• Il 24% pensa che se non dice con fermezza “no”, la ragazza sia disponibile al rapporto sessuale
• Il 21% dichiara che se anche una ragazza ha assunto sostanze, sia in grado di scegliere se avere un rapporto sessuale
• Il 39% crede che ad avere più inclinazione a sacrificarsi in una relazione siano le donne.
• Il 69% degli adolescenti pensa che le ragazze siano più predisposte a piangere dei ragazzi
• Il 64% afferma che le ragazze siano in misura maggiore in grado di esprimere le proprie emozioni
• il 50% pensa che le ragazze sappiano meglio prendersi cura delle persone.
• il 52% delle/dei giovani dichiara di aver subìto comportamenti violenti all’interno della coppia (si annoverano fra questi: essere cercati insistentemente al telefono, avere subito un linguaggio violento, subire dei ricatti, avere, con insistenza, richieste di foto intime, subire lanci di oggetti, calci, pugni, schiaffi, spinte, etc.)
Secondo la Responsabile Ricerca e Analisi di Save the Children Antonella Inverno “Preoccupa, analizzando i dati, l’accettazione diffusa di forme di controllo tra le coppie di adolescenti, la tolleranza nei confronti di pratiche violente e la persistenza di stereotipi di genere. Considerare gelosia, possesso e controllo ingredienti accettabili e segni di amore in una relazione di coppia o attribuire una responsabilità alla vittima di una violenza sessuale per il modo in cui è vestita non possono essere considerati retaggi del passato, ma sono opinioni e comportamenti diffusi tra i giovani oggi. È un campanello di allarme che non può essere ignorato. È necessario un intervento sistematico e organico per accompagnare i ragazzi e le ragazze nella crescita affettiva e relazionale”.
Queste le Raccomandazioni di Save the Children, alla luce dei risultati ottenuti attraverso le interviste:
• Integrare, a cura dell’Istat, la raccolta dati sulla violenza di genere con informazioni sulla violenza on-line e sugli adolescenti tra i 14 e i 18 anni
• Introdurre, a cura del Ministero dell’Istruzione e del Merito, percorsi nelle scuole sull’educazione all’affettività
• Assicurare, attraverso il Ministero dell’Istruzione e del Merito e del Ministero della Salute, la formazione dei/delle docenti e dei/delle professionisti/e dell’area socioeducativa e sanitaria sul tema della violenza di genere tra adolescenti
• Promuovere, attraverso la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, campagne informative rivolte alle e agli adolescenti sugli Strumenti a disposizione in caso di violenza. Coinvolgere i giovani nella definizione del nuovo piano strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne
• Garantire, attraverso il Ministero della Salute, alle Regioni e alle Province Autonome, l’apertura di servizi di presa in carico dedicati alle e agli adolescenti in caso di violenza di genere