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Salute Pubblica: potere, empowerment e pratica professionale

Sono disponibili la prefazione integrale e il capitolo sullo sguardo ai contenuti del libro di Glenn Laverack “Salute Pubblica: potere, empowerment e pratica professionale” (Il Pensiero Scientifico, 2018): la traduzione italiana è stata curata da Norma De Piccoli del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino, e Claudio Tortone del nostro Centro di Documentazione.

L’autore Glenn Laverack è Honorary Professor Health Promotion University of Southern Denmark e fino al 2016 Technical Officer della Health Promotion Unit dell’O.M.S. di Ginevra e coordinatore del gruppo Empowerment. Attualmente sta collaborando con DoRS, il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino e la SS Promozione della Salute dell’ASL TO3 nello sviluppo di alcuni progetti di intervento nel contesto piemontese.

Il testo offre infatti un metodo, strumenti e casi sui temi della partecipazione, dell’empowerment e dell’equità, quali valori, temi e strategie centrali e prioritarie nel Piano Nazionale della Prevenzione e nella policy europea Salute 2020 per gli interventi a livello individuale, di gruppo e di comunità locale.

Proponiamo un estratto dalla Prefazione a cura di Norma De Piccoli e Claudio Tortone:

“Questo testo è la traduzione di un volume che vede nel 2016 la sua terza edizione, a testimonianza dell’interesse che ha suscitato in ambiti disciplinari e professionali eterogenei tra loro, ma interessati a individuare strumenti concettuali e operativi utili alla realizzazione di interventi di “Salute Pubblica”, come argomenteremo meglio poco oltre.
La scelta di tradurlo, per offrire anche al contesto italiano le suggestioni teoriche e gli stimoli operativi che vengono sviluppati al suo interno e un confronto con esperienze e pratiche internazionali, nasce da alcune “scintille”.
La prima è un “sentire professionale” che ci accomuna, pur arrivando da storie e discipline apparentemente lontane, quali la sanità pubblica e la psicologia di comunità. In questi anni abbiamo collaborato nell’ambito della formazione, della ricerca-azione, della valutazione partecipata, della documentazione, del sostegno alle politiche, pensando che le nostre discipline, e i relativi modelli teorici e metodologici che le caratterizzano, fossero al servizio delle persone e delle comunità, orientando (nota: anziché guidando) pratiche professionali efficaci e sostenibili e fornendo stimoli per lo sviluppo delle potenzialità delle persone, dei gruppi, delle comunità locali. La seconda è stata l’incontro con la professionalità rigorosa, coniugata a un’umanità non-condizionata, di Glenn Laverack: la sua vasta competenza professionale, e i suoi interventi, realizzati in diverse parti del mondo, sono stati occasione di incontri e scambi che hanno messo in luce quanto le sue riflessioni, il suo metodo e i risultati del suo lavoro fossero molto prossimi al nostro percorso comune di riflessione e collaborazione.
Infine, l’opportunità di sostenere, con riflessioni e strumenti concreti all’interno di una circolarità virtuosa, i tanti operatori e decisori che già operano nell’ambito della “Salute” (intendendo quindi per Salute non solo gli aspetti eminentemente sanitari, ma tutto ciò che attiene allo sviluppo del benessere e della qualità della vita delle persone e all’equità di accesso: istruzione, cultura, ambiente, ….).

La fiducia e il potere sono i temi di questo testo.
La fiducia nelle competenze delle persone e delle comunità locali.
La fiducia dell’operatore nelle sue capacità, nel suo ruolo e nel suo agire professionale.
La fiducia nella relazione di cura, sia essa formale o informale.
La fiducia dei decisori nell’interpretare, nel tradurre e nel realizzare le politiche, non solo sanitarie, che condizionano e sostengono la qualità della vita, il benessere individuale e sociale, la salute delle persone e delle comunità locali, l’equità di accesso a diritti e servizi.
La fiducia è una delle condizioni necessarie affinchè sia possibile sviluppare empowerment, cioè autonomia, crescita e responsabilità per acquisire o favorire il proprio benessere e la propria salute. Fiducia intra e inter personale, tra cittadini e operatori, tra cittadini e decisori politici, e così via. La fiducia, sappiamo, è altresì elemento fondamentale che permette lo sviluppo di relazioni e di capitale sociale, come molti autori hanno sottolineato (il riferimento qui è a Coleman e a Putnam, ma anche a Kawachi, il quale ha dimostrato come la salute sia strettamente connessa al capitale sociale). 
Come, Glenn Laverack sottolinea, documenta ed esemplifica lungo tutto il testo: “le relazioni sono basate su rispetto, servizio agli altri, generosità, libero flusso di informazioni e impegno verso l’etica del prendersi cura e della giustizia sociale”, in una logica di potere a-somma-non-zero, che supera la dicotomia del “io vinco /tu perdi” del potere a-somma-zero.   

