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PSSR

Il nuovo PSSR: la promozione della salute e la prevenzione sono una sfida strategica e prioritaria per il ben-essere e la salute delle persone e del territorio

La seconda edizione, in corso di consultazione, del nuovo Piano Socio-Sanitario Regionale (PSSR) offre una novità sostanziale rispetto al documento tecnico di aprile 2025. La definizione di Promozione della Salute ricorre 21 volte, rispetto alle 4 del documento precedente. Non è solo più citata nella parte del welfare, ma ora è presente in tutto il documento di programmazione socio-sanitaria [ PSSR originale / PSSR evidenziato ].

Questa evoluzione salutogenica è il frutto anche delle audizioni che hanno permesso una “partecipazione attiva di oltre 300 associazioni rappresentative di pazienti, professionisti sanitari, organizzazioni sindacali e istituzioni locali” (pg. 8), che ha aperto uno sguardo non solo concentrato sulle patologie, ma anche sulle risorse salutogeniche delle persone e dei territori. I singoli cittadini, i pazienti, le loro reti sociali, le associazioni del terzo settore, i professionisti sanitari, tutte le organizzazioni e istituzioni possono concorrere a disegnare e monitorare un Servizio Sanitario più equo, universale, globale, quindi centrato sulla relazione con le persone e le loro reti di appartenenza. In questa direzione “la finalità politico-sanitaria del documento è quella di orientare, in modo coerente e integrato, le politiche regionali verso un modello di sanità pubblica equa, accessibile, sostenibile e orientata ai bisogni delle persone e delle comunità, promuovendo un sistema centrato sulla qualità dei servizi, sulla appropriatezza delle prestazioni, sull’innovazione organizzativa e tecnologica e sull’integrazione tra ambito sanitario e sociale” (pg. 14).

Oltre la logica per silos

La funzione della Promozione della Salute, per la sua stessa natura contraddistinta da multi-professionalità e trans-settorialità, è un fattore di trasversalità, una sorta di tessuto connettivo, che permette di “superare la logica per “silos” e la frammentazione delle cure, garantendo interventi integrati anche in ambito di prevenzione, nella gestione delle reti” (pg. 220). Ma non è solo questo. La finalità della Promozione della salute è la centralità della persona nella relazione di cura, assistenza e prevenzione. Uno dei quattro principi fondativi del Servizio Sanitario Nazionale, richiamati nel documento, è la centralità della persona. Essa “valorizza l’umanizzazione, la partecipazione dei cittadini e il loro empowerment, con servizi personalizzati e coinvolgimento attivo delle comunità nella programmazione sanitaria. Passando da una logica a silos, per specialità, a un approccio multidisciplinare e paziente centrico alle cure” (pg. 24). “Mettendo al centro le persone – scrive l’Assessore Federico Riboldi, Assessore alla Sanità, nella premessa – potremo infatti integrare tutte le dimensioni cliniche, sociali e relazionali per rispondere alle esigenze di cura dei cittadini. I pazienti, i familiari e le associazioni rivestiranno un ruolo di primo piano anche nella futura gestione della sanità pubblica” (pg. 8).

Approcci complementari e sinergici

Prima di procede nel commento al PSSR, è necessario chiarire e far riferimento a due concetti rilevanti. Promozione della Salute e Prevenzione sono sinonimi? o sono due concetti in antitesi? O sono due approcci complementari che portano dentro di sé delle specificità? Le strategie e le azioni di prevenzione hanno come finalità di pre-venire (quindi venire prima che qualcosa accada) la comparsa di fattori di rischio (prevenzione primaria), la loro evoluzione in disturbi e patologie (prevenzione secondaria) o dipendenze e infine la cronicizzazione (prevenzione terziaria) in una logica patogenica. Le strategie e le azioni di Promozione della Salute hanno l’intento di pro-muovere (quindi di muoversi verso) le competenze e le risorse individuali, collettive, ambientali e politiche per motivare, abilitare e rinforzare – in una parola facilitare – la capacità delle persone, delle organizzazioni e della comunità locale nel fare scelte per la

propria salute, nella malattia, in condizione di fragilità e vulnerabilità, a partire dalle persone e dai territori che hanno meno risorse e literacy, in una visione salutogenica (Glossario OMS Promozione della salute, 2021). Sono quindi due concetti e approcci complementari e sinergici, dotati di proprie teorie e metodologie in dialogo tra loro per sostenere le inter-connessioni possibili. E con queste caratteristiche possono fare la propria parte e concorrere alla visione data dal PSSR: “Il SSN italiano non è solo un modello sanitario, ma un vero e proprio bene pubblico, frutto di una visione solidaristica e comunitaria della salute, in cui la cura diventa espressione concreta di cittadinanza e coesione sociale” (pg 14).

