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natura, ambienti e salute

Dossier natura, ambienti e salute

Introduzione

Da aprile 2022 questa pagina raccoglie risorse gratuite e autorevoli, pubblicate negli ultimi sei anni, sul tema natura e contesti di vita, così attuale e importante, descrivendo quanto oggi è noto rispetto ai benefici che derivano dalla presenza e accessibilità di spazi verdi e blu per la salute intesa come prevenzione, promozione della salute e del ben-essere e come cura, per la salute mentale, per gli stili di vita attivi, per l’equità e la salvaguardia dell’ambiente.

L’ambiente naturale è generalmente considerato un determinante sociale della salute, ma molto spesso esso non è il focus degli interventi sanitari, rappresentando in tal modo una “opportunità mancata” di promozione del ben-essere comunitario, soprattutto per i gruppi di popolazione con scarse risorse. Studi scientifici robusti dimostrano l’associazione tra esposizione e la fruizione di spazi verdi e blu urbani a una maggiore connessione con la natura e a un aumento di sensazioni di rigeneratività, con un focus principalmente su esperienze di tipo visivo o uditivo. Il termine “rigeneratività” (restoration) indica un processo di recupero delle risorse psicologiche e cognitive rispetto a delle condizioni di deficit antecedenti, e si basa su teorie quali la Stress Recovery Theory – SRT di Ulrich et al. (1991) e l’Attention Restoration Theory – ART di Kaplan (1995) (Hartig & Staats 2003).

Le risorse selezionate per il dossier sono accompagnate da una recensione sui contenuti salienti e da pagine web per approfondire. Le risorse sono periodicamente arricchite e, se necessario, aggiornate. Il dossier è organizzato in: prove di efficacia, policy e raccomandazioni, metodi e strumenti, approfondimenti, siti web tematici, pratiche promettenti e buone pratiche.

A settembre 2024 abbiamo aggiunto 17 recensioni e 1 aggiornamento nelle sezioni:

• prove di efficacia (6 recensioni)

• policy e raccomandazioni (1 recensione)

• metodi e strumenti (5 recensioni)

• approfondimenti (1 recensione)

• siti web tematici (1 recensione)

• pratiche promettenti (3 recensioni e 1 aggiornamento)

Le recensioni aggiunte sono precedute dalla voce – News; una di queste è stata aggiornata a settembre 2024: è preceduta dalla voce – Aggiornamento.

Prove di efficacia

News – Lungman T, et al. Cooling cities through urban green infrastructure: a health impact assessment of European cities. The Lancet, 2023; Volume 401, Issue 10376, pp. 577-589

Nell’estate 2015 (dal I giugno al 31 agosto) è stata effettuata una valutazione quantitativa dell’impatto sulla salute conseguente all’aumento delle “isole di calore urbano” (UHI – Urban Heat Islands) che ha coinvolto 93 città europee e adulti di 20 anni o età superiore. Per isola di calore urbano si intende un fenomeno che determina un microclima più caldo all’interno delle aree urbane rispetto alle campagne o alle aree rurali circostanti. Una grande area urbana è una zona che, rispetto a quelle circostanti caratterizzate da un maggiore sviluppo di copertura vegetativa del suolo, presenta una temperatura superficiale più elevata, a causa dell’alta densità di edifici e dell’elevata concentrazione di pavimentazioni e altre superfici che assorbono e trattengono il calore.
A partire da quei dati, uno studio ha elaborato delle stime circa la diminuzione delle temperature causata dall’aumento del 30% della copertura di vegetazione in ogni città, e il numero di morti evitabili come esito correlato (attraverso analisi statistiche mirate anche a rafforzare la robustezza delle stime).
I risultati dicono che l’aumento medio di temperatura, impattante sulla popolazione, dovuto all’effetto UHI, era di 1.5 gradi centigradi; e soprattutto, circa il 95% delle morti premature avvenute in estate era attribuibile agli effetti UHI. Inoltre, è stato anche stimato che un aumento del 30% della copertura vegetativa raffredderebbe le città in media di 0.4 gradi centigradi, con un probabile esito preventivo di una riduzione del 95% delle morti premature, le quali rappresentano l’1.84% di tutte le morti estive. Questi risultati dimostrano i deleteri effetti UHI sulla mortalità ed evidenziano i benefici per la salute derivanti dall’aumento della copertura verde negli ambienti urbani e il loro conseguente “raffrescamento”, grazie a cui le città diventerebbero maggiormente sostenibili e clima-resilienti.

News – Geary, Rebecca S et al. Ambient greenness, access to local green spaces, and subsequent mental health: a 10-year longitudinal dynamic panel study of 2·3 million adults in Wales. The Lancet Planetary Health, 2023, Volume 7, Issue 10, e809 – e818

La presenza e l’accessibilità di spazi verdi e blu riduce l’insorgenza di depressione e ansia: lo afferma uno studio longitudinale sulla popolazione gallese durato 10 anni, che ha analizzato l’effetto – nel tempo – sulla salute mentale della popolazione adulta dovuto al vivere in aree con spazi verdi e blu accessibili, con un’attenzione alle disuguaglianze di salute. E’ stata creata una coorte di quasi 20.000 persone adulte (età superiore ai 16 anni) residenti in Galles, a partire da un database sanitario elettronico, per il periodo dal 1 gennaio 2008 al 31 ottobre 2019. I dati estratti: presenza di “verde” domestico (Enhanced Vegetation Index), accesso alle aree verdi e blu (distanza dall’area più vicina), diagnosi di disturbi mentali comuni (depressione e ansia, in trattamento o no nell’anno precedente; o sintomi ansioso-depressivi di lunga data, in terapia negli 8 anni precedenti al 2000). Per ciascun partecipante sono state valutate le associazioni tra i disturbi mentali comuni e la stima dell’esposizione alle condizioni summenzionate, attraverso analisi statistiche stratificate per livelli di deprivazione.
I risultati hanno rilevato:
– una correlazione tra l’esposizione prolungata ad ambienti connotati da forte presenza di “verde” e la riduzione nel tempo dei tassi di insorgenza dei disturbi mentali comuni;
– un aumento di diagnosi di disturbi mentali comuni ogni 360 metri di distanza ulteriore da uno spazio verde o blu;
Inoltre, gli effetti positivi della presenza/accessibilità di aree verdi/blu sulla salute mentale erano maggiori per le persone in situazione di deprivazione.
Gli autori dello studio concludono che l’esposizione ad un ambiente con forte presenza di spazi verdi e blu riduce in maniera significativa il rischio di insorgenza di problemi mentali comuni, in particolare per coloro che vivono in comunità deprivate; e si augurano che i decisori politici e i progettisti/tecnici responsabili tengano conto di questi risultati e vadano incontro ai bisogni della popolazione.

Klompmaker JO, Laden F, Browning MHEM, et al. Associations of Greenness, Parks, and Blue Space With Neurodegenerative Disease Hospitalizations Among Older US Adults. JAMA Netw Open. 2022; 5(12):e2247664. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.47664

Un recente studio della Harvard Chan School of Public Health di Boston suggerisce come la vicinanza ad ambienti naturali possa avere un effetto positivo sui malati di Alzheimer e Parkinson, riducendone/rallentandone il peggioramento. Gli autori hanno preso spunto da precedenti studi che indagavano l’associazione tra l’indice di vegetazione (greenness o, in gergo tecnico, Normalized Difference Vegetation Index – NDVI, indica «la copertura vegetale rilevata da satellite»), la presenza di spazi verdi e blu (i corsi d’acqua o la vicinanza a mare e laghi) e il rischio di ammalarsi, i cui risultati evidenziavano come passare del tempo all’aperto contribuisse a ridurre lo stress, favorire la socializzazione, l’attività fisica, ridurre l’esposizione agli inquinanti e il rischio di depressione, e promuovesse più o meno direttamente una serie di comportamenti associati a benefici di salute. Nello studio vengono anche citate alcune ricerche che evidenziavano un effetto protettivo degli ambienti naturali contro il rischio di ictus e il declino cognitivo: gli autori hanno pertanto ampliato il campo di indagine per verificare se i benefici si estendessero a specifiche malattie neurodegenerative, analizzando i dati di oltre 60 milioni di americani ricoverati per Alzheimer e altre demenze o Parkinson, incrociandoli con  il livello di esposizione a zone verdi, parchi e aree blu, e osservando che vivere in aree con un maggior indice di vegetazione si associa a un minor rischio di ricovero per Alzheimer e demenze, mentre per le persone affette da Parkinson l’associazione riguarda tutte le «fonti» naturali (aree verdi, parchi e aree blu). Anche tenendo in conto il ruolo degli inquinanti, le associazioni si mantenevano, sebbene attenuate.

Sprague NL, Bancalari P, Karim W, Siddiq S. Growing up green: a systematic review of the influence of greenspace on youth development and health outcomes. J Expo Sci Environ Epidemiol. 2022 Sep;32(5):660-681. doi: 10.1038/s41370-022-00445-6. Epub 2022 May 25. PMID: 35614136; PMCID: PMC9482936

Vivere e crescere in luoghi che offrono tanto verde giova allo sviluppo di bambini e adolescenti. Eppure negli anni il rapporto giovani natura ha subito un netto declino. E’ stato addirittura coniato un termine nature deficit disorder, disturbo da deficit di natura, che si pensa abbia contribuito a numerosi altri disordini fisici, sociali ed emotivi. La revisione sistematica Sprague pubblicata nel 2022 su una rivista del gruppo editoriale Nature, Journal of Exposure Science & Environmental Epidemiology, ha preso in esame solo studi longitudinali, che hanno misurato l’associazione tra essere esposti a spazi verdi e i vari risultati relativi allo sviluppo, in un periodo di tempo che si estende da 2 a 18 anni di età dei bambini e adolescenti. Gli studi inclusi sono 28 e la loro qualità è stata valutata medio-alta,  con una checklist a 10 voci. Gli esiti relativi allo sviluppo giovanile sono stati classificati in 5 categorie: sviluppo cognitivo e del cervello, salute mentale e benessere, attenzione e comportamento, allergia e problemi  respiratori, obesità e sovrappeso. Complessivamente il 79% degli studi suggerisce che esiste un’associazione positiva tra spazi verdi e migliore sviluppo giovanile e questo vale in particolare per le categorie salute mentale e benessere e attenzione e comportamento, mentre per le altre categorie i risultati sono misti e meno coerenti. La netta maggioranza degli studi è stata condotta nei ricchi paesi di Europa, Stati Uniti, Nuova Zelanda e Canada, e probabilmente (perché non ci sono dati demografici su etnia e minoranze) riguarda innanzitutto la popolazione bianca. Questo limita la possibilità di generalizzare i risultati e solleva un problema di equità, essendo documentato che le minoranze etniche hanno meno accesso alle aree verdi e perciò meno probabilità di beneficiare degli effetti salutari. Diventa pertanto prioritario intervenire con misure infrastrutturali e sull’ambiente, per garantire a tutti i bambini e adolescenti la possibilità di accedere ad aree verdi e goderne i vantaggi.

