Tutti i cittadini dell’Unione Europea dovrebbero poter essere se stessi, in libertà e in sicurezza
Questo è l’incipit della pagina web della Commissione EU che presenta la Strategia per l’Uguaglianza delle persone LGBTIQ+ 2026 – 2030, pubblicata a ottobre di quest’anno.
Tra i valori fondanti dell’Unione Europea infatti c’è l’uguaglianza, intesa come “uguaglianza nella diversità” ossia riconoscere e valorizzare tutte le differenti specificità individuali in quanto arricchenti per la società – società che a sua volta ha il dovere di perseguire l’equità, attraverso politiche attive, in particolare favorenti l’inclusione di minoranze e gruppi “vulnerabili”.
Già nel 2015 la Commissione EU aveva pubblicato un documento specificamente mirato alla lotta contro la discriminazione verso le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans, non binarie, intersessuali, queer (LGBTIQ+): “List of Actions to Advance LGBTI Equality”– uno dei primi strumenti di policy su teli temi.
Nel 2020 è stata poi emanata la LGBTIQ Equality Strategy 2020 – 2025, Strategia per l’Uguaglianza con l’obiettivo concreto di “proteggere” le persone della comunità queer e garantire loro pari/equi diritti.
La nuova Strategia per l’Uguaglianza LGBTIQ+dell’UE riprende la precedente Strategia, e analogamente a quella si propone di orientare fortemente le politiche dei suoi Stati Membri.
Vi si dichiara che promuovere l’uguaglianza delle persone LGBTIQ+ vuol dire proteggerle da pratiche dannose e “crimini d’odio”, rafforzare la comunità queer e le associazioni impegnate, attivare la società civile e responsabilizzare gli Stati Membri EU. Per far ciò, la Strategia propone una serie di misure/azioni che integrano la voce delle minoranze LGBTIQ+ all’interno di tutte le politiche, per permettere ad ogni persona “… di essere se stessa senza rischio di discriminazione, esclusione, violenza”.
La nuova strategia stabilisce 3 settori d’azione principali, quali:
– la protezione da discriminazione e violenze
– l’emancipazione attraverso l’inclusione e l’uguaglianza
– la responsabilizzazione di tutti gli stakeholder.
1. L’Obiettivo strategico della protezione nasce dalla constatazione dei livelli sproporzionati di violenza e odio che le persone LGBTIQ+ continuano a subire, esacerbati dalle narrazioni anti-LGBTIQ+ che circolano in tutto il mondo. I dati derivano soprattutto dalla III survey LGBTIQ+ dell’European Union Agency for Fundamental Rights (FRA), pubblicata nel 2023, che ad esempio evidenzia che il 55% delle persone LGBTIQ+ partecipanti erano state vittime di crimini d’odio nei 12 mesi precedenti la survey, con un aumento del 18% dal 2019 (anno della I survey).
Meritano un affondo le cosiddette “pratiche di conversione”, ossia interventi fortemente dannosi che poggiano sull’idea medica falsa di “malattia”, e causano profondo e persistente dolore e sofferenza, a livello fisico e psicologico, incluso violenze sessuali, abusi verbali, umiliazioni: la survey FRA 2023 rileva che il 24% delle persone LGBTIQ+ ne ha fatto esperienza, in particolare persone trans, non binarie e intersex (la percentuale aumenta a quasi il 50% per le donne/uomini trans).
E’ perciò necessario affrontare il problema dell’odio e garantire sicurezza, combattendo queste forme di razzismo e xenofobia. Attualmente il quadro normativo degli Stati Membri è incoerente e frammentario, e non c’è ancora a livello europeo una legislazione che protegga dai reati basati sull’orientamento sessuale e/o sull’identità di genere. La Commissione EU sta perciò lavorando su vari fronti e con vari strumenti, insieme agli Stati Membri e alla società civile: iniziativa legislativa inerente ai crimini d’odio commessi on line (hate speech) e al cyber-bullismo, finanziamento di progetti di associazioni e organizzazioni mirati al contrasto della LGBTIQ-fobia e della discriminazione (ad esempio AgoraEUprogramme), creazione di luoghi sicuri (ad esempio con l’imminente EU strategy on victims’ rights), miglioramento della rilevazione dei reati d’odio attraverso la formazione del personale di polizia, verifica della corretta applicazione del Justice programme anche attraverso la formazione dei magistrati, rinforzo della sicurezza durante eventi ad alto rischio come le manifestazioni Pride attraverso l’applicazione della European internal security strategy, riduzione del rischio di esclusione sociale per i gruppi vulnerabili attraverso l’applicazione dellaPreparedness Union Strategy.
2. L’Obiettivo strategico dell’emancipazione vuole promuovere l’empowerment delle persone LGBTIQ+ affinché possano avere accesso libero ed equo agli ambiti lavorativo, sanitario, educativo-formativo, ecc. in tutti i luoghi – incluse le zone rurali e remote, consapevoli del proprio potenziale contributo alla vita sociale ed economica della comunità. Nella pratica, ciò vuol dire:
– promuovere l’inclusione sin dai primi anni di vita: vivere sin da bambini in un ambiente familiare e scolastico supportivo e inclusivo delle “diversità” aiuta a sviluppare competenze socio-emotive e valori quali ad es. fiducia, resilienza, un senso positivo dell’identità, empatia e rispetto verso le altre persone, che perdureranno nell’età adulta.