I mandati per la Promozione della Salute-Prevenzione

Alla luce di questa visione, alla Promozione della Salute-Prevenzione è data una rilevanza significativa nel documento di programmazione in quanto: obiettivo strategico (tra gli 8 indicati, pg. 50), area di intervento prioritaria (tra le 9 individuate – pg. 90) e parte costituente dell’Osservatorio sulla Salute (pgg. 121, 128) anche tramite il Piano Regionale della Prevenzione. Nel dettaglio sono stati individuati degli ambiti di sviluppo della funzione:

  • · Ottimizzare l’assistenza primaria e territoriale, in particolare Casa delle Comunità: co-progettazione/programmazione dei servizi dei servizi e dei progetti con la comunità locale e un ruolo centrale dell’infermiere di famiglia e di comunità (pg. 58-61)
  • · Integrare servizi per la salute mentale e dipendenze, “adottando un approccio integrato per rilanciare le attività di prevenzione, essenziale a fronte dell’aumento fra gli adolescenti del consumo di sostanze illegali e della maggiore diffusione di nuove dipendenze e comportamenti a rischio” (pg. 65-66)
  • · Potenziare le reti clinico-assistenziali e tempo dipendenti: neuropsichiatria infantile e adolescenziale anche con interventi di “promozione della salute dell’infanzia e dei bambini in età scolare e adolescenziale” (pg. 89)
  • · Diffondere interventi di prevenzione e promozione della salute con alcuni punti di attenzione: “la collaborazione con i SERD (Servizi per le Dipendenze), individuazione di buone prassi per intercettare le categorie svantaggiate, sviluppo di progetti di advocacy e community engagement” (pgg 90-92). Sostenere “la crescita della literacy sanitaria dei cittadini e la conseguente adozione di corretti stili di vita, la consapevolezza dei diritti e dei servizi disponibili” (pg. 50) e il “reclutamento precoce dei pazienti, in particolare quelli cronici e fragili e il sostegno alla loro aderenza ai percorsi di cura” (pg.50)
  • · Formazione e ricerca. Formazione continua dei professionisti sanitari orientata a “diffondere contenuti formativi su umanizzazione delle cure, etica, equità di accesso, comunicazione con il paziente e promozione della salute, in coerenza con i nuovi paradigmi della medicina di iniziativa e della salute di comunità” (pg. 148)
  • · Comunicazione e informazione con programmi di educazione sanitaria e campagne informative ai cittadini. “L’educazione sanitaria sarà dunque intesa non solo come trasmissione di contenuti, ma anche come processo partecipativo e dialogico, che valorizza le conoscenze pregresse dei cittadini, rafforza l’empowerment individuale e collettivo e favorisce la creazione di comunità più resilienti”. “L’investimento nella comunicazione sarà pertanto integrato nella programmazione regionale, come componente strutturale delle politiche di prevenzione, promozione della salute e umanizzazione dell’assistenza” (pgg. 156-157)
  • · Invecchiamento attivo (parte welfare) con una molteplicità di azioni: “intervenire nell’ambito della formazione permanente agli anziani; attivare e sostenere percorsi di salute attraverso l’educazione e la diffusione di stili di vita sani, della corretta alimentazione e dell’attività motoria e fisica nonché di screening sanitari dedicati; promuovere e stimolare la partecipazione, l’impegno civico ed un ruolo attivo delle persone anziane; favorire la vita indipendente e la sicurezza; favorire l’accesso e la fruizione culturale” (pgg. 190-191)
  • · Promozione della Salute nei Centri per le Famiglie (parte welfare) con “le seguenti funzioni irrinunciabili: promozione della salute e dello stato di benessere delle famiglie; promozione e prevenzione primaria; prevenzione secondaria… al fine di ‘sostenere la promozione del ruolo sociale, educativo, di cura delle famiglie’ e non solo come servizi per le famiglie, ma come servizi di partecipazione civica, di costruzione del bene comune, spazi di incontro e di crescita collettiva e culturale” (pgg. 204-205).