Vella-Brodrick, D.A., Gilowska, K. Effects of Nature (Greenspace) on Cognitive Functioning in School Children and Adolescents: a Systematic ReviewEduc Psychol Rev, OPEN ACCESS, 2022

La natura ha il potere di alleviare/alleggerire il sovraccarico cognitivo, ridurre lo stress e aumentare il livello di benessere – fattori che favoriscono l’apprendimento.
Ma fino a che punto gli ambienti naturali possono influenzare l’apprendimento nei contesti scolastici? Una recentissima review sistematica ha esaminato gli effetti degli interventi in ambienti naturali sul funzionamento cognitivo dei ragazzi dai 5 ai 18 anni. Si tratta di esperienze di apprendimento outdoor (all’aria aperta), attività svolte nei parchi/aree gioco, passeggiate in contesti naturali, presenza di piante in classe, vista di un paesaggio naturale dalle finestre dell’aula, che variano sia come durata sia come livello di interazione (passivo o attivo). I 12 studi sperimentali e quasi-sperimentali inclusi nella review sono stati considerati di qualità medio-alta, hanno riguardato soprattutto interventi di breve durata, e hanno utilizzato misure standardizzate per rilevare i benefici della natura su aspetti cognitivi quali l’attenzione selettiva, l’attenzione costante e la memoria operativa, e indagare i meccanismi sottostanti (l’aumentato senso di benessere, la rigenerazione cognitiva, la riduzione dello stress – probabili facilitatori della relazione natura-apprendimento).
I risultati consentono di dire che dare ai ragazzi opportunità di contatto e connessione con la natura, in particolare nei setting educativi, differenziate per età e livelli scolastici, può favorire un aumento/miglioramento delle funzioni cognitive: più contesti educativi “verdi” ed esperienze in natura potrebbero ridurre lo stress e il sovraccarico cognitivo, migliorando il benessere e l’apprendimento.

Green and Blue spaces and Mental Health: New Evidence and Perspectives for Action. World Health Organization (WHO), 2022

Il report, a cura dell’Organizzazione Mondiale della Salute, sintetizza due recenti revisioni sistematiche che indagano quali caratteristiche e tipologie di “spazi verdi” e “spazi blu” urbani sono maggiormente efficaci nel promuovere/migliorare la salute mentale della popolazione. Qui di seguito riportiamo la sintesi delle conclusioni del report; le azioni – definite strumenti politici – per lo sviluppo di spazi verdi e blu nei contesti urbani:
– adottare un approccio olistico che contempli il ruolo della natura e i suoi benefici di salute/benessere per realizzare servizi a supporto/protezione dell’ecosistema
– governare e pianificare le trasformazioni delle città alla luce delle valutazioni dei benefici prodotti da spazi verdi e blu a livello di salute urbana
– prendere in considerazione le evidenze di studi e osservazioni scientifiche sull’impatto positivo derivante da spazi verdi e blu ben progettati e gestiti
– concentrarsi sulla salute mentale e sul benessere come approccio che riguarda ambiti inter-correlati (ad esempio l’adattamento climatico, l’inclusione sociale, la crisi socio-economica), come emerso dalle ricerche durante la pandemia di COVID-19 e durante la fase successiva di recovery.

Piras P F, Barbiero G. Malattie croniche e terapie forestali: la sfida della complessità. Ambiente e salute: la terapia forestale. Il Cesalpino 54/2021

Un recente articolo – a cura della Rete italiana Terapie Forestali e del Gruppo di Ricerca in Educazione all’Ambiente e alla Natura dell’Università della Valle d’Aosta – fa il punto sulle Terapie Forestali e il loro collegamento con le malattie croniche. Le TR sono una pratica di sanità pubblica evidence-based che consiste in una serie di attività in ambienti caratterizzati da un ampio range di «naturalità». Gli autori analizzano le numerose ricerche effettuate per individuare i singoli elementi delle foreste che possono agire sulla salute umana, anche in relazione all’osservata efficacia nei confronti delle malattie croniche, e introducono il concetto di «esposoma»: gli effetti della frequentazione delle foreste sull’organismo umano vengono espressi in termini sistemici, e si supera l’idea di organi e apparati indipendenti l’uno dall’altro e collegati a singoli elementi naturali.
L’articolo si conclude con l’invito a far uso delle prescrizioni mediche di TF, riconoscendo che queste possono essere l’ambiente ideale per affrontare alcune malattie croniche.

News – Gregis A, et al. Community garden initiatives addressing health and well-being outcomes: a systematic review of infodemiology aspects, outcomes, and target populations. Int. J. Environ. Res. Public Health 2021, 18, 1943

Una revisione italiana, del 2021, ha analizzato in maniera sistematica la letteratura disponibile sulle attività del community gardening allo scopo di definire la portata/ampiezza del fenomeno, la distribuzione geografica, i principali esiti di salute e popolazioni target. Gli 84 articoli selezionati hanno evidenziato che: il 50% erano pubblicazioni realizzate da università o istituzioni pubbliche degli Stati Uniti; il 44% degli studi era incentrato specificamente sui giardini/orti condivisi; un terzo degli studi riguardava la popolazione adulta; circa il 25% degli studi ha considerato «salute generale» come indicatore di risultato delle attività; era presente una certa eterogeneità riguardo alle differenti dimensioni della salute considerate. Le conclusioni degli autori sono le seguenti: nonostante un certo grado di eterogeneità nella definizione delle caratteristiche e dei risultati del community gardening, i giardini e gli orti condivisi rappresentano una metodologia valida di promozione del benessere in termini di salute psicologica, sociale, fisica e possono essere considerati una strategia innovativa di promozione della salute pubblica nei contesti urbani.

News – Malberg Dyg P, Christensen S, Peterson CJ. Community gardens and wellbeing amongst vulnerable populations: a thematic review. Health Promot Int. 2020 Aug 1;35(4):790-803. doi: 10.1093/heapro/daz067. PMID: 31369084.

Una revisione tematica del 2021 ha documentato gli effetti dei giardini/orti condivisi o collettivi (community gardens) sul benessere delle persone vulnerabili. Sono stati analizzati 51 articoli statunitensi (una delle poche nazioni che ha effettuato ricerche su questo ambito tematico) pubblicati tra il 1980 e il 2017, riguardanti interventi rivolti a target quali minoranze etniche, rifugiati, persone con svantaggio socio-economico, famiglie a basso reddito o in situazione di insicurezza alimentare. Gli autori hanno rilevato che la partecipazione ai giardini/orti condivisi può avere un impatto positivo sulla salute fisica, in termini di riduzione del peso corporeo e dell’ipertensione, e di aumento dell’attività fisica e delle conoscenze inerenti l’alimentazione salutare; non sono invece emerse evidenze consistenti riguardo all’impatto in termini di aumento della sicurezza alimentare. Inoltre, i giardini/orti collettivi hanno un’influenza positiva a livello individuale (auto-stima, senso di controllo personale, livello di autonomia, ecc), in particolare per i rifugiati, e a livello sociale (relazioni e legami sociali, senso di appartenenza al quartiere e alla comunità). In sintesi: la partecipazione alle attività di community gardening può aumentare il livello di benessere dei gruppi di popolazione vulnerabili. Gli autori raccomandano però di fare attenzione ad aspetti quali la sicurezza, soprattutto nei contesti urbani, il cui rischio può essere ridotto adottando alcune strategie, quali ad esempio la preparazione di aiuole rialzate.

News – Rickard S, White M. Barefoot walking, nature connectedness and psychological restoration: the importance of stimulating the sense of touch for feeling closer to the nature. Landscape Research, 46. 1-17. 10.1080/01426397.2021.1928034, 2021

Un recente studio ha approfondito il ruolo potenzialmente positivo di esperienze di tipo tattile, in particolare del camminare a piedi nudi, il “barefooting walking”. L’esperimento cross-over ha confrontato i risultati sulla salute di persone che camminavano a piedi nudi e persone che facevano uso di calzature in parchi pubblici e su spiagge. Si è visto che i camminatori scalzi avevano indici di connessione e rigeneratività maggiore in entrambi gli ambienti, rispetto ai camminatori che indossavano scarpe.
I risultati suggeriscono che camminare a piedi nudi è un’attività – fattibile e a basso-costo – in grado di facilitare lo sviluppo di sensazioni positive di connessione con la natura e rigenerazione psicologica.

News – White MP, Alcock I, Grellier J et al. Spending at least 120 minutes a week in nature is associated with good health and wellbeing. Sci Rep 9, 7730, 2019 https://doi.org/10.1038/s41598-019-44097-3

Trascorrere del tempo in ambienti naturali fa bene alla salute e procura benessere, ma sono scarsamente studiate le relazioni tra l’esposizione agli elementi naturali e la risposta positiva stimolata da tale contatto. Per tale motivo, alcuni ricercatori delle Università di Exeter (UK), Uppsala (Svezia) e Michigan (USA) hanno deciso di indagare le correlazioni tra il benessere percepito e la partecipazione ad attività ludiche e ricreative in spazi verdi urbani e periferici negli ultimi 7 giorni (per almeno 60 minuti), coinvolgendo quasi 20.000 persone attraverso una Survey nazionale svoltasi in Gran Bretagna dal 2014 al 2016 (Monitor of Engagement with the Natural Environment Survey). Facendo dei confronti con coloro che non avevano avuto alcun contatto con ambienti naturali nell’ultima settimana, la probabilità di elevati livelli di buona salute e benessere percepiti era molto alta se il contatto era di almeno 120 minuti o superiore. Questo risultato era analogo per gruppi particolarmente vulnerabili, come le persone anziane e/o con patologie croniche. Gli autori raccomandano ulteriori studi longitudinali e valutazioni di interventi per poter redigere delle linee guida inerenti all’esposizione/contatto settimanale con ambienti naturali, al pari delle linee guida già esistenti per l’attività fisica.

Policy e raccomandazioni

Il programma municipale di Barcellona per favorire la mobilità attiva e l’accessibilità agli spazi verdi

Barcellona ha un programma ambizioso per accrescere quantità e qualità di spazi verdi urbani accessibili: l’iniziativa Eixos Verds’ fa parte di un programma più ampio (Superblock Programme) per ridurre il numero di auto in circolazione, promuovere l’uso dei trasporti pubblici e della mobilità attiva, e contemporaneamente aumentare le opportunità di accesso a spazi verdi, rendendo più “a misura d’uomo” (people-friendly) le vie cittadine grazie all’inserimento di alberi e piante lungo tutte le vie cittadine. Il programma ha previsto inizialmente una sperimentazione in 30 strade del quartiere Eixample, che ha una elevata densità di popolazione, con il completamento di 4 strade – in linea con molte altre città europee le cui municipalità hanno deciso di piantare più vegetazione e scoraggiare l’uso dell’auto lungo le vie cittadine. Tale iniziativa si inserisce all’interno di una strategia già in atto da 10 anni: la città è suddivisa in 500 “superblocks”, intendendo con questo termine uno spazio urbano pionieristico, in cui il traffico delle auto è limitato alle strade perimetrali dell’area, e le vie interne vengono percorse in bici e a piedi, e per piantare/curare isole verdi, con la finalità di realizzare una Barcellona più equa e più salubre per tutte e tutti, e promuovere una migliore salute fisica e mentale. Alla realizzazione di nuovi superblocks si affiancano altre azioni quali ad esempio la creazione di una vasta rete infrastrutturale di piste ciclabili e di un nuovo parco in un’area urbana caratterizzata da un elevato livello di inquinamento acustico e dell’aria (per via del traffico intenso), l’interconnessione del sistema tramviario. Si stima che quest’iniziativa potrebbe aumentare del 5 – 6% gli spazi verdi di Barcellona, con conseguenze a livello preventivo: riduzione dei casi di scarsa salute mentale percepita (14%), delle visite specialistiche nei servizi di salute mentale e dell’uso di anti-depressivi (13%), della prescrizione/utilizzo di sedativi (8%) ogni anno. Con maggiori spazi e “corridoi” verdi (aree di terreno oggetto di azioni coordinate per proteggere la bio-diversità) all’impatto positivo sull’ambiente si affianca quello sulla salute: più di 30.000 persone potrebbero avere conseguenze positive per la propria salute mentale e il benessere, con un risparmio annuale di 45 milioni in termini di costi sanitario diretti e indiretti per la salute mentale. La valutazione d’impatto è affidata all’ISGlobal – Barcelona Institute for Global Health.