Potere, quindi, è un altro aspetto che viene analizzato nel corso del testo, come anche evidenziato nel sottotitolo. Come già anticipato, non è quindi un potere che reitera una gerarchia top-down, ma un potere che offre possibilità, è un “potere di fare”, che richiama quindi la possibilità di, lo sviluppo di opportunità: si tratta in sostanza di un processo di empowerment.
A cosa ci riferiamo quando utilizziamo questo termine? Questa non è una domanda capziosa, poiché, come è noto, empowerment è un concetto troppo spesso abusato, riferito a definizioni e utilizzi tra loro non sempre conciliabili e sovrapponibili.
Talvolta, semplificando i processi che lo dovrebbero caratterizzare, si riferisce all’auto-efficacia, sia individuale sia di gruppo e/o di comunità, altre volte, soprattutto in ambito sanitario, si riferisce al coinvolgimento attivo del paziente, e alla sua autodeterminazione, nel processo di cura; alcuni criticano l’enfasi che una applicazione non proprio “ortodossa” del concetto attribuisce alla responsabilità individuale, che rischia di sollevare da ogni critica i contesti politici e istituzionali. Insomma, si tratta di un approccio talvolta idealizzato, altre volte incompreso o contestato… Laverack, partendo dalle definizioni più note e a cui si fa più classicamente riferimento, lo chiarisce nelle sue accezioni pragmatiche, proponendo un metodo di valutazione e di misurazione, solidamente radicato nelle teorie, nella ricerca e nella pratica.
Spesso gli interventi di empowerment si trovano a dover “fare i conti” con obiettivi definiti dalle istituzioni o dagli organismi preposti alla salute (es: modificare le abitudini alimentari), obiettivi che quindi non nascono da bisogni percepiti come tali dai cittadini (quindi: interventi top-down). Questo processo è in parte in antitesi con un approccio all’empowerment “purista”, che prevede, per contro, che, dall’analisi dei bisogni e delle risorse alle azioni per soddisfarli, vi sia il coinvolgimento diretto e attivo dei cittadini o, meglio, che l’analisi stessa dei bisogni emerga “dal basso”, come istanza trasformatrice promossa dai cittadini stessi (approccio bottom-up).
L’antinomia tra politiche e azioni top-down o bottom-up è maggiormente presente ed evidente negli interventi riferiti alla salute o, comunque, in quelle situazioni in cui l’intervento è promosso e ideato dall’ente pubblico. Laverack propone un modello volto a integrare le due modalità di intervento: il parallel tracking (nel testo a pagina 42). Esso fa convivere in maniera efficace e sostenibile gli obiettivi e i programmi top-down con le istanze, i bisogni e le risorse di cui le comunità locali sono portatrici (bottom-up); considera, in modo coerente ed operativo, il continuum dell’empowerment (nel testo a pagina 106), che prefigura la progressione dall’azione individuale, ai gruppi e all’azione collettiva. Un altro contributo originale che l’autore offre alla nostra riflessione e sperimentazione è la proposta di considerare i domini (domains) delle competenze della comunità (nel testo a pagina 146), la quale si fa partecipe e responsabile della propria salute. La definizione puntuale dei domini costituisce inoltre base e presupposto per poter misurare l’empowerment di comunità, e sappiamo quanto la misurazione e valutazione di questi processi costituisca aspetto critico e complesso… (rimandiamo alla lettura del testo per analisi più puntuali sul tema: in particolare si veda il capitolo 9).”

Il libro è disponibile sul sito Il Pensiero Scientifico Editore  

Su questi temi si suggerisce inoltre la lettura di alcuni articoli pubblicati sul sito Dors:


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