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prevenzione del suicidio

Oggi è il 10 settembre, giornata internazionale per la prevenzione del suicidio

La World Suicide Prevention Day (WSPD) è organizzata dalla International Association for Suicide Prevention (IASP), in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Questa giornata nasce nel 2003 con la finalità di tenere alta l’attenzione sul tema, ridurre lo stigma, e e aumentare la consapevolezza a livello di governi, associazioni e popolazione generale che si può – e si deve – fare prevenzione in tale ambito.

I dati dell’OMS, diffusi in occasione dell’evento, evidenziano l’ampiezza e la gravità del fenomeno, attribuendo al suicidio la responsabilità di circa 700.000 morti all’anno nel mondo. La percentuale più importante sul totale dei decessi è rappresentata dai giovani: ogni anno, quasi 46.000 bambini e adolescenti tra i 10 e i 19 anni si tolgono la vita in tutto il mondo, e il suicidio è la quinta causa di morte più comune tra gli adolescenti dai 10 ai 19 anni e la quarta nella fascia d’età dai 15 ai 19 anni.

Per quanto riguarda l’Italia, ogni anno si registrano circa 4000 morti per suicidio, prendendo come riferimento la popolazione di 15 anni e più. Secondo i dati ISTAT della “Indagine sulle cause di morte”, sono quasi 4000 le persone che si sono suicidate nel 2016 (ultimo anno per il quale i dati sono attualmente disponibili).  Secondo quanto riportato da Epicentro / Istituto Superiore di Sanità, i tassi di mortalità per suicidio sono più elevati tra gli anziani, ma è tra i giovani che il suicidio è una delle prime cause di morte tra ragazzi e ragazze, analogamente a quanto si registra a livello mondiale, 

Per il triennio 2024-2026 il tema-focus dell’evento è “Cambiare la narrazione sul suicidio: l’obiettivo è evidenziare l’importanza di incoraggiare “conversazioni” aperte” e “libere” . Cambiare la narrazione sul suicidio vuol dire trasformare il modo in cui questo complesso fenomeno viene percepito, infrangere la cultura del silenzio e del tabù (ne è un esempio l’uso dei mass media di “gesto anticonservativo” in sostituzione di “suicidio”), per promuovere un ambiente accogliente per le persone a rischio, e creare un clima di comprensione, ascolto, supporto:  spesso, parlarne è la prima forma di prevenzione.

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