Ruckelshaus M A. D., Guerry L., Mandle A., Vogl and N. Nathan. Report on Natural Capital Approaches. The Natural Capital Project at Stanford University, Stanford CA, USA. June 10, 2022

Con capitale naturale si intende un’estensione della nozione economica di capitale a beni e servizi forniti dall’ambiente naturale. Il capitale naturale è definito come lo stock mondiale di risorse naturali. Tra queste, alcune risorse forniscono alle persone beni e servizi gratuiti, chiamati servizi ecosistemici.
Il policy brief sintetizza gli esiti dello studio svolto da The Natural Capital Project at Stanford University. Lo studio ha analizzato le esperienze di diversi Paesi che hanno applicato l’approccio del capitale naturale nella presa di decisioni politiche ed economiche. Il policy raccoglie lezioni apprese e strumenti.

WHO and other UN Guidance on health and environment. Aggiornamento dell’1 aprile 2022

Si tratta di una guida aggiornata sulle politiche e le azioni che possono aumentare la consapevolezza e promuovere la capacità di realizzare interventi in tema di ambiente e salute, con i contesti cittadini e altri ambienti urbani considerati prioritari. La Guida può essere consultata per sezioni/temi. Per quanto riguarda la sezione Natura & Salute viene evidenziata la relazione tra la salute/benessere umano e l’ambiente naturale (fonte di aria pulita, acqua, suoli fertili, cibo), che comprende gli ecosistemi (foreste e boschi, sistemi marini e fluviali, montagne e colline, e le specie animali che vi abitano).

Mental health and the environment: Bringing nature back into people’s lives. Institute European Environmental Policy (IEEP), Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal), 2021

Secondo un numero sempre maggiore di studi e ricerche, il contatto con la natura può avere degli effetti positivi enormi sulla salute mentale delle persone. Di contro, il degrado ambientale, inclusi il cambiamento climatico e l’inquinamento, rappresentano una grave minaccia al nostro benessere e al nostro equilibrio emotivo.
Concetti chiave del documento sono:
– accesso alla natura: trascorrere del tempo in contesti naturali aiuta a ridurre ansia, depressione,…
disastri legati al clima: le conseguenze del cambiamento climatico e gli eventi estremi correlati al clima possono
– avere un profondo impatto sulla salute mentale, in particolare per le persone anziane
– inquinamento atmosferico: recenti studi scientifici evidenziano una correlazione positiva tra alcuni agenti inquinanti dell’aria e una serie di problemi di salute mentale tra cui depressione, ansia, psicosi, demenza, ritardo nello sviluppo cognitivo infantile
– inquinamento chimico: c’è una associazione positiva tra inquinanti chimici ambientali e disturbi del comportamento infantile
– inquinamento acustico: alti livelli di rumore ambientale sono associati a sintomi quali ansia, stress, nervosismo, nausea, mal di testa, instabilità emotiva, irritabilità, impotenza sessuale, alterazioni dell’umore, aumento di conflittualità, nevrosi, psicosi, suicidi
– disuguaglianze: vivere in aree dotate di spazi verdi riduce in maniera significativa le disuguaglianze di salute legate al reddito, controbilanciando le conseguenze della deprivazione.

News – Mental Health Foundation. Nature. How connecting with nature benefits our mental health, 2021.

Mental Health Foundation è una fondazione inglese nata negli anni ’40 che mira a promuovere la salute mentale della popolazione attraverso attività di ricerca su metodi e strumenti innovativi, la diffusione di informazioni evidence-based, la realizzazione di campagne nazionali, la condivisione di strategie e soluzioni con le organizzazioni locali. La Fondazione è l’ideatrice della Mental Health Awareness Week, un evento che ogni anno, a maggio, coinvolge milioni di cittadini, scuole, enti pubblici e del privato, con focus su come promuovere un cambiamento culturale per migliorare la salute mentale. L’edizione del 2021 ha prodotto il Report “Mental Health and Nature How connecting with nature benefits our mental health”. Questo lavoro sintetizza le evidenze riguardanti come e perché la relazione con la natura (spazi verdi quali parchi e boschi, spazi blu quali zone umide, fiumi, canali) produce benessere a livello mentale. Inoltre, viene discussa la disparità di accesso, per specifici gruppi di popolazione, ai benefici derivanti dagli elementi naturali, con un elenco di passi concreti per contrastare il problema e superare le barriere. Il Report termina con alcune Raccomandazioni per i decisori politici e strategie concrete per individui e famiglie.

WHO Manifesto for a healthy recovery from COVID-19: Prescriptions for a healthy and green recovery – 2020

La pandemia ha evidenziato la necessità per il genere umano di proteggere il proprio ambiente: la ripresa/recupero non può essere visto come un ritorno alla precedente normalità, e deve tener conto delle esperienze/situazioni positive che comunque sono emerse in questi 2 anni (solidarietà tra le persone, riduzione dei livelli di inquinamento, diffusione mobilità sostenibile, telemedicina, ecc).
Per promuovere un mondo più sano, più equo, più verde, tra le indicazioni del Manifesto evidenziamo:
– proteggere e preservare la Natura, fonte primaria di salute per il genere umano
– costruire ambienti cittadini più “sani” e “vivibili”.

Healthy environments for healthier populations: why do they matter, and what can we do?  – WHO, 2019

Il documento presenta una panoramica delle azioni di settore che i vari stakeholder (organizzazioni internazionali, governi, attori nazionali e locali) possono intraprendere – col supporto di WHO – per creare ambienti più sani, più equi e più sostenibili, in particolare in ambiti quali i luoghi di lavoro, le città, i servizi socio-sanitari.
Per quanto riguarda il settore CITTA’, tra i fattori di una pianificazione urbana che promuove salute è evidenziato il ruolo degli “spazi verdi” fruibili da tutta la cittadinanza, che creano opportunità per sviluppare uno “stile di vita urbano salubre” (luoghi per attività fisica, attività di socializzazione, tempo libero).

Metodi e strumenti

News – Nature Quebec. Implanter des trames vertes actives et inclusives à l’échelle municipale. Guide de pratiques inclusives pour des villes vivantes et en santé. 2024

Questa guida, frutto di un percorso di ricerca-azione, offre, ai decisori delle amministrazioni comunali e ai professionisti della pianificazione e progettazione urbanistica, territoriale e del paesaggio, un repertorio di strumenti pratici per sviluppare strade di circolazione, modalità di trasporto, infrastrutture che favoriscono una mobilità urbana attiva e la presenza di spazi verdi accessibili e inclusivi, tenendo conto dei bisogni della popolazione, in particolare di quella più vulnerabile, anziani e soggetti socio-economicamente svantaggiati. La guida sviluppa tre temi principali: rinverdimento delle superfici asfaltate, riduzione del traffico, inclusione, rispondendo contemporaneamente alle sfide del cambiamento climatico, della salute e delle disuguaglianze per una transizione ecologica equa e città e quartieri a misura d’uomo. Questa guida raccoglie e descrive i risultati del progetto ‘Pour des villes vivantes’, progetto finanziato dall’Agenzia di Salute Pubblica del Canada e realizzato da Nature Québec

News – Institut National de Santé Publique du Québec (INSPQ). Verdissement urbain et embourgeoisement: guide à l’intention des municipalités pour promouvoir un verdissement équitable. 2023

Questa guida, elaborata dall’Istituto Nazionale di Salute Pubblica del Québec, vuole favorire lo sviluppo di progetti di rinverdimento urbano che migliorino la qualità dell’ambiente e la salute pubblica di un quartiere, senza modificarne le caratteristiche socio-economiche e culturali a discapito della popolazione residente, soprattutto di quella più vulnerabile, garantendo così un’equa distribuzione dei benefici che derivano dalla presenza e accessibilità di spazi verdi. La guida, destinata a tutti gli attori che si occupano, a vario titolo, nelle amministrazioni comunali, di pianificazione e progettazione urbanistica, mette a disposizione un kit di strumenti con risorse utili per approfondire temi specifici, come la partecipazione dei cittadini e la collaborazione intersettoriale, ed esempi di buona pratica.

Integrating health in urban and territorial planning: a sourcebook (who.int) WHO, 2023

L’obiettivo di questa guida di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è favorire l’integrazione fondamentale tra salute e pianificazione urbanistica e territoriale. Per costruire paesi, città vivibili per un pianeta vivibile, occorrono processi partecipativi e intersettoriali che coinvolgano tutti gli stakeholder. La guida offre informazioni pratiche su come agire attraverso una selezione completa delle risorse, degli strumenti e delle esperienze esistenti ed è destinata a tutti gli attori a vario titolo coinvolti nei processi di pianificazione urbanistica e territoriale (urbanisti, professionisti della salute pubblica, decisori politici e tecnici, esponenti delle comunità locali, …). Questo documento è disponibile anche in lingua francese e spagnola.

Nature. How connecting with nature benefits our mental health. Mental Health Awareness Week 2021. – Mental Health Foundation

Il Report sintetizza le evidenze relative a come e perché la relazione con la natura è importante e positiva per la salute mentale. Per “natura” si intendono: spazi verdi come parchi e boschi, e spazi blu come fiumi, spiagge, zone umide, canali, compresi gli alberi delle vie cittadine, i cigli erbosi, i giardini privati, e persino le piante casalinghe e i vasi sui davanzali.

