a cura di Marco Calgaro Medico di medicina generale, specialista in Geriatria, Referente Isde Italia – Associazione medici per l’Ambiente Novara. Ilpunto.it
La prevenzione primaria è la forma principale di prevenzione e comprende gli interventi finalizzati a prevenire l’insorgenza delle malattie, affrontando le cause ed i fattori predisponenti. L’obiettivo è cambiare abitudini e comportamenti scorretti, oltre a evitare l’esposizione a fattori ambientali dannosi. A tale scopo risulta molto utile un’app gratuita di nome Yuka: molti colleghi la usano già da tempo e la consigliano ai loro pazienti.
L’app Yuka: come funziona?
Si tratta di una app realizzata da una start up francese, non sponsorizzata, che funziona inquadrando il codice a barre di prodotti alimentari e cosmetici. Essa fornisce immediatamente uno score da 0 a 100 che valuta la qualità del prodotto. Per i cosmetici la valutazione prende in considerazione tutte le sostanze che vi sono contenute: sostanze allergizzanti, cancerogene o interferenti endocrini fanno abbassare lo score. Per gli alimenti la valutazione prende in considerazione i valori nutritivi (calorie, grassi, zuccheri, ecc.) e gli additivi contenuti. Gli alimenti certificati biologici hanno quasi sempre score più alti. In caso di score bassi la app propone delle alternative in commercio sulla base del suo data base, sempre rigorosamente non sponsorizzato.
Per gli alimenti, Yuka si basa sulle informazioni fornite da Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) e Iarc (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, e da studi scientifici indipendenti pertinenti, classificati per livello di prova. Le revisioni sistematiche e le meta-analisi sono utilizzate in primo luogo, seguite da studi di coorte, studi caso-controllo, studi sugli animali e opinioni di esperti.
Yuka utilizza, tra gli altri strumenti, il sistema di valutazione Klimisch, un punto di riferimento in tossicologia, per valutare la qualità degli studi sperimentali. Per valutare il profilo nutrizionale la app si basa sul Nutri-Score un sistema fondato sul modello di profilazione nutrizionale della Food standards agency del Regno Unito. Nutri- Score è stato adottato in Francia nell’ ottobre del 2017, a seguito di una serie di studi sperimentali eseguiti su vasta scala, nel 2018 in Spagna, nel 2019 nei Paesi Bassi e Belgio, nel 2020 in Germania e Lussemburgo.
Per i cosmetici, le fonti utilizzate includono opinioni di organismi ufficiali nazionali francesi, come l’Anses (Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, ambientale e occupazionale), l’Ansm (Agenzia nazionale per la sicurezza dei farmaci e dei prodotti sanitari) e il Cnrs (Centro nazionale per la ricerca scientifica), nonché il Cssc (Comitato scientifico europeo per la sicurezza dei consumatori) e l’Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro), insieme a database scientifici internazionali (SIN List, TEDX List, Skin Deep, ecc.).
Limiti e considerazioni sull’uso di Yuka
È importante sottolineare che l’uso dell’app da solo non garantisce una salute migliore, poiché lo stato di salute dipende anche dalla quantità di prodotto consumato o utilizzato e dalla frequenza con cui ciò avviene. Ad ogni modo, essa fornisce rapidamente informazioni utili che il consumatore altrimenti non avrebbe a disposizione.
Una delle critiche mosse all’app Yuka è che potrebbe spingere i consumatori a escludere alimenti che, se consumati in modo occasionale non comportano rischi per la salute. Ad esempio, Yuka e altri sistemi di valutazione nutrizionale non consigliano alimenti come il lardo di Colonnata, che pur essendo una prelibatezza, è molto ricco di grassi. Tuttavia, ciò non implica che tale alimento debba essere demonizzato, ma è importante essere consapevoli del suo contenuto e bilanciarne l’assunzione nella dieta.
Un altro aspetto da considerare è che Yuka si basa esclusivamente sulla lista degli ingredienti riportata in etichetta, la quale non sempre fornisce tutte le informazioni necessarie su un alimento o una bevanda. Per esempio, Yuka non può rilevare la presenza di fitofarmaci nel tè, l’acrilammide nelle patatine fritte, o i Pfas in altri prodotti, elementi che potrebbero influire sulla salute.
L’app gratuita ha una versione a pagamento che permette di valutare i prodotti anche solo inserendo il nome, senza quindi avere il codice a barre. L’iniziativa si sostiene economicamente grazie agli abbonamenti alla versione a pagamento ed alla vendita di un libro.
Bibliografia di riferimento
- Fonti scientifiche utilizzate da Yuka.
- Chapon J, Berthou A. Yuka – La guida all’alimentazione sana. Milano: L’ippocampo edizioni, 2022.
- L’evoluzione nella scelta dei prodotti alimentari: il caso Yuka. Tesi di laurea triennale di Maria Arnò. Relatore: Antonio Vianello. Università degli studi di Padova, Dipartimento di Agronomia.
- Paternesi L, Sabella G. Tutti contro Yuka. Rai3 – Report: Inchieste, 29 maggio 2023.
- Lanni S, Magri G. Healthy eating apps. La salubrità degli alimenti in mano agli algoritmi. Osservatorio del diritto civile e commerciale, numero 1/2020, gennaio
L’uso dell’app Yuka è fornito a titolo informativo. La rivista il punto dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Torino (OMCeO Torino) non si assume alcuna responsabilità per i contenuti e le valutazioni forniti dall’app, né per eventuali conseguenze derivanti dall’utilizzo delle informazioni ottenute tramite essa.