Il ruolo della Promozione della Salute a sostegno del Piano della Prevenzione

Il Piano Regionale della Prevenzione (PRP) ha un “ruolo cruciale e pivotale” (pg. 51) all’interno del PSSR. L’esperienza, le competenze e i risultati conseguiti in questi ultimi quindici anni di impegno e lavoro rappresentano una base di expertise e bench-learning consolidata che potrà essere al servizio della visione e degli obiettivi del PSSR. Il rischio, ormai evidente da tempo, è che vi sia una dispersione di questa expertise per il pensionamento di professionisti esperti e punto di riferimento nelle reti di collaborazione; per la carenza di personale giovane di ricambio tendenzialmente non ancora formato sulle caratteristiche salutogeniche della Promozione della Salute; sulla fragilità e disparità organizzativa della funzione tra le diverse ASL e ASO; sul taglio dei finanziamenti e delle risorse deciso nella delibera regionale economica-finanziaria di febbraio, che colpito i servizi delle ASL e ASO e i servizi di supporto, quali DoRS e Servizio di Epidemiologia.

Il processo in questi anni è stato guidato da un approccio KTE (Knowledge Transfer and Exchange) con la selezione e messa a disposizione di evidenze di efficacia e buone pratiche da parte del Centro di Documentazione DoRS e la loro condivisione sia in percorsi laboratoriali di scambio di esperienze e individuazione di raccomandazioni di miglioramento sia in percorsi formativi e progettuali di co-progettazione e ricerca-azione-partecipata facilitati da DoRS in collaborazione con gli operatori delle ASL e ASO. Di fatto è un processo ormai consolidato di bench-learning. Grazie a questi percorsi le strategie e la metodologia fondate sulle teorie del cambiamento, che contraddistinguono la Promozione della Salute, sono state quindi sperimentate, modellizzate, misurate nei diversi programmi che compongono il PRP:

§ ri-orientare in termini salutogenici i setting dove le persone vivono, lavorano, studiano, si divertono (scuola, lavoro, servizi sanitari, altri luoghi di vita, …) abilitandole alle scelte salutari e tenendo conto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 (PP1 Scuole che promuovono Salute, PP2 Comunità attive, PP3 Luoghi di lavoro che promuovono salute, PL12 Setting sanitario: la promozione della salute nella cronicità)

§ sostenere le persone e i gruppi di popolazione, a partire da quelli più fragili e vulnerabili, aumentando le loro conoscenze e competenze (alfabetizzazione alla salute – health literacy) nel fare scelte salutari nella vita di tutti giorni e nella gestione della propria malattia (PP4 Dipendenze, PP5 Sicurezza negli ambienti di vita, PP9 Ambiente, clima e salute, PL11 Primi 1000 giorni, PL13 Alimenti e salute, PL14 Prevenzione delle malattie infettive, PL15 Screening oncologici. Tutti questi programmi si sviluppano in maniera sempre più coordinata nei setting indicati nel precedente punto, secondo l’approccio del ciclo di vita)

§ sostenere i lavoratori e i datori di lavori nella prevenzione dei rischi e nella promozione della sicurezza nei luoghi di lavoro (PP6 Piano mirato di prevenzione, PP7 Prevenzione in edilizia e agricoltura, PP8 Prevenzione del rischio cancerogeno professionale, delle patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico e del rischio stress correlato al lavoro)

§ rafforzare i servizi sanitari perché cresca l’attenzione alle persone, a partire da quelle più vulnerabili e fragili, e alle loro necessità di salute nella relazione di cura e nell’assistenza (PL12 Setting sanitario: la promozione della salute nella cronicità, PP10 Misure per il contrasto dell’antimicrobico-resistenza)

§ rafforzare le alleanze con gli altri settori (Istruzione, Lavoro, Servizi socio-assistenziali, Cultura, Ambiente, …) e altri soggetti istituzionali (Enti locali, Università, Terzo settore, …) in ragione dei determinanti sociali e ambientali della salute. È fondamentale sviluppare l’inter-settorialità e la multi-professionalità per collaborare con tutti coloro che possono migliorare la salute delle persone e delle loro reti sociali, sviluppando politiche e azioni nei contesti/setting dove si genera la salute delle persone, cioè comunità, scuole, luoghi di lavoro, servizi sanitari, luoghi del tempo libero, … (tutti i programmi del PRP hanno come obiettivo la costruzione e la cura di alleanze inter-settoriali, PL16 Governance del PRP 2020-2025). Ad esempio il recente accordo firmato tra Assessorato alla Sanità e ANCI va esattamente in questa direzione: Comuni attivi favoriscono comunità attive, dove vengono promosse pratiche di attività fisica, contrastando la sedentarietà e l’isolamento e promuovendo le opportunità di socializzazione per diminuire la solitudine e l’isolamento sociale e mantenere il capitale sociale di salute delle persone il più a lungo possibile.