Tra i vari aspetti affrontati:
– il ruolo decisivo che i contesti naturali hanno avuto, a livello di salute mentale, durante la pandemia di COVID-19 (da una ricerca di MHF è emerso che il tempo trascorso all’aria aperta, ad esempio nei parchi, è stato uno dei fattori chiave per aiutare le persone a gestire lo stress della pandemia, secondo quanto dichiarato dal 45% delle persone intervistate nel Regno Unito)
– l’importanza della qualità della relazione con la natura: i ricercatori parlano di “connectedness” per indicare la relazione ideale con la natura e la modalità di farne esperienza dal punto di vista emotivo, tali da produrre un effetto benefico a livello di benessere
– il collegamento tra relazione con la natura e il grado di felicità: la ricerca dimostra che le persone che si relazionano con la natura dichiarano di essere più felici; riportano molte emozioni positive quali serenità, gioia, creatività; adottano più facilmente azioni pro-sociali; percepiscono la propria vita come maggiormente soddisfacente. Analogamente, la scarsa connessione con la natura è spesso associata a livelli più bassi di salute mentale, in particolare depressione e ansia
– il valore di spazi naturali di “elevata qualità” (caratterizzati da un’alta bio-diversità, cioè dalla presenza di varie specie di piante e animali), soprattutto in ambito urbano e cittadino
– la disparità nell’accesso a spazi verdi di alta qualità (ad esempio vivere in quartieri deprivati spesso comporta l’assenza o la distanza da spazi verdi, o la vicinanza con ambienti naturali degradati o poco sicuri, soprattutto per le donne; le persone con disabilità possono non riuscire ad accedere alle aree verdi in presenza di barriere architettoniche). Tra le possibili soluzioni per favorire un accesso equo a tutte le persone ad ambienti naturali favorenti il proprio benessere: parchi urbani realizzati con attenzione all’accessibilità, la realizzazione di aiuole di fiori e piantare alberi lungo le strade (i cosiddetti “corridoi verdi”).

Il Report conclude con il messaggio chiave che emerge dalle evidenze delle ricerche: per avere dei benefici a livello di salute mentale è necessario spostare l’attenzione dal portare le persone in ambienti naturali in modo occasionale e in luoghi remoti, e focalizzarsi su come far sì che le persone possano sintonizzarsi e relazionarsi con elementi naturali” vicini e vissuti quotidianamente attraverso attività semplici.

Meneguzzo F, Zabini F. (a cura di, 2022) Terapia Forestale 2. Una collaborazione tra il Club Alpino Italiano e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Club Alpino Italiano. Cnr Edizioni, 2022. ISBN 978 88 8080 430 7

Il CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche e CAI – Club Alpino Italiano – in collaborazione con il CERFIT – Centro Regionale di Riferimento in Fitoterapia presso l’Ospedale Careggi a Firenze – hanno prodotto due report sulla Terapia Forestale nel 2020 e nel 2022. Il report 2022 presenta e sistematizza le conoscenze acquisite negli ultimi decenni di ricerca scientifica sugli effetti diretti e misurabili dell’immersione nelle foreste, sull’azione ad ampio spettro derivante da questi preziosi «servizi eco-sistemici» che investe, tra le altre, la sfera psicologica, neurologica, cardiocircolatoria e immunitaria.
Il Report inoltre racconta alcune esperienze dirette di Terapia Forestale, condotte tra estate e autunno 2020 – periodo che ha preceduto la seconda ondata della pandemia di COVID-19 – i cui risultati evidenziano in maniera particolare i benefici a livello psicologico, in linea con le esperienze realizzate all’estero.
Le ricerche condotte congiuntamente da CAI e CNR, sempre di concerto con CERFIT, prevedono, tra le varie iniziative, la creazione/riqualificazione di stazioni di terapia forestale diffuse su gran parte del territorio nazionale, per i nuovi “turisti della salute” e auspicabilmente i pazienti inviati dalle strutture del Servizio Sanitario Nazionale.

Vilcins D, Sly PD, Scarth P and Mavoa S. Green space in health research: an overview of common indicators of greennessReviews on Environmental Health, 2022.

Gli spazi verdi sono un tema all’avanguardia nell’ambito della ricerca sulla promozione della salute ambientale e essere a contatto con aree verdi è stato dimostrato che migliora il benessere psichico, aumenta l’attività fisica e promuove le relazioni sociali. Tuttavia la terminologia e che cosa gli indicatori degli spazi verdi rappresentano in concreto, nel mondo reale non è sempre chiaro a chi lavora nella sanità pubblica e ai professionisti della salute che possono leggere, interpretare o utilizzare le evidenze scientifiche. Lo studio Vilcins 2022 si prefigge l’obiettivo di fornire un quadro generale riferito alle principali definizioni di aree verdi e agli indicatori utilizzati per valutare l’esposizione alle aree verdi. Si indirizza a professionisti sanitari, ricercatori ed esperti di politica sanitaria a cui interessa comprendere questo ambito di ricerca, per offrire servizi o per scopi di ricerca. Definire che cosa si intende con il termine spazio verde non è lineare. Diversi autori adottano differenti definizioni: parchi pubblici, presenza di vegetazione inclusi prati, spazi aperti non edificati, foreste e riserve naturali per menzionarne alcune. Esiste una distinzione tra verde, come presenza di vegetazione e spazi verdi come aree aperte per lo svago e ritagli boschivi. Tuttavia molta della ricerca pubblicata su riviste specialistiche non distingue in modo netto e chiaro. Lo studio Vilcins delineerà le misurazioni e gli indicatori più comuni per aiutare a comprendere i numerosi termini con cui viene descritto lo spazio verde e le differenze essenziali tra uno e l’altro. Infine è ovvio che se gli indicatori scelti nella ricerca sono motivati dall’obiettivo, il disegno di studio e questioni di pragmatismo, esiste una tensione tra i dati a disposizione e l’ideale disegno di studio e spesso è la disponibilità dei dati a giocare un ruolo nella scelta del disegno dello studio.

Avez-vous pensez à vos plus petits citoyens. Espace Muni e Observatoire des tout-petits, 2022

“Progettare la città a misura di bambino significa dare priorità agli utenti vulnerabili, contribuendo così allo sviluppo dell’intera comunità. L’equazione è semplice: una strada dove è piacevole e sicuro giocare per i più piccoli è anche una strada piacevole e sicura per tutti” – Le Centre d’écologie urbaine de Montréal.
Questa guida, nella sua versione riveduta e aggiornata, suggerisce azioni ed esempi concreti per costruire comunità più favorevoli ai bambini piccoli (0-5 anni) e alle loro famiglie. La guida è strutturata in 5 grandi aree tematiche. Due di queste riguardano, in particolare, l’ambiente costruito per progettare spazi pubblici e parchi inclusivi, sicuri e adatti ai più piccoli e lo sviluppo della mobilità sostenibile.
‘Avez-vous pensez à vos plus petits citoyens’ è stata elaborata da Espace Muni e Observatoire de tous petits in collaborazione con, tra gli altri, la Fédération québécoise des municipalités e l’Union des municipalités del Québec.

Espaces verts urbains. Promouvoir l’équité et la santé. Réseau français des Villes-Santé de l’Organisation mondiale de la santé, 2020

Lo sviluppo degli spazi verdi nelle aree urbane, secondo principi di equità, approcci e soluzioni innovative di progettazione urbanistica e sociale, contribuisce a migliorare la salute e il benessere delle comunità. Cosa sono gli spazi verdi urbani? Qual è il loro legame con la salute? Che utilizzo possiamo fare degli spazi verdi? Come possiamo agire con e per gli abitanti per rendere gli spazi verdi accessibili a tutti? Questo documento prova a rispondere a queste domande rivolgendosi, principalmente, ai decisori e offrendo una sintesi di dati, esperienze sul campo e indicazioni pratico-operative per creare spazi verdi nelle città che siano promotori di salute ed equità.
‘Espaces verts urbains…’ è stato elaborato dal gruppo di ricerca del progetto GreenH-City – GoveRnance for Equity, ENvironment and Health in the city -, guidato dai ricercatori dell’Ecole des Hautes Etudes en Santé Publique in collaborazione con l’Università Paris-Nanterre, l’Università di Ginevra e la Rete francese Città sane del WHO – Organizzazione Mondiale della Salute che ne ha anche coordinato la pubblicazione.

News – South EC et al. Nature as a Community Health Tool: The Case for Healthcare Providers and Systems. American Journal of Preventive Medicine, 2020, Volume 59, Issue 4, 606 – 610.

Obiettivo dell’articolo è analizzare il ruolo della natura all’interno degli interventi di prevenzione e promozione della salute, fornendo specifiche raccomandazioni agli operatori sanitari su come utilizzare questa preziosa risorsa.
Le ricerche e gli studi analizzati, che avvalorano l’uso della natura per promuovere il benessere degli individui e delle comunità, appartengono a varie tipologie:
– studi di popolazione che hanno rilevato un’associazione tra il vivere in luoghi vicini a contesti naturali e molti benefici a livello di salute mentale, fisica e sociale
– studi di valutazione dell’impatto immediato del contatto con la natura sulla salute psico-fisica (miglioramento dei valori di pressione sanguigna, riduzione dello stress e del livello di depressione, ecc)
– studi sperimentali e quasi sperimentali che hanno prodotto evidenze empiriche sul legame causale tra contatto con la natura ed esiti di salute positivi, rilevando l’efficacia di diversi tipi di interventi di promozione della salute incentrati sulla natura (nature-based interventions).
Tra gli interventi efficaci, ad esempio, si è visto che la realizzazione di nuovi spazi verdi in quartieri deprivati “ha causato la riduzione dei crimini, il miglioramento della percezione di sicurezza, un aumento di connessioni sociali e la riduzione di sintomi depressivi”.
Le evidenze del legame tra natura e salute supportano con forza la proposta di considerare la natura uno strumento di promozione della salute per la comunità: due i possibili modi per utilizzare questo “strumento”:
– realizzare interventi di counseling incentrati sulla relazione con l’ambiente naturale (eco-counseling o counseling a mediazione naturale), inseriti all’interno dei programmi dei servizi di cure primarie; l’obiettivo di questo tipo di counseling è influenzare la modalità in cui le persone interagiscono con la natura presente nel loro ambiente di vita
– aumentare gli investimenti per modificare direttamente le condizioni di vita dei quartieri deprivati, con la consulenza/guida del servizio sanitario locale: ad esempio rendere più verdi gli spazi urbani abbandonati
Gli autori concludono così: “anche se la natura non è una terapia vera e propria, i servizi e i professionisti sanitari sono fortemente incoraggiati a considerare seriamente come utilizzare i benefici per la salute derivanti dal contatto con la natura all’interno del crescente movimento degli interventi di contrasto dei determinanti sociali della salute”.

News – Mobilité piétonne Suisse. Valoriser les surfaces résiduelles, 2019

Questo documento suggerisce, ispirandosi al tactical urbanism e al pocket parks, come trasformare piccoli spazi urbani inutilizzati in aree verdi (ad esempio gli angoli tra una strada e l’altra, alcuni tratti dei marciapiedi, i basamenti degli alberi) con interventi infrastrutturali (panchine, aiuole fiorite, …) e artistici (murales, …) per lo più semplici e a basso costo. Queste azioni contribuiscono a rendere più ‘attraenti’ i percorsi pedonali, invogliando a camminare, aumentano la presenza di verde urbano e sono dei potenziali attivatori di percorsi di rigenerazione urbana e sociale. Questo dossier, che si rivolge principalmente a decisori ed esperti in progettazione e pianificazione urbana, offre un inquadramento teorico sul tema, esempi pratici ed esperienze di progettazione partecipata. ‘Valoriser les surfaces résiduelles’ è una pubblicazione di Mobilité piétonne Suisse Thèmes | Mobilité piétonne Suisse (mobilitepietonne.ch), associazione d’utilità pubblica svizzera che si occupa di mobilità pedonale sostenendo, e incoraggiando, iniziative e progetti locali e regionali.

