Le malattie muscolo-scheletriche occupazionali sono il più grande gruppo di malattie da lavoro, e costituiscono, in Italia, i 2/3 delle malattie professionali riconosciute dall’Inail.
Lo studio del National Academy of Science (National Research Council & Institute of Medicine, 2001) conclude che la prevenzione di queste malattie mediante la riduzione delle esposizioni è possibile e produce significativi risparmi per i datori di lavoro riducendo l’esperienza di disabilità dei lavoratori. Le maggiori possibilità di ridurre il rischio di MSD è per mezzo di interventi multipli che comprendano almeno tre fattori: la riprogettazione delle postazioni di lavoro, i cambiamenti dell’organizzazione e gli interventi di promozione della salute.
Gli elementi base degli interventi nei luoghi di lavoro dovrebbero riguardare la riduzione dei ritmi di lavoro, dell’applicazione di forza intensa nelle operazioni, della ripetizione costante delle stesse operazioni nel tempo, del lavoro in posture incongrue insieme all’aumento dell’autonomia dei lavoratori nell’esecuzione di compiti, al miglioramento ergonomico strutturale delle postazioni di lavoro e al miglioramento della fitness dei soggetti, attraverso l’esercizio fisico e la dieta.
Di seguito un breve riassunto delle revisioni sistematiche che prendono in considerazione gli interventi per ridurre questo problema di salute.
- Evidenza limitata dei benefici degli interventi per ridurre la sedentarietà lavorativa
- Interventi per ridurre i disturbi muscoloscheletrici nei lavoratori sedentari
Non ci sono prove sufficienti per affermare che le postazioni di lavoro con piano e sedia regolabili in altezza che permettano di alternare il lavoro seduto a quello in piedi e quelle dotate di tapis-roulant siano efficaci nel ridurre patologie a carico della zona dorsale e lombare.
L’efficacia degli “active traker” (esempio contapassi, pedometro, ecc.) per ridurre l’intensità o la presenza di disturbi a carico della schiena, del collo, della spalla, del gomito/polso e della mano non può essere determinata sulla base delle prove disponibili.
Nonostante la scarsa efficacia degli interventi ambientali, organizzativi e formativi, si documenta che interventi multicomponente costituiti da modificazioni ambientali, organizzative e formative insieme possono ridurre la sedentarietà lavorativa.
- Interventi ergonomici per prevenire i disturbi muscolo scheletrici degli arti superiori e del collo tra i lavoratori di ufficio
- Interventi per prevenire i disturbi muscoloscheletrici degli arti superiori nel luogo di lavoro
Gli studi di valutazione di interventi sull’uso di un supporto per l’avambraccio o di un mouse non convenzionale non hanno riscontrato effetti positivi nella prevenzione delle patologie muscoloscheletriche nei lavoratori d’ufficio. La modifica della postazione di lavoro o una postazione regolabile che permetta di lavorare sia in piedi sia seduti hanno avuto effetto moderato sul dolore o sul disagio dell’arto superiore. Ci sono prove di scarsa qualità che un maggior numero di pause riduca i dolori a carico del collo, della spalla destra, del braccio e dell’avambraccio destro, polso e mano tra gli addetti al data entry.
Gli esercizi di stretching (incluso lo yoga), l’uso di mouse alternativi e supporti per gli avambracci sono risultati moderatamente efficaci nella prevenzione delle MSD. Vi sono prove limitate di un effetto positivo per: programmi di esercizi aerobici, tastiere alternative, dispositivi di puntamento trackball, pause di riposo, programmi di esercizi posturali, programmi di allenamento specializzati.
L’introduzione di un numero maggiore di pause può non avere un effetto sul dolore, disagio e affaticamento dell’apparato muscoloscheletrico rispetto alle pause normali o quelle effettuate secondo necessità. Possono essere, invece, efficaci, nell’aumentare la produttività e le performance sul lavoro. Non si riscontrano differenze tra pause “attive” (camminata nel parco; rilassamento muscolare) e pause “passive” (non si propone alcuna attività) rispetto al disagio e affaticamento dell’apparato muscoloscheletrico e alla produttività e performance lavorativa.
Foto di Andrew Neel su Unsplash