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Sulla strada della sostenibilità: la bicicletta come mezzo di mobilità del futuro

Il traffico veicolare è una fonte significativa di inquinamento atmosferico e l’Unione Europea è chiamata a proporre soluzioni per incoraggiare la mobilità sostenibile. In questo contesto il Parlamento europeo ha approvato la Cycling Strategy, un documento non vincolante ma politicamente rilevante, in cui si chiede alla Commissione europea di sviluppare una strategia per la mobilità ciclistica e di proclamare il 2024 Anno europeo della bicicletta. Sono noti i benefici legati all’uso della bicicletta: migliore salute, minor inquinamento e rumore, città più vivibili. Ma la Cycling Strategy segna un importante passo in avanti riconoscendo il ruolo centrale della bicicletta per promuovere la mobilità sostenibile nelle nostre società. Gli spostamenti in bicicletta, quindi, sono riconosciuti come una modalità di trasporto a tutti gli effetti. Da questo cambio di paradigma derivano una serie di impegni ma anche di opportunità di sviluppo economico. Queste le azioni previste dalla Cycling Strategy che gli stati membri si impegnano a rispettare:
  • Raddoppiare il numero di chilometri percorsi in bicicletta in Europa entro il 2030
  • Ridurre le aliquote IVA su vendita, noleggio e riparazione di biciclette, elettriche o tradizionali
  • Incoraggiare l’intermodalità tra i vari mezzi di spostamento
  • Aumentare significativamente gli investimenti in infrastrutture ciclabili sicure e separate dal traffico veicolare
  • Integrare la mobilità ciclistica nel contesto urbano (accelerare lo sviluppo di EuroVelo, la rete europea di piste ciclabili)
  • Tenere conto della mobilità ciclistica nella costruzione o nell’ammodernamento delle infrastrutture della Rete transeuropea di trasporto (TEN-T)
  • Aumentare l’accessibilità e l’economicità delle biciclette (anche tramite incentivi)
  • Promuovere luoghi di lavoro a misura di bicicletta
  • Creare parcheggi sicuri e protetti per le biciclette e garantire la possibilità di ricarica per quelle elettriche
Da considerare anche l’impatto economico favorevole che può derivare da questo nuovo modo di intendere la bicicletta: un ecosistema ciclistico che comprende la produzione, la vendita, il turismo, la salute e lo sport e che già oggi impiega un milione di persone in Europa ma che può raggiungere i 2 milioni entro il 2030 assorbendo lavoratori provenienti da settori produttivi in difficoltà. Occorre, quindi, includere l’industria ciclistica nell’ecosistema della mobilità della strategia industriale dell’UE, sostenere la produzione di biciclette e componenti “Made in Europe”, favorire la creazione di ulteriori posti di lavoro verdi e di alta qualità legati all’industria ciclistica. La bicicletta può rappresentare una risorsa industriale chiave per raggiungere gli obiettivi a lungo termine in materia di clima e produzione pulita, un investimento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi climatici e ambientali dell’UE. In particolare i principi proposti contribuiranno a conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo, della strategia complessiva per una mobilità sostenibile e intelligente e del piano d’azione per l’inquinamento zero. La transizione è già cominciata: secondo i dati di Eurostat nell’Unione Europea nel 2022 sono stati prodotti 13,5 milioni di biciclette con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. L’Italia, il primo Paese europeo per la produzione di biciclette, seguito da Germania e Portogallo, può ottenere importanti ricadute economiche e occupazionali e giocare un ruolo da protagonista nell’implementazione della Cycling Strategy europea. Per approfondire

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