News – DoRS. Interventi sul patrimonio del verde urbano. Una guida per la progettazione partecipata. 2018

Questa guida dell’Ufficio regionale per l’Europa della WHO – Organizzazione Mondiale della Salute evidenzia gli aspetti da considerare nella progettazione delle aree verdi urbane per massimizzarne i benefici sociali e di salute. Il documento fornisce informazioni sulle aree verdi urbane e i loro benefici, presenta considerazioni generali sulla progettazione delle aree, sulla loro realizzazione, sul coinvolgimento della comunità e dei portatori di interesse e su come promuoverne l’utilizzo. Descrive, anche, come monitorare e valutare interventi e progetti, comprese criticità e difficoltà che si potrebbero verificare, per evitarle, se possibile, o per saperle affrontare. La guida è rivolta ai responsabili delle politiche urbane e ai professionisti che lavorano in questo ambito. La traduzione in lingua italiana, autorizzata dal WHO-Europa, è stata curata da Dors.

Approfondimenti

News – Correia RA. Acknowledging and understanding the contributions of nature to human sense of time. People and nature. 2024. Volume 6, Issue 2.

Mentre i benefici per la salute dell’interazione con l’ambiente naturale sono sempre più riconosciuti, altri aspetti meritano di essere approfonditi, ad esempio l’influenza sulla percezione del tempo: le persone che trascorrono del tempo in contesti naturali tendono a sovrastimare la lunghezza della loro esperienza e mostrano uno sguardo più positivo su passato-presente-futuro, e meno limitato/concentrato su una prospettiva individuale.
L’articolo analizza la percezione temporale umana e i suoi fattori chiave, descrive le evidenze recenti inerenti i differenti effetti dell’esposizione ad ambienti naturali e ad ambienti urbani, e promuove ricerche su questo ambito.
Sperimentare/interagire con contesti naturali può modellare il senso del tempo, e aiutare in tal modo a recuperare una relazione più sana e più equilibrata con i nostri ritmi di vita, migliorando il modo di gestire/distribuire il tempo: questa è l’ipotesi formulata nell’articolo, nel contesto del trend generale di un aumento della povertà nelle moderne società urbane con conseguenze a livello di benessere e salute.
Le riflessioni conclusive:
– probabilmente le stesse caratteristiche specifiche del paesaggio naturale che consentono al potenziale rigenerativo psicologico e fisiologico dell’ambiente naturale di esprimersi, influenzano l’effetto di tali esperienze sulla percezione temporale
– è plausibile che la modifica della percezione temporale sia influenza dalla combinazione di quantità e tipologia dell’ esposizione ad elementi naturali, con le caratteristiche individuali di colui/colei che sta vivendo l’esperienza; altri fattori possono promuovere benessere e influire positivamente a livello cognitivo, ad esempio il grado di relazione (diretta o indiretta) con la natura
– è necessario comprendere meglio l’effetto della modifica della percezione temporale. a livello comportamentale: si potrebbe ad esempio ipotizzare che la percezione di maggior tempo a disposizione (anche “tempo mentale” per pensare) possa influenzare il modo di approcciarsi a comportamenti più “sani” e “sostenibili”
– una maggiore comprensione del meccanismo di influenza dell’immersione in esperienze “naturali” sulla percezione temporale soggettiva aumenterebbe la comprensione dei benefici terapeutici dei contesti naturali, e fornire suggerimenti a chi si occupa di progettazione urbana, trasporti e tutti gli altri ambiti di vita, nell’ottica dell’aumento del benessere e della salute, e del recupero del rapporto con il tempo e con la natura.

Persone, città e natura. Rinnovare l’ambiente urbano e migliorare la nostra salute – World Wide Fund for Nature (WWF), 2023

Il Report evidenzia l’impatto delle aree urbane e i benefici delle zone verdi per la salute della popolazione a livello mondiale, e fa il punto sulla situazione italiana.

Ecco alcuni messaggi chiave:
– la mancanza di natura nelle città causa un inquinamento di aria-acqua-terra destinato ad aumentare, e ne limita i benefici eco-sistemici: la superficie del Pianeta Terra è ricoperta per quasi il 3% dalle aree urbane le quali producono oltre il 70% delle emissioni di carbonio e più del 50% dei rifiuti globali, e inoltre consumano tra il 60 – 70% dell’energia e il 75% delle risorse naturali (in termini di alimenti e acqua)
– in Italia gli ultimi 3 anni hanno visto un proliferare di azioni di cementificazione e impermeabilizzazione che hanno comportato un’espansione urbana a scapito di aree naturali selvatiche e agricole che si sono ridotte o addirittura scomparse, con un aumento dell’impronta ecologica delle città ad elevata concentrazione di persone
– impatto alienante, stressante e depressivo sulla salute delle persone, e un indebolimento di fronte alle conseguenze della crisi climatica (negli ultimi anni oltre 22.000 morti complessivi per eventi meteorologici estremi negli ultimi 43 anni in Italia).

Attraverso il Report, inoltre, il WWF intende promuovere e sostenere la proposta lanciata dall’OMS, fondata su studi scientifici, dell'”adeguata dose di natura” da fornire alle persone: la “regola del 3-30-300” prevede 3 alberi tra ogni casa, 30% di copertura di alberi e vegetazione in ogni quartiere, 300 metri di distanza massima da un parco/spazio verde per ogni cittadina e cittadino. Prendendo spunto da questa proposta, e coerentemente con le indicazioni dell’ONU che tra i suoi SGDs – Obiettivi di sviluppo sostenibile indica lo sviluppo e l’accessibilità di aree verdi urbane come strumento per migliorare l’inclusività, sicurezza, e sostenibilità delle città, il WWF chiede una progettazione politica che consenta la riforestazione delle città con programmi di manutenzione sostenibili e a cui possono e devono contribuire tutte le realtà locali (istituzioni, associazioni, aziende, cittadini): è necessario un piano nazionale del verde urbano, che rappresenta una vera e propria “infrastruttura” strategica per una comunità sana e resiliente. Il Report è stato lanciato in occasione dell’iniziativa Urban Nature, evento nazionale svoltosi il 7 e 8 ottobre 2023, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani, ISPRA – Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Con lo slogan “La Natura si fa cura”, la finalità principale era l’attivazione di cittadini e stakeholder per la realizzazione di aree verdi urbane e di “oasi” negli ospedali pediatrici italiani.

Borriello G. Medicina Forestale: razionale e prospettive nella sclerosi multipla. Estratto da Medici Oggi, Anno XXVII, n. 1, aprile 2023. Springer Healthcare Communications

Un interessante e documentato articolo, curato dalla dott.ssa Giovanna Borriello, Responsabile Centro di riferimento per la Sclerosi Multipla Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, mira a far conoscere e approfondire la possibilità di approcciare i sintomi della Sclerosi Multipla attraverso la Medicina Forestale, approccio di promozione della salute di comunità che prevede la prescrizione, da parte dei medici, di pratiche di “Forest Therapy” . Un approccio olistico e modellato sulla persona consente di affiancare al trattamento farmacologico varie pratiche complementari, che la ricerca ha dimostrato valide nel controllare i sintomi e nell’assicurare un miglioramento del benessere generale per le persone affette da Sclerosi Multipla, tra cui shiatsu, tai chi, pilates, yoga, mindfuness, approcci nutrizionali mirati, tecniche riabilitative non convenzionali, e la forest therapy, che rappresenta un’occasione di ri-contatto profondo con la Natura, producendo benefìci molteplici sulla nostra salute.
La Medicina Forestale è una scienza interdisciplinare, nata grazie alle osservazioni cliniche dell’ immunologo Qing Li, che aveva rilevato un effetto di potenziamento e regolatorio sulle cellule implicate nei processi di sviluppo/mantenimento di autoimmunità collegati a specifiche malattie croniche. Tale scienza è stata formalizzata per la prima volta in Giappone, negli anni ’90, e lì è conosciuta come “Shinrin-Yoku”, letteralmente “Bagno di Bosco” (tradotto anche come Forest Bathing), ed è stata corredata da un vero e proprio manuale.
Si è poi esteso in Italia, spesso tradotto come “Immersione Forestale”, per indicare l’obiettivo di favorire una profonda immersione nella Natura attraverso una metodica esperienziale che – attraverso attività strutturate – stimoli l’attenzione consapevole, i 5 sensi e le sensazioni corporee in relazione al contesto forestale, in particolare nel contatto con gli alberi, produttori principali di molecole volatili con caratteristiche antiossidanti, antinfiammatorie, immunomodulanti e benefiche a livello psicologico e cognitivo. Per quanto riguarda l’impatto della Forest Therapy sul benessere delle persone affette da SM, uno degli studi più significativi è stato pubblicato nel 2022 sulla rivista Annals of Translational Medicine: sono stati rilevati con scale validate significativi miglioramenti su ansia, depressione, fatica in un gruppo di 24 pazienti affetti da fatica cronica – sintomo presente in circa 2/3 delle persone con SM – che aveva svolto attività in un’area “naturale” a 500 metri di altitudine, confrontato con un gruppo con medesime caratteristiche osservato in ambiente urbano. In Italia sono in corso di realizzazione alcune esperienze di Forest Therapy rivolte a pazienti afferenti presso il centro di riferimento per la cura della SM di San Pietro Fatebenefratelli di Roma, e pazienti del centro di riferimento di Frosinone.

Europa: proposta della Commissione europea per ripristinare la natura. Sistema Nazionale per la protezione dell’ambiente, 2022

Il 22 giugno 2022, la Commissione europea ha proposto al Parlamento europeo l’adozione di una nuova normativa, Nature Restoration Law, volta a ripristinare l’habitat naturale europeo. La Commissione stima che l’80% del patrimonio naturale dell’UE versi in cattive condizioni, per questo gli stati membri, una volta che la normativa sarà stata adottata, saranno chiamati ad azioni di recupero degli ecosistemi anche con la finalità di combattere il cambiamento climatico e salvare molte specie dall’estinzione.

Nature-Based Solutions e territorio: prendersi cura della Natura con la Natura. Reticula N. 28/2021 Numero monografico. Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA)

A cura dell’ISPRA, RETICULA è una rivista tecnico-scientifica online quadrimestrale, che tratta argomenti legati alla connettività ecologica, alle infrastrutture verdi, ai servizi ecosistemici e alla governance ambientale connessa ad una pianificazione ecosostenibile del territorio e del paesaggio.
Segnaliamo il numero monografico n. 28 del 2021 perché propone articoli su esperienze di applicazione di Nature-Based Solutions definite come: “azioni strategiche di restauro e di recupero ambientale, efficienti in termini di risorse e adattabili a livello locale, che utilizzano elementi, sistemi e processi naturali ispirandosi al funzionamento naturale degli ecosistemi.
La monografia, in lingua italiana, è ricca di contributi esaustivi e critici che intendono verificare l’effettiva associazione tra queste soluzioni e le biodiversità e sottolineare i benefici che esse possono fornire al capitale naturale e umano.

