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Intelligenza artificiale: un aiuto per identificare i fattori di rischio del suicidio negli adolescenti

Sebbene il suicidio rappresenti una delle principali cause di morte in tutte le fasce d’età, il fenomeno assume un’importanza critica in età evolutiva, poiché l’aumento più marcato del numero di decessi dovuti al suicidio si verifica nel passaggio tra l’adolescenza e la prima età adulta e poiché l’insorgenza di pensieri/comportamenti suicidi si verifica comunemente prima dei 25 anni, anche nella maggior parte dei soggetti che mettono in atto un tentativo di suicidio più tardi nella vita. La prevalenza dell’ideazione suicidaria e del tentativo di suicidio aumenta drammaticamente durante l’adolescenza e rappresenta la seconda causa di morte tra i giovani nella fascia d’età 10-19 anni. Non esiste ancora un consenso sull’uso di termini specifici nella letteratura sul suicidio. La tendenza più comune è quella di indicare come comportamenti e pensieri suicidari una serie di fenomeni con un continuum di gravità dei sintomi e che condividono gli stessi fattori di rischio distali e prossimali. Sono strettamente correlati tra loro ma differiscono per prevalenza, forza dell’intenzione e letalità. L’ideazione suicidaria rappresenta un fattore di rischio per il successivo comportamento suicidario: il rischio di commettere un tentativo di suicidio entro i 30 anni è 12 volte più alto per le persone con una precedente ideazione suicidaria. In qualsiasi gruppo di età, i suicidi sono in qualche misura prevenibili. A causa della loro eziopatogenesi multifattoriale, le strategie di prevenzione richiedono azioni coordinate e integrate che coinvolgano la sanità, l’istruzione, la politica e i mass media. Nel Piano d’azione per la salute mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) 2013-2030, gli Stati membri dell’OMS si sono impegnati a lavorare per raggiungere l’obiettivo globale di ridurre di un terzo il tasso di suicidi nei Paesi entro il 2030. L’OMS ha anche sottolineato la necessità di individuare predittori precoci di comportamenti suicidari, che possano aiutare a identificare i soggetti a rischio, a pianificare strategie di prevenzione e a implementare interventi terapeutici specifici.

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale si è dimostrata un approccio efficace per automatizzare l’analisi dei dati medici ed estrarre nuove combinazioni di biomarcatori utili per la diagnosi precoce, e per l’identificazione di comportamenti suicidari tra gli adolescenti ricoverati in ospedale psichiatrico.

In questo scenario, l’identificazione dei fattori di rischio per la progressione dall’ideazione suicidaria al tentativo di suicidio/fallimento del suicidio rappresenta una delle principali sfide. Le azioni autolesionistiche non destinate alla morte devono essere distinte dal suicidio. Tali azioni comprendono, ad esempio, le prove di coraggio e, relativamente comune tra i minori, l’autolesionismo non suicida, che spesso serve a regolare gli stati emotivi di avversione.

La rivista Science Progress ha pubblicato, a ottobre 2023, uno studio che identifica, attraverso l’intelligenza artificiale, due nuovi fattori predittivi del rischio suicidario nei bambini sotto i 12 anni. La stessa intelligenza artificiale può essere inoltre di supporto ai medici per valutare più in generale il rischio suicidario.

Lo studio multidisciplinare, di supporto in particolare alla neuropsichiatria, è stato condotto dal team di Psichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza del Meyer di Firenze in collaborazione con l’Università di Firenze e fa da apripista per nuovi impieghi dell’intelligenza artificiale.

Lo studio osservazionale retrospettivo ha analizzato i dati relativi a 237 pazienti ricoverati al Meyer per comportamenti e pensieri suicidari dal 2016 al 2020. L’obiettivo era di identificare, a ritroso, quali fossero state le prime “spie”, i fattori predittivi, del rischio suicidario, in questi pazienti. Per ciascuno di loro sono stati raccolti dati epidemiologici e psicopatologici e sono stati divisi in due gruppi: quelli che avevano manifestato una vera e propria volontà suicidaria (ad alto potenziale di rischio per la salute fisica), e quelli che invece avevano manifestato una ideazione suicidaria meno strutturata. Grazie all’impiego dell’l’intelligenza artificiale e della statistica i dati sono stati organizzati e analizzati attraverso alcuni modelli (“metodo delle reti neurali”, “random forest” e “test del chi-quadro di Pearson”).

Grazie a questo procedimento sono stati identificati due fattori di rischio nuovi. Lo studio di ciascuna variabile ha messo infatti in luce due nuovi fattori statisticamente correlati ad un aumento del rischio di comportamenti suicidari nei bambini sotto i 12 anni: una precedente diagnosi di disturbo oppositivo provocatorio e una precedente diagnosi di disturbo esplosivo intermittente (della categoria dei disturbi dirompenti)”. Lo studio ha inoltre evidenziato che il cosiddetto “comportamento di volontà suicida” (quello per cui il paziente non mostra una reale ideazione suicidaria ma lancia attraverso questo comportamento una richiesta d’aiuto) è un fattore di rischio importante e fino a ora sottostimato.

In particolare, sotto i 12 anni di età, la diagnosi di disturbo dirompente del controllo degli impulsi e della condotta, precedenti cure specialistiche, storia di tentato suicidio e intossicazione come metodi di suicidio erano statisticamente correlati a un aumentato rischio di comportamenti suicidari. L’intelligenza artificiale, con un’accuratezza dell’86,7%, ha confermato questi fattori di rischio.

Questo modello predittivo è uno strumento importantissimo per identificare precocemente i segnali d’allarme sia negli adolescenti, sia nei bambini anche nei casi considerati a basso rischio.

La dottoressa Tiziana Pisano, responsabile della Psichiatria dell’infanzia e dell’Adolescenza del Meyer ha dichiarato a tale proposito: “Questo primo studio è molto promettente perché ci fa pensare che l’intelligenza artificiale possa dimostrarsi uno strumento in più da affiancare alla valutazione clinica dei pazienti, che non potrà ovviamente mai essere sostituita. Avere nuovi strumenti per valutare precocemente i rischi per la salute neuropsichiatrica di adolescenti e bambini è fondamentale e sappiamo che il suicidio, tra i giovanissimi, è un’emergenza pubblica: i dati che abbiamo analizzato mostrano che il tasso di ospedalizzazione per comportamenti e pensieri suicidari tra il 2016 e il 2020 è passato dal 27,69 al 45,28% e il trend purtroppo è tuttora in aumento”.

Lo strumento messo a punto dal team fiorentino potrà essere di supporto sia per azioni preventive, sia per interventi terapeutici.

 

Servi M, Chiaro S, Mussi E, et al. Statistical and artificial intelligence techniques to identify risk factors for suicide in children and adolescents. Science Progress. 2023;106(4). doi:10.1177/00368504231199663

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