I figli e le figlie delle “famiglie arcobaleno” e i/le giovani LGBTIQ+ sono spesso bersaglio di pregiudizi e discriminazione sin da piccoli. Inoltre, secondo la III survey FRA, il 67% delle persone LGBTIQ+ (due terzi dei partecipanti!) ha dichiarato di aver sofferto a scuola a causa di atti di bullismo, insulti, minacce, derisione – situazioni che hanno lasciato conseguenze a lungo termine.
In ambito sanitario, inoltre, da evidenziare che il 14% delle persone LGBTIQ+ ha dichiarato di essere stato oggetto di discriminazione da parte degli operatori, secondo quanto rilevato dalla III survey FRA: la conseguenza è una disparità di prevenzione, diagnosi, trattamento a causa della resistenza a rivolgersi ai servizi per timore di reazioni ostili. E’ necessario pertanto continuare a lavorare per aumentare la consapevolezza, condividere informazioni e facilitare lo scambio di conoscenze tra gli operatori/professionisti sanitari attraverso strumenti quali progetti formativi (in particolare HEALTH4LGBTI realizzato nel biennio 2016 – 2018 dall’organizzazione indipendente, internazionale e non governativa ILGA Europa ), la piattaforma delle politiche sanitarie EU, il portale delle best practices in sanità pubblica, ricerche sul miglioramento della qualità dell’accesso ai servizi, ecc.
La salute mentale è una delle aree critiche e di rischio elevato per le persone LGBTIQ+ : la III survey FRA ha rilevato che il 66% delle persone con una qualche forma di disabilità ha dichiarato di aver pensato al suicidio nell’anno precedente alla survey; è perciò più che mai necessario parlare di un “approccio globale alla salute mentale”
– creare luoghi di lavoro inclusivi che supportino il benessere delle persone LGBTIQ+ : la III survey FRA mostra una diminuzione della discriminazione in ambito lavorativo (del 18% rispetto alla survey del 2019), e una attenzione alle politiche di inclusione da parte dei datori di lavoro. La Employment Equality Directive dell’Unione Europea punta sul diritto di lavorare liberi da discriminazioni e violenze, contemplando anche quelle basate sull’orientamento sessuale.
– promuovere l’accettazione sociale: la discriminazione e il rifiuto sociale sono correlati a livelli alti di povertà e “disagio abitativo” tra le persone LGBTIQ+. Secondo la III survey FRA, il 38% delle persone partecipanti ha riferito una “grande difficoltà” nel far quadrare i conti (rispetto al 22% della popolazione generale – secondo i dati della European Quality of Life Survey 2023) e il 13% ha dichiarato di essere stato costretto ad alloggiare temporaneamente da amici e parenti. E’ in programma per il 2027 uno studio EU sulla disuguaglianza e discriminazione abitativa, condotto con un approccio intersettoriale.
– assicurare uguali diritti in tutti i Paesi dell’Unione Europea: ad esempio, il matrimonio e/o l’unione civile tra le persone LGBTIQ+ deve avere un equanime riconoscimento legislativo in modo che queste famiglie possano partecipare pienamente alla vita comunitaria, indipendentemente da dove risiedono. Attualmente è riconosciuto in 22 Paesi UE, e la differenza legislativa è tale che i legami familiari tra le persone LGBTIQ+ tendono a non essere riconosciuti nelle situazioni trans-frontaliere: secondo la III survey FRA, il 14% dei genitori LGBTIQ+ ha avuto difficoltà nel far riconoscere legalmente la propria paternità/maternità in uno Stato Membro diverso.
3. L’Obiettivo strategico della responsabilizzazione contempla un impegno attivo a tutti i livelli e da parte dei governi e di tutta la società civile il “pieno godimento” dei diritti per le persone LGBTIQ+ nel territorio europeo e nel mondo.
Le EU guidelines to promote and protect the enjoyment of all human rights by LGBTI persons rappresentano un documento importante in tale ambito, che ha ispirato la prima Strategia per l’Uguaglianza, e ha spinto parecchi Stati Membri a fare dei passi avanti riguardo all’uguaglianza delle persone LGBTIQ+, pur se la raccomandazione è di adottare veri e propri quadri normativi nazionali entro il 2027, e rendicontare periodicamente l’andamento – anche su politiche tematiche quali ad esempio l’assistenza sanitaria, l’istruzione, l’intelligenza artificiale – a specifici Gruppi/Reti europee e internazionali di esperti sull’uguaglianza LGBTIQ+ che includono i rappresentanti dei diversi Paesi. In programma la pubblicazione nel 2027 di un nuovo Eurobarometro sulla discriminazione nel territorio europeo, nel 2029 la IV survey FRA, e il lancio di una campagna di comunicazione della Strategia per l’Uguaglianza.
A livello internazionale, è importante mantenere le alleanze – in particolare con le Nazioni Unite e l’OCSE – per fare progressi sull’uguaglianza delle persone LGBTIQ+ e la loro protezione da violenza e discriminazione basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.
PER APPROFONDIMENTI:
- – Pagina web della European Commission di presentazione della Strategia per l’Uguaglianza
- – Pagina web di presentazione della Strategia – in italiano
- – REPORT della III survey EU LGBTIQ+ della European Union Agency for Fundamental Rights (FRA), 2023
- – Pagina web della European Commission di presentazione del Framework sul’ approccio globale alla salute mentale (ottobre 2024)
- – Articolo di approfondimento sull’assistenza sanitaria trans-gender inclusiva, a cura di M. Penasso, pubblicato sulla newsletter Dors di luglio 2024