Siti web tematici

NewsDoseofnature: organizzazione inglese a supporto delle “dosi” di natura

Doseofnature è una organizzazione di volontariato del Regno Unito che ha lo scopo di promuovere e diffondere i benefici a livello di benessere mentale, dovuti al contatto con la natura. L’ente, nato nel 2020, affianca il Servizio sanitario nazionale (NHS – National Health Service) nel supportare la prassi consolidata della prescrizione delle “dosi” di natura. La prassi prevede la prescrizione di “dosi” di natura da parte dei medici di medicina generale ai pazienti con disturbi mentali e alla popolazione generale, con l’obiettivo di incoraggiare la connessione/contatto con la natura e migliorare il benessere mentale.
La procedura seguita da Doseofnature prevede un incontro tra il cliente e uno psicologo per l’analisi dei bisogni del cliente, che verrà poi inviato da una Guida specializzata con cui verrà stilato il programma (generalmente di 8 settimane), la sua articolazione, la tipologia di ambienti verdi e di esercizi/attività. Al termine del programma, la Guida fornirà i riferimenti di persone/gruppi locali che il cliente può contattare per avere l’opportunità di proseguire in maniera costante e autonoma l’attività.
Il sito dell’organizzazione fornisce varie informazioni interessanti, in particolare la sezione EVIDENCE raccoglie articoli e studi scientifici riguardanti i benefici per la salute del contatto con la natura e della prescrizione delle “dosi” di natura e una rassegna di esperienze ed interventi nature-based realizzati in varie parti del mondo

Associazione Italiana di Medicina Forestale – 2023

L’associazione promuove azioni e fa informazione/formazione sugli effetti benefici dell’immersione nella natura (Forest Therapy) misurati da numerosi studi attraverso parametri bio-chimici (aumento/miglioramento di difese immunitarie, tono dell’umore, globuli bianchi, ormoni e riduzione cortisolo/stress), e vuole favorire la diffusione delle “Urban Jungle” per contrastare la “Sindrome da Deficit di Natura”, secondo cui molte patologie sono collegate alle difficoltà di adattamento allo stress e ai ritmi frenetici imposti dalla civiltà industrializzata e urbana che porta le persone ad allontanarsi dalla natura.
AIMeF fa parte di una vasta rete di realtà inerenti la medicina olistica, le terapie naturali, l’osteopatia, le pratiche di meditazione e yoga, il contatto con l’ambiente e la natura.
Si segnalano le sezioni:
la ricerca in medicina forestale/articoli scientifici, in particolare la revisione del 2017 sugli effetti sulla salute di Forest Bathing e Nature Therapy (in lingua inglese)
la ricerca in medicina forestale/Progetti AIMeF, in particolare il progetto romano Urban Forest (attivo dal 2018 al 2020, ri-attivabile su richiesta, promuove l’avvicinamento cittadini – mondo vegetale e la stimolazione di nuove forme di Progettazione Urbana green).

PaRX. A Prescription for nature. 2023

Sito del progetto canadese PaRX della BC Parks Foundation, realizzato da un gruppo di professionisti sanitari allo scopo di migliorare la salute dei propri pazienti attraverso il contatto e la relazione con la natura. Fornisce indicazioni operative ai medici, e risorse pratiche agli utenti quali ad esempio suggerimenti di comportamenti (tips) di facile adozione, volantini scaricabili gratuitamente, schede descrittive sui benefici dell’attività all’aria aperta articolati per fasce di età (vai alla sezione evidence-based patient resources).
Nato una decina di anni fa negli Stati Uniti come movimento popolare – Park Prescription movement – si è poi diffuso in altre zone del mondo, dando vita in Canada al programma nazionale nature prescription evidence-based, di cui PaRX rappresenta lo strumento di diffusione e formazione.

Listen to nature sounds, fall in love with the Earth

Sito web che raccoglie i suoni della natura, composti da habitat, animali, acqua, vento, sabbia, vulcani attivi,…. Si ascoltano viaggiando su di un planisfero interattivo del mondo. È un’iniziativa promossa da Organizzazioni no profit convinte che l’ascoltare suoni naturali abbia effetti positivi sul benessere e rafforzi il rispetto per l’ambiente in cui viviamo. La raccolta è disponibile anche su twitter (@earth_fm_live) e instagram (https://www.instagram.com/earthfm_live/)

Green4C: Green For Care. Progetto cofinanziato da Erasmus plus Programme of the European Union

Green For Care è un progetto triennale innovativo dedicato allo studio e la promozione delle soluzioni nature-based per la salute, il benessere, l’inclusione sociale. Il suo scopo principale è contribuire allo sviluppo delle iniziative di Green Care (GC), in particolare tra gli obiettivi si vuole favorire l’integrazione: tra settore scientifico – servizi che si occupano di salute e inclusione sociale – e settore economico-commerciale – come Agricoltura, Foreste, Turismo, servizi di promozione sociale e ambientale, ecc. – Con l’espressione Green Care si intende un insieme di pratiche che utilizzano la natura e i suoi elementi per promuovere e migliorare la salute fisica e mentale delle persone, estendendo gli ambiti applicativi a iniziative educative e di inclusione sociale, e affermandosi sempre più a livello internazionale come efficace strumento di prevenzione e, in alcuni casi, come approccio terapeutico per alcune patologie.
Nella sezione LEARN del sito è possibile trovare vari materiali – in lingua inglese – scaricabili gratuitamente, quali:

  • alcuni report su temi quali l’analisi dei bisogni formativi (Training Needs Assessment) riguardo alle pratiche di Green Care, raccomandazioni per gli stakeholder (EU Blueprint on Green Care) (https://www.greenforcare.eu/learn/)
  • 20 factsheets sui modelli, le buone pratiche (best practices), i casi-studio più innovativi, articolati nelle 4 aree tematiche del progetto: terapia forestale (Forest-based Care), cura del verde urbano (Urban Green Care), agricoltura sociale (Social Agriculture), turismo verde (Green Care Tourism) (https://www.greenforcare.eu/case-studies/)


Climate change
. WHO, 2022

Pagina/sezione della WHO dedicata ai cambiamenti climatici e all’impatto sulla salute


Urban Health Repository
. WHO, 2022

L’Organizzazione Mondiale della Salute ha pubblicato una banca dati sul tema dell’urban health in cui raccoglie sue risorse per sostenere e orientare le azioni di promozione della salute nei contesti urbani che sono in costante espansione. La ricerca delle risorse può essere sia libera sia guidata per nazione, anno di pubblicazione, tipologia di documento: tra cui, per esempio: campagne, indicatori di valutazione, strumenti, pubblicazioni,… La banca dati è in costante aggiornamento.

Transjardins. Association Dessine l’Espoir, 2022

Si tratta di un’iniziativa dell’associazione francese Dessine l’Espoir, iniziata nel 2013, col sostegno della The Ivory Foundation, che promuove lo scambio culturale e la diffusione di esperienze di giardini educativi, sociali e sperimentali realizzati in vari Paesi dell’Africa e in Francia, chiamati Transjardins o Transgardens.
Nella sezione resources & links si trovano: “Risorse utili per creare nuove attività, trovare ispirazione o semplicemente ammirare la bellezza della Natura”.

National Environmental Education Foundation, 2022

Sito web del National Environmental Education Foundation (NEEF), un’organizzazione no profit che affianca le attività del Dipartimento di Protezione Ambientale degli USA, e si occupa di educazione continua nel contesto ambientale, al fine di migliorare la vita delle persone e la salute del pianeta.

  • obiettivo dichiarato: “coltivare” persone responsabili e consapevoli dal punto di vista ambientale
  • vision: fare in modo che le azioni quotidiane di ciascuno siano guidate da comprensione e attenzione alla salute del pianeta
  • mission: rendere l’ambiente più accessibile, riconoscibile, pertinente e collegato alla vita quotidiana.

Tra le attività proposte, alcune riguardano in specifico la prevenzione e la promozione della salute: si segnala ad esempio la Fact Sheet per gli adolescenti sui benefici dello stare all’aria aperta.

Pad lab/Progettare Scuole/Pedagogia Architettura Design | Sud Tirol, 2020

PAD [eden] lab è un collettivo interdisciplinare formato da pedagogisti, architetti, designer, che si confrontano attivamente con dirigenti, insegnanti, amministratori locali, politici, esperti e filosofi allo scopo di individuare le migliori soluzioni per la qualificazione dello spazio educativo in dialogo con la natura dentro e fuori, all’interno ed all’esterno. Un esempio del lavoro svolto dal gruppo è descritto in questo articolo: Una pianta per ogni alunno: dalla classe al “soggiorno educativo” che raccoglie l’intervista di Sara De Carli (Vita.it, 2021) a Beate Weyland, pedagogista e responsabile del team di ricerca. Una pianta per ogni alunno: dalla classe al “soggiorno educativo” – Vita.it PAD[eden]lab ha come base scientifica la Facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano, che sostiene da 10 anni studi sulla relazione tra pedagogia e architettura. Nella sezione Ricerca, è possibile scoprire le molte comunità scolastiche italiane ed europee che hanno attivato percorsi di ricerca-azione per trasformare a piccoli passi gli ambienti per insegnare e imparare. Interessante anche la proposta formativa consultabile alla voce Servizi.

Pratiche Promettenti

Oasi di benessere, al Niguarda “il giardino che cura”. In Notiziario Salute, Redattore Sociale 3 aprile 2023

Un progetto della Fondazione Niguarda di Milano prevede la realizzazione di tre giardini terapeutici-sensoriali pensati per i bambini e i ragazzi con problemi di salute mentale e disabilità psichica seguiti dal servizio ospedaliero di Neuropsichiatria Infantile, e per le persone con malattie croniche in fase avanzata ricoverate presso l’Hospice.
Tra gli obiettivi del progetto la fruizione di uno spazio familiare e comune per utenti e familiari per favorire la socializzazione, la condivisione esperienziale, e trascorrere del tempo insieme ai propri cari; nonché il recupero del contatto con la natura e con le proprie emozioni, e lo sviluppo delle competenze relazioni non mediato da dispositivi tecnologici per i ragazzi.


Bradley E. Nature prescriptions. Supporting the health of people and nature. A report on the outcomes of an urban pilot of Nature Prescriptions. RSPB Scotland

Si tratta di un progetto sperimentale promosso dal sistema sanitario scozzese, in collaborazione con il National Health Service del Regno Unito, e la Royal Society of the Protection of Birds: nato nel 2017 e testato nelle isole Shetland, ha continuato a estendersi in altre zone della Scozia, adesso è stato avviato in Inghilterra, nel Derbyshire, e rappresenta un riconoscimento ufficiale dei vantaggi che derivano dal trascorrere del tempo all’aria aperta. La “Nature Prescription” consiste in una conversazione “guidata” tra il medico di base o un altro professionista sanitario e il proprio paziente/cliente con l’obiettivo di motivare e supportare quest’ultimo a entrare in relazione con l’ambiente naturale e trarne beneficio a livello fisico e psichico. Il programma non contempla la sostituzione alla medicina tradizionale, ma un’integrazione “naturale”: i medici che aderiscono al progetto possono prescrivere ai pazienti “dosi” giornaliere di attività fisica da svolgere all’aperto, affiancando questa abitudine alla classica terapia. Le malattie trattate sono soprattutto quelle croniche, quali ad esempio disturbo d’ansia, depressione, diabete e ipertensione, che potranno essere curate con “sedute” giornaliere all’aperto, ma si può ricorrere alla Nature Prescription anche se si è semplicemente stanchi o stressati. Un opuscolo orienta/guida il medico nell’individuazione delle attività da prescrivere, che devono essere adattate in base al tipo di disturbo, alle condizioni fisiche del paziente, e al periodo dell’anno in cui dovranno essere svolte (passeggiate a piedi nudi in spiaggia in estate, camminate nel bosco per raccogliere funghi in autunno, esplorazioni di sentieri collinari, ecc).

