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Non lasciare indietro nessuna bambina e nessun bambino. Alleanze in costruzione

Alleanze in costruzione

Il progetto Io sto bene qui in montagna! (2018-2023) ha avuto l’obiettivo di contrastare la povertà educativa in un contesto montano, la Val Pellice, caratterizzato da invecchiamento della popolazione e spopolamento. Il principale obiettivo era la creazione di un sistema integrato di servizi per l’infanzia 0-6 anni, per raggiungere le famiglie che abitano nei Comuni montani, che vivono situazioni di svantaggio socio-economico o straniere. Il progetto ha, inoltre, perseguito il rafforzamento della comunità educante, ossia della pluralità dei soggetti che, a vario titolo, si occupano di infanzia. Ha promosso processi di partecipazione e collaborazione, creando alleanze per perseguire il ben-essere della comunità e la sua capacitazione, il suo empowerment.

Il seminario “Non lasciare indietro nessuna bambina e nessun bambino. Alleanze in costruzione” (Torre Pellice, 18 novembre 2023) ha chiuso il progetto. È stata un’occasione di confronto e continuità, a partire dai risultati della valutazione di impatto e con il contributo di esperti e genitori, sulle principali sfide che riguardano i servizi per l’infanzia immaginando sviluppi futuri tenendo conto delle lezioni apprese dal progetto.

 

I risultati della valutazione di impatto

La natura del progetto, fondata sulla partecipazione che genera empowerment, ha richiesto una valutazione di processo e di impatto, coerente, per comprendere se il progetto fosse riuscito a migliorare l’offerta, la qualità e l’accessibilità dei servizi per l’infanzia del territorio, nel mentre costruendo capacità e competenze. Poiché i processi partecipativi orientanti all’empowerment sono centrali nelle strategie della promozione della salute (Laverack, 2020), il disegno dello studio ha previsto coerentemente l’adozione di un approccio di ricerca-azione-partecipata interpretata alla luce dell’empowerment evaluation di Fetterman (2002) coinvolgendo le famiglie, gli operatori dei servizi per l’infanzia e i partner del progetto. La valutazione è stata condotta da DoRS in collaborazione con il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia e il Servizio di Promozione della Salute dell’ASL TO3 e i partner del progetto.

È stato adottato un disegno di studio pre-post, senza gruppo di controllo e mixed-method: sono stati utilizzati metodi qualitativi e quantitativi in un processo di integrazione e scambio continuo durante tutto il processo valutativo (Aresi e Boniforti, 2021). La valutazione di impatto qualitativa è stata condotta elaborando i risultati degli incontri e dei laboratori realizzati nel corso del progetto. Durante i laboratori di comunità realizzati con le famiglie e altri portatori di interesse è stato usato l’approccio per domini (Laverack, 2018), abbinato alla matrice decisionale, un metodo di ricerca sociale quali-quantitativo utilizzato nelle strategie di promozione della salute (Lemma, 2019).

La valutazione di impatto quantitativa è stata metodologicamente realizzata confrontando i risultati di due questionari (PRE-POST) per comprendere se le azioni e gli interventi realizzati nel periodo progettuale potessero aver innescato dei cambiamenti circa la conoscenza, l’utilizzo e il gradimento dei servizi da parte dei genitori.

Dalla valutazione di impatto quantitativa, relativa al questionario, è emerso che il progetto è riuscito a diffondere maggiormente la conoscenza dei servizi presi in esame tra le famiglie che abitano la Val Pellice. I servizi sono: Asilo nido; Ambulatorio di infermieristica pediatrica e puericultura, rinominato Punto di Sostegno all’Allattamento; Sportello di supporto alla genitorialità; Biblioteca, Librellule, Nati per Leggere; Estate bimbi 0-6; Sabato gioco. La non conoscenza dei servizi è diminuita soprattutto tra coloro che hanno un livello di istruzione medio e basso. L’utilizzo dei servizi è diminuito, ad eccezione della Biblioteca e dell’Estate bimbi, poiché intervistando le stesse famiglie anche con il secondo questionario, i figli sono cresciuti e diventati “fuori età” per alcuni servizi mentre altri servizi, attivati dal progetto, erano ormai conclusi.

I servizi sono giudicati e valutati molto positivamente dalle famiglie sulla base di cinque aspetti (ambientali, educativi, organizzativi, relazionali con gli operatori e relazionali con le famiglie). Anche la valutazione complessiva, su una scala da 1 a 10, è rimasta costante o leggermente aumentata o diminuita su valori medi molto alti, superiori a 8.

