Le differenze epidemiologiche tra uomini e donne rispetto alla prevalenza dei disturbi psichiatrici comuni e dell’abuso di sostanza sono state ampiamente studiate e documentate. Alcuni ricercatori di alcune università e scuole di medicina statunitensi hanno cercato di spiegare queste differenze, al fine di individuare i fattori di rischio rilevanti, sviluppare interventi efficaci, e orientare le strategie di salute pubblica. Il collegamento tra i fattori biologici (aspetti genetici, ormonali, funzioni cerebrali) e i disturbi mentali è sempre più noto, così come il ruolo dei fattori sociali (aspettative specifiche rispetto al ruolo, socializzazione, strategie di coping apprese). L’impatto deleterio sulla salute mentale dello stress derivante da una vasta serie di esperienze di vita negative è un fattore di rischio ben documentato, in particolare le sue conseguenze psichiatriche per donne e uomini: sindrome post traumatica da stress, depressione maggiore, disturbo d’ansia generalizzato. Mentre è acclarato che le differenze di genere relative al “carico di stress” subìto possono giocare un ruolo chiave nel determinare la prevalenza e l’incidenza di questi disturbi, non è stato ancora preso in considerazione il ruolo degli agenti stressanti nella relazione tra genere e rischio di esiti di salute avversi. Questi ricercatori affermano che lo sviluppo di disturbi mentali è influenzato dall’esposizione a fonti di stress in un ambiente “gendered” (caratterizzato cioè da una differente “valutazione” delle persone in base al genere di appartenenza).
Mazure CM, Husky MM, Pietrzak RH. Stress as a Risk Factor for Mental Disorders in a Gendered Environment. JAMA Psychiatry. 2023;80(11):1087–1088. doi:10.1001/jamapsychiatry.2023.3138