Per approfondire: https://www.rspb.org.uk/natureprescriptions

Da giardino del Rito Laico a Giardino Parlante di Cura. ASO Ordine Mauriziano di Torino, 2020 – in corso

Il giardino dell’ospedale: un ulivo e una targa che ricordano quanto successo con il Covid-19. Un rito collettivo che si rinnova, simbolicamente e umanamente, ogni anno dal luglio del 2020. Mani che dissetano un Ulivo: pazienti, famigliari e operatori sanitari, la comunità dei curanti e dei curati, i cittadini del quartiere e della città. Lo spazio verde è diventato la scena del Rito Laico prima per onorare i morti durante il periodo pandemico (2020) e poi per celebrare la vita (2021). Un giardino che si trasforma da tradizionale spazio verde dell’ospedale a uno spazio intenzionalmente disegnato e organizzato per il ricordo passato e la cura presente e futura degli operatori sanitari (Tortone C, Longo R, Santoro S. 2021), che possono soffermarsi per una pausa, e dei cittadini che possono sedersi per leggere un libro o partecipare ad appuntamento di benessere e salute.
Il progetto Giardino Parlante di Cura e del Rito Laico è realizzato dal gruppo aziendale SaluteArte, seguendo la metodologia di Teatro Sociale e di Comunità orientata alle strategie di Promozione della Salute secondo gli Standard 2020 degli Ospedali e dei Servizi Sanitari che Promuovono Salute della Rete HPH&HS.
La progettazione dello spazio e la sua realizzazione è stato un processo partecipato con gli operatori sanitari, attraverso un laboratorio teatrale e una performance, e con gli studenti dei diversi gradi dell’IC Pacchiotti di Torino, attraverso attività didattiche e progettuali. Entrambe le esperienze sono state presentate durante il convegno di studio Healing Garden – il giardino parlante (2022) e discusse con ricercatori ed esperti. Per maggior informazioni contattare il responsabile del progetto: Giuseppe Fiumanò (gfiumano@mauriziano.it).

Progetto nazionale di forest therapy applicato alle patologie oncologiche femminili – Associazione Italiana di Medicina Forestale (A.I.Me.F), 2023-2024

L’Associazione Italiana di Medicina Forestale (A.I.Me.F), fondata a dicembre 2018, ha ideato un progetto di Forest Therapy applicato alle patologie oncologiche femminili (in particolare carcinoma della mammella e carcinoma della cervice uterina), originariamente denominato “Onco Forest Therapy“, ribattezzato in “Wild Women in the Woods”. L’obiettivo è realizzare un progetto pilota a livello nazionale che utilizzi la metodologia della Medicina o Terapia Forestale applicata a pazienti oncologiche, pre- e post- terapia, per il miglioramento della qualità di vita e la promozione del loro benessere in generale: i pochi studi svolti hanno dimostrato che questo approccio può agire in maniera efficace su diverse problematiche riscontrate con frequenza nei pazienti oncologici quali insonnia, stress psicologico ed emotivo, fatica, ansia e depressione, che a loro volta provocano una diminuzione della vita socio-relazionale; inoltre, la Medicina Forestale può fungere da efficace adiuvante terapeutico per migliorare l’attivazione immunitaria e ridurre l’infiammazione, e mitigare gli effetti collaterali chemioterapici. L’avvio del progetto, previsto per la primavera del 2023, è stato posticipato a marzo/aprile 2024 per problemi organizzativi, che si affiancano allo scarso riconoscimento/conoscenza di questa pratica in Italia (a differenza di vari Paesi EU in cui la medicina forestale rientra ufficialmente nell’elenco delle terapie complementari e sono stati istituiti gli Albi degli esperti/facilitatori). Il periodo di latenza verrà sfruttato per: prendere accordi con i medici di base, i servizi e le associazioni che seguono le pazienti oncologiche; costituire i gruppi sperimentali (uno al nord Italia e uno al sud, già pronto il gruppo di controllo di Roma); individuare gli operatori (infermieri, pedagogisti, operatori sanitari, psicologi, professionisti che “lavorano con la natura” quali istruttori di mindfulness, naturopati, guardie forestali, ecc) che devono aver frequentato il corso di esperto facilitatore di Forest Therapy di AIMeF, e formarli ad hoc (uso dei test, relazione/comunicazione col gruppo, vissuto delle pazienti); recuperare i fondi necessari anche attraverso sponsorizzazioni. E’ stato predisposto un protocollo del progetto nella duplice versione tecnico-scientifica e divulgativa, da inviare ai medici di base e alle associazioni di pazienti/familiari allo scopo di informare sui contenuti/obiettivi/valenza del progetto e individuare possibili partecipanti ai gruppi-. La metodologia operativa della Forest Therapy prevede 12 – 15 “immersioni” (o bagni di foresta) di 4 – 6 ore ciascuna nell’arco dei 3 mesi primaverili, periodo in cui vengono amplificati gli effetti terapeutici dei componenti biogenici (B-VOK). I dati verranno raccolti attraverso i test (tra cui il diario narrativo sul benessere percepito) e analizzati con tecniche statistiche, confrontando dati pre – post intervento, gruppi sperimentali e gruppo di controllo, per verificare gli effetti migliorativi intra e inter-individuali delle immersioni nella natura sulle donne con tumore cervice/ovaio rispetto a donne con la stessa neoplasia ma che vivono in ambito urbano e che per condizione/stile di vita non hanno accesso a opportunità di Forest Therapy.

Per approfondimenti: Responsabile scientifico del progetto: dott.ssa Giovanna Borriello, Responsabile Centro di riferimento per la Sclerosi Multipla Ospedale San Pietro Fatebenefratelli Roma- ricercatrice presso Università di Roma Sapienza (giovanna.borriello@gmail.com); Coordinamento: Cinzia Catalfamo (cinzia.catalfamo@aimef.net)

Leggi il documento progettuale integrale.

News – NATworking: per connettere natura, lavoro/studio e tempo libero e migliorare la qualità di vita

NATworking è un’APS – associazione di promozione sociale a livello interregionale (Piemonte, Liguria, Val d’Aosta), i cui obiettivi principali sono:
– favorire la conciliazione di tempo lavoro e tempo libero attraverso l’offerta a chi vive in città di luoghi/spazi in natura dove lavorare da remoto, in abbinamento con attività outdoor di mitigazione dello stress
– rigenerare e riqualificare le risorse/spazi presenti sul territorio attraverso la creazione e la messa in rete di nuovi servizi che rispondano ai bisogni della comunità (ad esempio opportunità di co-working o di un’aula studio in collina/montagna, senza dover scendere a valle). Il progetto ha visto all’origine la creazione di una piattaforma digitale per connettere strutture immerse in un ambiente naturale quali rifugi, agriturismi, ostelli, aziende agricole, coworking, residence, villaggi diffusi e tele-lavoratori/tele-studenti interessati a migliorare la qualità della propria vita professionale e privata. Il progetto Eco-Working Network, inoltre, è stato tra i vincitori della Call for idea denominata MIND CLUB, promossa dalla Fondazione Compagnia di San Paolo in collaborazione con la Fondazione CARIGE nel 2020 (http://info.natworking.eu/progetti/). Tra fine novembre e inizi dicembre 2022 l’associazione ha ideato e realizzato la prima edizione della NATweek: una settimana nel territorio di Monesiglio (CN), nel Parco Culturale dell’Alta Langa, dove poter lavorare in co-working e smart working in un ambiente naturale, fare esperienza di co-living (condivisione della routine quotidiana), e partecipare ad attività culturali e ludico-ricreative. Le attività proposte erano variegate, incentrate su una promozione del benessere individuale su più aspetti: passeggiate/camminate, aperitivi all’aperto, incontri conoscitivi con le realtà locali pubbliche e private (ad esempio pro-loco, cantina sociale, ecc), un seminario su stress lavoro-correlato, un workshop sulla gestione del tempo, un incontro con una nutrizionista per la preparazione di ricette salutari, possibilità di colloqui con una psicologa. Dai racconti dei partecipanti (studenti e lavoratori) emerge l’importanza di entrare in contatto con chi fa la stessa esperienza, condividere problematiche, per migliorare la propria vita, e gestire in maniera meno stressante il tempo lavoro e il tempo privato/personale. Sviluppi futuri: ampliare la rete dei NATworkers ad altri territori da cui sono giunte richieste in tal senso (Puglia, Lombardia); sperimentare l’estensione del format da una settimana a un mese, su una realtà locale (es. agriturismo, rifugio).

News – Gli healing gardens del nuovo ospedale di Verduno (Cuneo)

La Fondazione Ospedale Alba-Bra ha promosso la realizzazione di healing gardens in grado di promuovere e supportare la salute e il benessere delle persone, al fine di garantire una migliore qualità dell’assistenza fornita presso l’ospedale ASL CN2 di Verduno.
I giardini attualmente fruibili sono tre:
Healing garden del Reparto di Radioterapia (giardino terapeutico del reparto di Radioterapia realizzato nel cavedio interno direttamente connesso con le sale del reparto, dotato di vasche in muratura con una ricca vegetazione visibile anche dall’interno del reparto,  di tavoli e sedute e di una piccola area per il gioco dei bimbi – per gli utenti dei trattamenti che portano con sé i figli).
Healing garden del Reparto di Psichiatria (giardino annesso al reparto di Psichiatria, che vuole favorire il contatto con elementi naturali e offrire delle “distrazioni positive” ai pensieri disturbanti dei pazienti, anche attraverso la partecipazione a laboratori programmati di orto-terapia)
Giardino del Commiato (un giardino adiacente alle camere mortuarie, che vuole essere uno spazio dove il congiunto possa aspettare la preparazione della salma oppure dove i parenti e gli amici del defunto possano stringersi nel dolore e attendere il “momento del commiato” con la partenza del carro funebre).