Dalla valutazione di impatto qualitativa, le famiglie hanno più volte espresso, tra le altre, la necessità di disporre di spazi di aggregazione e socializzazione dove i bambini possano giocare e i genitori scambiarsi consigli e opinioni. Richiedono un canale di comunicazione web, unico e integrato, per i servizi e le opportunità offerte dal territorio. Le famiglie infine hanno espresso la necessità di riqualificare i parchi giochi, rendendoli anche adatti ai bambini da 0 a 3 anni con giochi specifici e di aumentare gli orari dei servizi, ad esempio tramite il pre e il dopo scuola, per renderli più rispondenti ai bisogni personali e lavorativi dei genitori.

I principali risultati della valutazione di impatto possono essere consultati in questa brochure.

 

Le sfide dei servizi per l’infanzia

A partire dalla presentazione dei risultati della valutazione di impatto, sono state affrontate le principali sfide che riguardano il sistema dei servizi per l’infanzia. Il fenomeno della povertà educativa, ad esempio, è in crescita e fa riferimento all’impossibilità di sperimentare opportunità educative, sociali, culturali che permettano adeguate condizioni di crescita e sviluppo dei bambini in salute.

È fondamentale promuovere lo sviluppo precoce nella prima infanzia (Early Child Developement – ECD). L’intervento della pediatra Vittorina Buttafuoco – Referente Regionale del Programma 11 – Primi 1000 giorni del Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 – ha evidenziato che soprattutto nei primi 1000 giorni di vita (a partire dal momento del concepimento) si sviluppa e cresce maggiormente il cervello. Accompagnando e stimolando i processi evolutivi precoci, che influenzano lo sviluppo cognitivo, emotivo, sociale e di salute del bambino che si rifletteranno lungo tutto il corso di vita del soggetto (Tamburlini, 2014 e 2023; Irwin et al., 2007), si può favorire una buona o povera salute. Occorre quindi investire nella nurturing care (WHO, 2018), garantendo ai bambini delle condizioni di vita che promuovono salute attraverso l’intreccio di cinque componenti: buono stato di salute fisica ed emotiva; alimentazione adeguata durante la gravidanza e con l’allattamento al seno; genitorialità responsiva; ricchezza di opportunità di apprendimento precoce; protezione e sicurezza vigile.

Agire in questa fase del ciclo di vita ponendo un’attenzione prioritaria al tema delle disuguaglianze sociali favorisce, quindi, uno sviluppo in salute anche dei bambini più vulnerabili per le caratteristiche socio-economiche della famiglia di appartenenza. Un sistema di servizi di qualità, accessibile ed equo, frutto di una politica e alleanza inter-settoriale, può contrastare la povertà educativa (Sica, 2020), poiché consente di mitigare l’influenza dei determinanti di salute, contrastando le eventuali disuguaglianze.

In tal senso, la referente del gruppo nazionale Nidi e Infanzia, Laura Gallina, ha sottolineato l’importanza delle politiche pubbliche a sostegno dell’infanzia che si concretizzano in politiche inter-settoriali a diversi livelli, regionali e locali, che devono essere coerenti e in continuità. Rilevante è stato il Decreto Legislativo n.65 del 2017 che ha portato al riconoscimento degli Asili nido, rinominandoli in “Nidi d’Infanzia”. La novità è che sono servizi a base educativa, pensati per la crescita e lo sviluppo dei bambini e delle bambine e non solo a base sociale, di servizio per le famiglie, come finora sono stati considerati.

Tuttavia, come ha illustrato Paola Zonca, Pedagogista del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino, è fondamentale che i servizi per l’infanzia siano di qualità e nutriti da relazioni significative. Alcuni elementi imprescindibili di una relazione di cura educativa sono: educatori, educatrici e insegnanti formati e preparati; presenza di un progetto pedagogico che abbia al centro il bambino e la bambina, valorizzando le sue competenze; spazi adeguati e accoglienti, predisposti appositamente per i bambini (terzo educatore); collaborazione tra i servizi stessi, per offrire un’offerta complementare ma anche attenzione alle relazioni tra educatrici, con le famiglie e la comunità di riferimento.

 

Politiche che danno continuità

Dopo gli interventi delle tre esperte, si è svolta una conversazione a più voci su come orientare la programmazione e l’organizzazione dei servizi nel prossimo futuro, a partire dall’eredità del progetto. Dal confronto, che ha visto coinvolti alcuni rappresentanti dei principali servizi di riferimento per l’infanzia e genitori, è emerso che i servizi devono diventare sempre più spazi di aggregazione e socializzazione educativa. I genitori hanno bisogno di opportunità per stare insieme, scambiarsi consigli e opinioni e i servizi possono contribuire a questa necessità, offrendo spazi, tempo e competenze. È necessario, inoltre, coinvolgere le famiglie in situazioni di svantaggio, che spesso non frequentano i servizi, ma che, invece, più di altre, ne avrebbero bisogno. Nel sostenere chi è più in difficoltà occorre comunque rivolgersi e coinvolgere tutta la comunità, valorizzando le risorse presenti. Questa è ritenuta la sfida più grande, che può fare la differenza.