L’approccio per setting, sviluppato secondo una logica di benchmark ispirata a principi e modelli delle reti OMS (Scuole che promuovono salute – SHE, Città sane, Workplace Health Promotion – WHP, Ospedali e Servizi Sanitari che promuovono salute – HPH&HS; …), permette di ottimizzare appieno la multi-professionalità e la trans-settorialità nel promuovere l’equità. L’approccio per setting infatti non è la sommatoria di interventi di Promozione della Salute-Prevenzione “calati dall’alto” in un contesto, ma è la sinergia e il coordinamento di interventi co-costruiti con le persone abitanti i setting. Questo “processo partecipativo con il basso” incide sul modo di vivere i setting e sui meccanismi produttori di disuguaglianze, sostenendo il cambiamento non solo dei comportamenti delle persone, ma modificando anche le politiche, l’organizzazione e l’ambiente stesso dei contesti per renderli più equi.

Infine l’insieme dei progetti e interventi di Promozione della Salute-Prevenzione viene documentato, monitorato, comunicato dai professionisti sanitari attraverso la banca-dati e sistema informativo Pro.Sa., co-gestito insieme con il DoRS – Centro di Documentazione Regionale per la Promozione della Salute. Una delle funzioni di Pro.Sa. è la selezione, valutazione e valorizzazione di Buone Pratiche Trasferibili attraverso l’utilizzo dei criteri del portale europeo sulle Best Practices. Le BPT rappresentano, esse stesse, un processo di benchmark e bench-learning.

Il posizionamento della promozione della Salute-prevenzione nel SSN

“Nel 2023, la Regione Piemonte ha registrato un miglioramento nella valutazione dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), scalando una posizione nel ranking nazionale del Nuovo Sistema di Garanzia (NSG) e attestandosi come quarta Regione italiana per performance complessiva. … La valutazione è stata effettuata sulla base degli indicatori CORE del NSG, che rappresentano un insieme selezionato di misure prioritarie per monitorare la qualità, l’efficacia, l’equità e l’efficienza dei servizi sanitari regionali. Il risultato ottenuto da Piemonte riflette il lavoro svolto in termini di miglioramento dell’accessibilità, dell’integrazione tra livelli di assistenza, dell’appropriatezza delle prestazioni e della governance del sistema sanitario” (pg 123).

Nello specifico, per quanto riguarda l’area della prevenzione (costituita da vaccinazioni, attività di controllo e sicurezza alimentare, screening, promozione della salute), il Piemonte si posiziona al sesto posto con il punteggio di 93 (a pari merito con l’Umbria) preceduta da Veneto e P.A. Trento (98), Emilia-Romagna (97), Lombardia e Toscana (95). Quindi ci sono margini di miglioramento che attraverso processi di bench-marking/learning, organizzazione e formazione, ricerca e innovazione possono essere raggiunti, nel medio periodo, grazie a un PSSR con una visione salutogenica e alla redazione del prossimo PRP 2026-2031.

La Promozione della Salute-Prevenzione nella governance

Un punto di attenzione cruciale per la governance è l’indicazione di “promuovere maggiori livelli di interazione tra Dipartimenti di Prevenzione/SISP con le altre articolazioni aziendali, il sistema delle cure primarie, i principali stakeholder esterni” (pg. 91). Questo ruolo sarà sostenuto anche dall’istituzione del nuovo Dipartimento Socio-Sanitario tra “le cui funzioni assegnate rientrano il monitoraggio continuo delle attività e degli esiti socio-sanitari, la promozione del raccordo tra Aziende, enti locali e terzo settore per garantire la continuità assistenziale, l’elaborazione di proposte operative per l’integrazione tra percorsi clinici e sociali, lo sviluppo di programmi di prevenzione e promozione della salute integrati, il coordinamento delle attività rivolte alle categorie più fragili e la produzione di report periodici sull’impatto organizzativo ed economico dei percorsi attivati” (pg. 98).

Questa organizzazione potrebbe avere una importante ricaduta sui risultati di salute e ben-essere, sia in termini di guadagno di salute sia di risparmi economici per riqualificare gli investimenti. Infatti “i differenziali di risultati tra aziende in termini di tassi vaccinali, di screening effettuati e di stili di vita della popolazione diventano target qualificati stringenti sia per i Dipartimenti di Prevenzione, sia per le direzioni aziendali, sia per le altre unità aziendali, dovendo di fatto diventare una bussola dell’azione quotidiana. Su di essa, l’Assessorato promuove l’attivazione di processi trimestrali di benchlearning, per discutere le soluzioni comunicative e di servizio adottate dalle diverse aziende e i risultati raggiunti, in un’ottica di apprendimento reciproco e di riconoscimento degli incentivi e dei finanziamenti aziendali” (pg. 50).