Gli Healing Gardens del nuovo Ospedale di Alba-Bra “Michele e Pietro Ferrero” si inquadrano in un più ampio progetto che mira ad attuare nel concreto il “motto” della Fondazione Ospedale Alba-Bra: “la natura nell’ospedale, l’ospedale nella natura”. A tal fine, la Fondazione ha attivato una collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano (DiSAA) per approcciare in modo scientifico la sistemazione degli spazi aperti annessi al nuovo ospedale ASL CN 2 di Verduno e la realizzazione di giardini terapeutici da parte del docente universitario e progettista Giulio Senes e del suo gruppo di lavoro.
Nel 2022 l’ASL CN2 ha inoltre attivato una convenzione con l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, promotrice del master di primo livello in Orticoltura terapeutica e sociale, per avviare il progetto di tirocinio formativo denominato “Verde è Salute” tenuto dalle corsiste Paola Malvasio e Teresa Monchiero. Il progetto degli Healing Gardens rientra nel più ampio Talenti Latenti, che ha come capofila l’ASL CN2 e il Consorzio socio-assistenziale Alba, Langhe e Roero e ha coinvolto 4 aziende private (Sebaste, Dimar, SlowFood ed Università del Gusto), puntando sulla sinergia tra il pubblico e il privato sul territorio dell’ ASLCN2 per creare “collaborazioni virtuose” sul tema del welfare aziendale e di comunità, a partire dai risultati di una ricerca sul benessere sociale dei dipendenti dell’azienda sanitaria, del consorzio, e delle aziende private aderenti realizzata negli anni 2017 e 2918.

Isole educative. Un progetto per non isolare i bambini. Dors 2022

Da gennaio 2022, in una Scuola Primaria Statale della provincia di Belluno, si trova un’aula verde dove i banchi compongono isole da 4, 3, 2 posti.
Il verde è dato soprattutto dalla ricca presenza di piante – una per studente – curate quotidianamente dagli alunni di una classe seconda, guidati da un botanico esperto. Le piante stanno al centro di ogni isola, rendono accogliente l’aula e la loro cura diventa un potente strumento di apprendimento e di benessere.
Dors ha dialogato con Raffaela Mulato e Paolo Giordano, che coordinano questo progetto come l’Associazione Moving School 21, sulle opportunità e le strategie per replicare questa iniziativa in altre realtà scolastiche e territoriali.

Aggiornamento – Progetto Verde Aroma: da un seme, una pianta; da un seme, un uomo con la sua dignità. Spello (PG), 2021

Il progetto Verde Aroma nasce a Spello (PG) nel maggio 2021 presso il C.A.S.T. – Centro Attività Sulle Tossicodipendenze Assisi Onlus con l’intento di riqualificare un’area verde adiacente alla struttura. Il gruppo ha dato forma ad un giardino aromatico a disposizione degli utenti residenti, con l’intento di acquisire competenze utili ai fini di un inserimento lavorativo, grazie anche al supporto della Regione Umbria con il progetto RE-WORK (borse lavoro presso aziende vivaistiche locali). L’ascolto dei bisogni dei residenti ha poi portato nuovi obiettivi e risultati terapeutico-riabilitativi, quali il rinforzo del senso di coesione di gruppo (Gruppo Mappe), la sperimentazione di una responsabilizzazione individuale quotidiana (co-progettare e dare forma concreta a un’idea di giardino), la percezione di un senso di benessere condiviso da operatori e utenti nel “prendersi cura” del verde e della natura (rilevato attraverso interviste e confronto quotidiano tra utenti e operatori). Il giardino è stato inaugurato ufficialmente il 15 giugno 2022, l’evento ha consentito a tutti i partecipanti coinvolti nel progetto di raccontare l’esperienza e il proprio vissuto, e condividere il senso di una crescita individuale e di gruppo. Nel futuro si prevede di “trasferire” l’esperienza in altre sedi su territorio umbro e piemontese, e l’avvio di una seconda edizione del progetto presso un ente di Spoleto. L’estensione spoletina del progetto è stata inaugurata il 3 maggio 2023 nella sede Cast, ed è iniziato ufficialmente nel settembre 2022. In una prima fase, i residenti del Centro hanno ragionato insieme alla progettista sulle finalità del verde all’interno del loro percorso riabilitativo presso la struttura, e hanno partecipato a una formazione introduttiva sulle piante più adatte a contesto e obiettivi progettuali. Dopo la pausa invernale, si è svolta una fase di ideazione per dare forma al giardino, in particolare la tecnica del brainstorming ha consentito di giungere a un progetto che rispondesse alle diverse esigenze espresse, e fosse di sostenibile costo e manutenzione: si è optato per un giardino dei 5 sensi, con la vista al centro, con una aiuola a forma di occhio, e le altre quattro vasche contenenti specie di piante rappresentanti degli altri sensi, che potessero dunque stimolare i partecipanti a trascorrere del tempo nel giardino e a provare emozioni nel contatto con esso e nella sua cura. La fase di realizzazione operativa ha visto i partecipanti (20 residenti, divisi in un gruppo per aiuola, con la presenza di alcuni operatori, e la guida della progettista) creare le aiuole e poi, in aprile, seminare le piante scelte. Il giardino Verde Aroma, edizione spoletina, è stato coronato dalla messa a dimora di un ulivo al centro dell’aiuola dedicata alla vista: simbolo di luce, pace e speranza per il progetto e per la vita di chi ha contribuito a realizzarlo.
Per maggiori info contattare la responsabile del progetto, dott.ssa Irene Brusa: irene.brusa01@gmail.com

Regione Toscana. Progetto NOVIFRA, 2017-2020

Avviato nel 2017, concluso nel 2020, questo progetto è stato premiato come “”eccellenza nell’innovazione terapeutica”” dalla Regione Toscana. Vi hanno partecipato 4 aziende private toscane, la finalità principale era: ” la realizzazione di un ambiente terapeutico interno alla struttura sanitaria che dialoga con un giardino terapeutico esterno, dove, attraverso l’utilizzo di sensoristica, si sperimentano terapie non farmacologiche nella cura dell’Alzheimer”. Il luogo della sperimentazione è stato il nucleo Alzheimer della RSA Casa Argia di Figline Valdarno. Leggi il progetto Novifra in sintesi. I risultati del progetto sono esposti in un report qui disponibile. Ne riportiamo di seguito un breve estratto: “A conclusione della fase di osservazione e raccolta dei dati emerge chiaramente quanto il verde abbia un effetto benefico sulla salute psico-fisica degli individui, e soprattutto è stato possibile dedurre che in presenza di deficit cognitivi più o meno gravi il contatto con la natura ha un impatto positivo: il vivere il giardino terapeutico ha permesso ai pazienti coinvolti nel progetto di aumentare il proprio benessere e la qualità della loro vita, recuperando ricordi sopiti e manualità perdute.

L’Hortus-giardino dell’Hospice Anemos. Ospedale San Luigi di Orbassano (TO), 2015

Il progetto Hortus Hospice nasce nel contesto della struttura Hospice Anemos, gestito dalla Fondazione Luce per la Vita in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera San Luigi di Orbassano (TO).
La finalità principale è migliorare la qualità della fase finale della vita per le persone accolte in hospice, creando un giardino con specifiche caratteristiche: un percorso-labirinto che potesse trasmettere bellezza e consentire un contatto con la natura, percorribile anche in carrozzina, fruibile visivamente dalle camere di chi non può muoversi; l’Hortus-giardino è utilizzabile anche da parenti/familiari e operatori per allentare lo stress del lavoro di assistenza/accompagnamento e del caregiving, recuperare serenità camminando nel verde e “”aver cura”” delle piante. Il progetto ha una sua continuità grazie anche al lavoro di manutenzione dei volontari di una scuola di formazione professionale guidati da un esperto giardiniere. Gli sviluppi futuri prevedono l’allargamento dell’area coltivata intorno all’hospice per favorire piccoli lavori di orticoltura, e ampliare le opportunità di attività pratiche e rigenerative nell’area boschiva intorno all’hospice. Per maggiori informazioni, contattare il responsabile del progetto: Gianfranco Virga (nanocelestino@alice.it) oppure consultare la pagina web: https://www.luceperlavita.it/index.php/dall-associazione/home-mainmenu/56-testi/202-hortus-hospice-lavori-in-corso.

News – Il “Gruppo terra” di ortoterapia del servizio di NeuroPsichiatriaInfantile dell’ASL Città di Torino

Dal 2011 è stata avviata presso l’NPI Nord – servizio di NeuroPsichiatriaInfantile dell’ASL Città di Torino un’esperienza di ortoterapia, nell’ambito della riabilitazione, affiancata dal 2017 da un intervento educativo, a favore dei minori afferenti al servizio, con analoghi presupposti. L’ortoterapia in ambito riabilitativo si è rivelata particolarmente adatta per perseguire obiettivi di apertura del bambino disabile e dei suoi genitori verso il mondo esterno, di ripristino delle capacità relazionali e di capacità di comprensione/utilizzo di contesti nuovi collegati alla natura; l’esperienza denominata “Gruppo terra” ha anche avuto un obiettivo educativo, concernente il consolidamento di alcune abilità e l’apprendimento di competenze in un contesto non prestazionale. Gli aspetti educativi sono stati perseguiti in maniera sinergica e integrata con quelli riabilitativi. Peculiarità dell’attività, non disponendo la sede del servizio di NPI di un giardino e spazio verde proprio, è stata la scelta di creare un piccolo giardino e orto indoor, ovvero all’interno degli ambienti disponibili, a cui è seguita la disposizione delle piantine prodotte sui balconi del servizio sanitario, oltre all’averne donate diverse ai bambini ed alle loro famiglie, per proseguirne il percorso di cura e crescita. Per informazioni: Valeria Moschese educatrice referente del progetto:
valeria.moschese@aslcittaditorino.it. Nei prossimi mesi, su Dors.it pubblicheremo un articolo di approfondimento su questo progetto.

Buone pratiche

Muovinsieme! Scuola e comunità in movimento

Muovinsieme, progetto finanziato dal CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie), ha consentito alle regioni partner Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte e Puglia di sperimentare nella scuola primaria, nell’A.S. 2021-2022, la buona pratica piemontese ‘Un miglio al giorno intorno alla scuola’, progetto sulla promozione dell’attività fisica e la didattica all’aperto, il più possibile a contatto con la natura, come modalità innovativa ed efficace di apprendimento.
La sperimentazione ha previsto la collaborazione intersettoriale di tutti i portatori di interesse (Aziende sanitarie locali, Scuole, Enti locali, …) e la riorganizzazione, se necessario, degli ambienti interni e circostanti gli edifici scolastici. Un toolkit digitale descrive il progetto e i suoi risultati e offre materiali, strumenti e indicazioni per attivarlo nel proprio territorio.

ASL CN1. Progetto Montagnaterapia

Il progetto di Montagnaterapia del Dipartimento di Salute Mentale – Psichiatria Area Nord dell’ASL Cuneo 1 è nato in modo spontaneo da professionisti sanitari appassionati e competenti, costituendosi nell’arco di oltre 10 anni, quale prassi operativa trasversale ai centri diurni e ai centri di salute mentale del territorio – area nord del DSM. Nel tempo si è ampliata la riflessione teorica e il progetto si è dotato di strumenti in particolare per la valutazione degli esiti e dei processi implicati in questa attività.
L’idea alla base poggia sul valore terapeutico, riabilitativo, educativo o preventivo delle attività che coinvolgono la montagna, specialmente per i soggetti più “fragili”, e soprattutto se “vissute” attraverso il cammino e in una dimensione di gruppo.
Il progetto, inserito all’interno della banca dati Pro.Sa., ha recentemente ottenuto il riconoscimento di Buona Pratica Trasferibile (BPT), a seguito di un processo di accompagnamento da parte di Dors e ad un “irrobustimento” metodologico da parte dell’équipe progettuale.

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