È questa la frase che più volte si è sentito ripetere Duilio dopo la morte del suo amico e compagno di lavoro Antonio, un giovane pensionato che aveva aderito al “Progetto Anziani” del suo comune per fare piccoli lavori di manutenzione del verde pubblico.
Quel giorno di maggio, Antonio, con i colleghi Fausto, Duilio, Luigi e Dario, aveva raggiunto l’area archeologica per lo sfalcio dell’erba nel vialetto di ingresso e nell’area recintata che custodisce i resti di un centro termale di antica età romana.
Mentre Fausto era intento ad alimentare di benzina il decespugliatore, Duilio, con il tagliaerba, aveva iniziato a lavorare sul viottolo, in leggera discesa, partendo dalla strada di accesso verso il cancello della recinzione dell’area, dove si trovavano Luigi, Dario ed Antonio in attesa del custode.
In poco tempo Duilio con il tagliaerba aveva raggiunto il cancello, quindi girando su sé stesso proseguiva il suo lavoro dando le spalle ad Antonio e agli altri colleghi che si trovavano presso il cancello.
Ad un tratto Antonio ha attirato l’attenzione dei colleghi che gli erano a fianco lamentando un malore: “Luigi mi sento male…. Sto morendo…”.
A nulla sono serviti i soccorsi; Antonio muore per quello che, a prima vista, era sembrato un infarto e che si rivelerà, dopo accurate indagini, un infortunio sul lavoro.
Questa è la novantatreesima storia aggiunta al repertorio delle storie di infortunio, nel quale sono raccolte le storie scritte dagli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro che partecipano al progetto “Identificare cause e soluzioni degli infortuni lavorativi Il modello comunità di pratica e narrazione“.
Vai al repertorio delle storie di infortunio, leggi direttamente la sintesi della storia o la storia completa “Nel posto sbagliato al momento sbagliato”