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Crying Women Hugging Each Other

La mancanza di visite da parte di familiari e amici aumenta il rischio di morte

Numerosi studi hanno identificato un’associazione tra varie cause di mortalità e due fattori quali il vivere da soli e la percezione di un senso di solitudine. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Glasgow ha approfondito questo ambito indagando l’impatto dell’assenza di interazioni sociali sulla mortalità prematura, ed evidenziando un rischio di morte maggiormente per le persone che ricevono raramente – o non ricevono mai – visite da parenti o amici.

Lo studio scozzese ha analizzato i dati di quasi 460.000 adulti (età media: 56 anni), estratti dalla biobanca del Regno Unito degli studi di coorte, riguardanti il periodo dal 2006 al 2010.

Ai partecipanti veniva chiesto di rispondere a un questionario su 5 tipi di interazione sociale, misurati attraverso indicatori soggettivi e oggettivi, e inerenti: l’esistenza di qualcuno/a con cui potersi confidare; la sensazione di sentirsi spesso soli; la frequenza di visite ricevute da familiari e amici; lo status di persona che vive da sola; la frequenza della partecipazione ad attività di gruppo settimanali. I risultati dei questionari sono stati incrociati con i dati dei registri di mortalità.
Al follow up intermedio (dopo 12 anni), il 7,2% dei partecipanti erano morti.

Le 5 tipologie di interazione sociale sono state identificate come associate in maniera indipendente a tutte le cause di morte, tra cui una cospicua parte attribuita a problemi cardiovascolari.
L’assenza di connessioni sociali aumenta il rischio: in specifico

  • l’associazione più forte riguardava le persone che non ricevevano mai visite nè da parenti nè da amici (rischio di morte aumentato quasi del 40%)
  • per le persone che ricevevano una visita almeno una volta al mese il rischio di morte si riduceva, a causa dell’effetto protettivo
  • il rischio era ancora più elevato (77%) per le persone che non ricevevano mai alcuna visita e che vivevano da sole, per le quali perciò questa doppia assenza influiva negativamente sui potenziali benefici derivanti dalle altre interazioni positive quali ad esempio l’esistenza di qualcuno/a con cui confidarsi o la partecipazione costante ad attività di gruppo.

I ricercatori concludono: familiari e amici possono offrire un tipo di supporto specifico, ad esempio aiutando la persona ad accedere ai servizi sanitari, migliorando la qualità della vita affettiva e relazionale. Forniscono anche un’ipotesi sul meccanismo: la disconnessione sociale e gli esiti di salute potrebbero essere collegati attraverso gli effetti sul sistema immunitario o sui comportamenti di salute (le persone socialmente isolate potrebbero adottare in misura maggiore comportamenti non salutari, come fumare o abusare di alcolici) .

 Foster, H.M.E., Gill, J.M.R., Mair, F.S. et al. Social connection and mortality in UK Biobank: a prospective cohort analysis. BMC Med 21, 384 (2023). https://doi.org/10.1186/s12916-023-03055-7

 

 

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