Questo processo di cambiamento culturale, delle competenze e operativo si basa su diversi livelli di lavoro, che devono essere affrontati simultaneamente e non necessariamente in sequenza. Nel capitolo “Change management e Innovazione”, alcuni fattori di cambiamento previsti sono l’istituzione di tavoli di benchlearning per il top management aziendale basati su dati ed evidenze legate a diffusione e impatto dell’innovazione e l’istituzione di gruppi tecnici inter-aziendali che co-creano gli strumenti dell’innovazione e i percorsi formativi e di sperimentazione guidata (pg. 126). Una leva rilevante è la formazione continua per “diffondere contenuti formativi su umanizzazione delle cure, etica, equità di accesso, comunicazione con il paziente e promozione della salute, in coerenza con i nuovi paradigmi della medicina di iniziativa e della salute di comunità” (pg. 148). Mentre rimane ancora implicita, nel documento di programmazione, una leva altrettanto importante che è la ricerca sia per gli aspetti di innovazione generati dalla Promozione della Salute-Prevenzione sia per la valutazione di impatto degli interventi di Promozione della Salute con particolare attenzione sull’equità.

Quale investimento per l’organizzazione della Promozione della Salute?

Ma a questo punto, l’attuale organizzazione della funzione della Promozione della Salute-Prevenzione è in grado di reggere queste sfide? Può concorrere al miglioramento nel ranking nazionale per l’area della prevenzione? Può generare risultati di salute, ben-essere, umanizzazione? Sia in termini di guadagno di salute sia di risparmi economici per riqualificare gli investimenti delle tre aree di lavoro e cura del Servizio Sanitario Regionale (ospedali, servizi territoriali, prevenzione)?

A fronte di queste sfide diventa stringente fare investimenti e sostenere la funzione della Promozione della Salute dal punto di vista organizzativo, professionale, formativo e della ricerca e valutazione di impatto.

Esistono numerosi modelli organizzativi regionali che già da tempo coordinano la funzione della Promozione della Salute in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Sicilia, … A questi ci siamo ispirati nel proporre un modello organizzativo a rete per la Promozione della Salute del Piemonte nel 2021 durante il periodo della pandemia di Covid-19. E oggi, con il nuovo PSSR e il prossimo PRP, si rende necessario aggiornarlo, tenendo conto dell’attuale collocazione e dotazione organizzativa della funzione della promozione della salute e conservando il modello a rete (sia interna a ASL e ASO, sia esterna con il territorio) del precedente documento.

La rete informale dei referenti della Promozione della Salute delle ASL e ASO piemontesi – con la partecipazione dei servizi di supporto, quali il DoRS Centro di Documentazione Regionale per la Promozione della salute e il Servizio di Epidemiologia, componenti della stessa rete – sta elaborando una proposta di ri-organizzazione che possa essere di sostegno alla visione e agli obiettivi del PSSR e del prossimo PRP, che sarà presentata prossimamente. Di fatto la rete informale può essere letta come precursore di un gruppo tecnico inter-aziendale che co-crea gli strumenti dell’innovazione orientati alla promozione della salute sensibile all’equità.

A conclusione, questi sono solo i primi spunti di riflessione e proposte (certamente ancora parziali… siamo ad agosto!) a 15 giorni dalla pubblicazione del nuovo PSSR… ma ci ripromettiamo di condividere con i colleghi e le colleghe della rete di Promozione della Salute-Prevenzione una lettura più sistematica e comune per far emergere la forza legante e trasversale che può avere questa funzione per il PSSR, per il PRP e le altre politiche settoriali concorrenti, ma soprattutto per la salute e il ben-essere dei cittadini e delle comunità locali del territorio piemontese con un’attenzione costante per superare le disparità che condizionano il valore comunitario e umano dell’equità.

Nota: il documento originale del Piano Socio-Sanitario (luglio 2025) è stato evidenziato dagli autori dell’articolo con i seguenti colori:

  • · giallo per le parole: promozione della salute, promozione, olistico, one health, literacy, interdisciplinare
  • · verde: prevenzione
  • · verdone: comunicazione, campagne
  • · azzurro: trasversale, sistemico
  • · fucsia: cultura

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