Il Vademecum “Informare sulla Salute Mentale” è stato realizzato da Rai per la Sostenibilità ESG all’interno del Festival RO.MENS – Festival di promozione e di prevenzione diffusa della salute mentale con l’obiettivo di migliorare il modo in cui i giornalisti comunicano la salute mentale, contribuendo a combattere stigma e pregiudizi. Il progetto è stato inoltre promosso dal Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2 in collaborazione con l’Assessorato ai Servizi Sociali e alla Salute di Roma, e ha ricevuto il sostegno del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.
Il Vademecum affronta alcuni contenuti specifici:
1. L’alleanza tra media e salute mentale.
I media (televisione, carta stampata, social media, radio e blog) possono svolgere una funzione positiva sfatando i pregiudizi che favoriscono l’esclusione sociale e alimentano la stigmatizzazione, promuovendo i diritti e tutelando la dignità delle persone con problemi di salute mentale, aiutandole a superare la vergogna che deriva dal timore di essere giudicati e che impedisce di chiedere aiuto. “… un’alleanza strategica tra professionisti della salute mentale e operatori dell’informazione è fondamentale per promuovere la conoscenza della materia e contribuire a creare una cultura concretamente inclusiva” (pag. 7 del Vademecum)
Il Vademecum punta sul potenziale comunicativo importante dei media, e responsabilizza i professionisti coinvolti affinché i disturbi mentali vengano trattati in modo equilibrato e consapevole, imparziale e rispettoso.
2. La salute mentale come obiettivo individuale e come diritto umano che riguarda l’intera società
Leggendo la salute mentale con la lente dell’approccio bio-psico-sociale promosso dall’OMS è evidente come questa sia multidimensionale – influenzata da fattori sociali, economici, culturali, relazionali, e variegata – spalmata su un continuum di situazioni di diversa intensità: pertanto necessita di strategie complesse di promozione della salute, prevenzione del disagio, trattamento e recovery, in cui la persona assuma una posizione centrale, anche grazie al ruolo importante che il linguaggio deve assumere.
E’ importante ad esempio definire in maniera chiara il disturbo mentale, per le conseguenze a livello clinico (diagnosi e terapia efficace), legale e sociale (accesso a benefici di salute), e distinguerlo dal disagio psichico (Tabella pag. 11).
E’ importante inoltre far capire che …“”La normalità in sé non esiste ma rappresenta un concetto statistico, indica comportamenti, emozioni e pensieri più comuni e frequenti in una determinata popolazione” (pag. 12). Analogamente, i disturbi mentali vengono definiti/descritti in base alla presenza di sintomi simili in più individui, grazie alle descrizioni dei manuali diagnostici che si basano sul consenso tra esperti, poiché ” …in salute mentale non ci sono marker biologici scientificamente validati che possano certificare la sussistenza o meno di un quadro psicopatologico” (pag. 12).
L’approccio proposto implica un lavoro ad ampio raggio (scala globale e locale) e multidisciplinare (non solo sanità) sulla salute mentale, che riguarda la persona e la collettività, che deve mirare a politiche di prevenzione per la riduzione dei fattori di rischio associati alle disuguaglianze sociali, per promuovere una vita appagante per tutte e tutti: e il ruolo della comunicazione pubblica e sociale è strategico.
3. Per una informazione rispettosa
Il Vademecum dichiara che ” … il primo obiettivo della comunicazione sulla salute mentale è contrastare stigma, pregiudizi e stereotipi associati ai disturbi mentali, che non hanno alcuna valenza scientifica” (pag. 16).
La parola stigma si riferisce al processo che produce discriminazione sociale e pregiudizio verso le persone con un disturbo mentale, causando sofferenza e favorendo la cronicizzazione del problema.
Il contrasto e il superamento dello stigma sono inseriti all’interno di tutti i programmi internazionali, come il World Mental Health Report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2022)
La comunicazione giornalistica sul tema deve essere attenta, sensibile, rispettosa: ad esempio, dire/scrivere “una persona con schizofrenia” è diverso da dire/scrivere “uno schizofrenico” – formula quest’ultima che generalizza e trasforma la persona nel disturbo stesso, alimentando stereotipi e pregiudizi (quali “i malati di mente” vanno rinchiusi perché pericolosi in ambito sociale o inaffidabili in ambito lavorativo, ecc.) oppure false credenze (come il collegamento esclusivo tra suicidio e problemi di salute mentale, mentre si tratta invece di un fenomeno complesso con influenze derivanti da vari fattori, quali condizioni economiche, uso di sostanze, ambiente/contesto fisico e sociale, eventi acuti stressanti).
Il Vademecum elenca i pregiudizi più diffusi sulla salute mentale (l’incurabilità, la pericolosità sociale, l’incomprensibilità, l’improduttività, l’irresponsabilità), e raccomanda azioni comunicative di educazione, conoscenza, sensibilizzazione per favorire la diffusione e la comprensione di informazioni scientificamente fondate e accurate (dati statistici, documenti da fonti/enti autorevoli), scevre da qualsiasi giudizio; utile anche riportare storie reali, che coinvolgono per il forte impatto emotivo, con un accento sull’esito positivo – dimostrazione del fatto che la “sfida” del recupero psico-sociale e del miglioramento è possibile, se la persona non è lasciata da sola e riceve il supporto di familiari e amici, e della comunità (l’importanza di un “ambiente accogliente e comprensivo”), oltre a quello professionale.
Pur se non vengono citati in maniera esplicita, è giusto ricordare che gli “esperti per esperienza” – coloro che hanno vissuto in prima persona una condizione di sofferenza mentale e che l’hanno superata grazie a un percorso di recovery – sono le persone che i media devono coinvolgere
direttamente e valorizzarne il ruolo potenziale: solo loro possono narrare la propria storia in maniera autentica e aiutare in tal modo chi ha problemi di salute mentale, attribuendo un nuovo significato all’esperienza vissuta (da malattia che genera isolamento sociale e giudizio esterno a risorsa che permette di sviluppare competenze di reazione e gestione da condividere con la collettività), trasmettendo un “sapere esperienziale” che può consentire di raggiungere un livello di benessere personale.
4. Il Vademecum contiene vari strumenti di lavoro:
- – paragrafo di approfondimento su salute mentale e giustizia, inerente ad alcuni aspetti della salute mentale regolati in ambito giudiziario, esterno all’ambito sanitario; – schede operative con esempi di titoli giornalistici (che alimentano lo stigma) e parole (con connotazione negativa e a rischio di interpretazione svalutante) da evitare; – indicazioni sui criteri da adottare per un’informazione accurata/corretta e non distorta; – suggerimenti per le interviste; – “nuvole” di parole che liberano, e parole che legano, feriscono, discriminano;
- – un Glossario della salute mentale, che spiega acronimi, concetti, espressioni, termini tematici, rimandando a casi esemplificativi (pagg. 31 – 43);
- – un elenco di fonti autorevoli di riferimento.
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- LINK al Vademecum “Informare sulla Salute Mentale”, RAI per la sostenibilità ESG – Environment, Social and Governance, maggio 2025
- LINK al Report mondiale sulla salute mentale dell’OMS World mental health report: transforming mental health for all. Geneva: World Health Organization, 2022
- LINK alla pagina ufficiale del WMHD – World Mental Health Day (Giornata Mondiale della Salute Mentale)