Un sistema integrato di servizi necessita di risorse e finanziamenti adeguati per essere diffuso e di qualità. Occorre anche che ci sia una rete di collaborazione tra i vari servizi, enti, associazioni della comunità educante che, lavorando insieme, possono fare rete comune e mettere a sistema le risorse per offrire sempre più servizi di qualità e rispondenti alle esigenze delle famiglie. In questo senso le nuove politiche di programmazione per l’infanzia (Tavolo 0-6 del Patto Educativo di Comunità, Coordinamento Pedagogico Territoriale, Centro Famiglie, Programma Primi 1000 giorni del Piano Regionale/Locale di Prevenzione, Programmi Nati per Leggere e Cultura per Crescere) sono opportunità che, in continuità con il progetto, possono aiutare ad investire su un sistema di servizi per l’infanzia integrato di qualità attento alle disuguaglianze sociali e di salute e alla povertà educativa. L’esperienza progettuale, durata cinque anni perturbati dalla pandemia, è stata un’occasione significativa di riconoscimento reciproco dei servizi in relazione con le famiglie e le risorse della comunità locale e di avvio di una collaborazione generativa per il futuro prossimo.

 

Bibliografia

  • Aresi G., Boniforti D. (2021), Progettazione e valutazione, in Arcidiacono C., De Piccoli N., Mannarini T., Marta E. (a cura di), Psicologia di Comunità. Volume II: Metodologia, ricerca e intervento, Milano: FrancoAngeli srl
  • Fetterman D., Bowman C. (2002), Experiential education and empowerment evaluation: Mars rover educational program case example, in Journal of Experiential Education, n. 25 (2), pp. 286–295
  • Laverack G. (2020), Reinterpreting community development for health promotion in the 21st Century, in “Psicologia di comunità”, n.2, pp. 15-22, DOI: 10.3280/PSC2020-002002
  • Laverack G. (2018), Salute pubblica. Potere, empowerment e pratica professionale, Roma: Il Pensiero Scientifico Editore
  • Lemma P. (2019) Promuovere salute: principi e strategie, Roma: Il Pensiero Scientifico Editore
  • Sica M. (2020), Contrastare la povertà educativa dei bambini. L’impegno delle fondazioni di origine bancaria, in Animazione sociale, n. 334, pp. 18-26
  • Tamburlini G. (2014), Interventi precoci per lo sviluppo del bambino: razionale, evidenze e buone pratiche, in Medico e Bambino, n.33, pp. 232-239
  • Tamburlini G. (2023), I bambini in testa. Prendersi cura dell’infanzia a partire dalle famiglie, Roma: Il Pensiero Scientifico Editore
  • World Health Organization, United Nations Children’s Fund, World Bank Group. Nurturing care for early childhood development: a framework for helping children survive and thrive to transform health and human potential. Geneva: World Health Organization; 2018. Licence: CC BY-NC-SA 3.0 IGO. Traduzione italiana a cura di Centro per la Salute del bambino CBS Onlus

 

Articoli Dors per approfondire il tema: prima infanzia e disuguaglianze

Promuovere lo sviluppo del bambino, prevenire le disuguaglianze. Interventi efficaci e raccomandazioni – Anduena Alushaj, Paola Capra, Mariella Di Pilato, Giorgio Tamburlini 2021 

Prima infanzia e disuguaglianze: 1. Gli interventi di educazione prenatale e postnatale – A cura di Paola Capra, Lidia Fubini, Luisella Gilardi, Marta Grosini, Marina Penasso, Gaia Piccinini, Sonia Scarponi (DoRS) 2019

Prima infanzia e disuguaglianze: 2. Gli interventi a supporto della genitorialità – A cura di Paola Capra, Lidia Fubini, Luisella Gilardi, Marta Grosini, Marina Penasso, Gaia Piccinini, Sonia Scarponi (DoRS) 2019

Prima infanzia e disuguaglianze: 3. Le visite domiciliari – A cura di Paola Capra, Lidia Fubini, Luisella Gilardi, Marta Grosini, Marina Penasso, Gaia Piccinini, Sonia Scarponi (DoRS) 2019

 

Foto articolo di Thiago Cerqueira su Unsplash.com

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