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Il nuovo Piano socio-sanitario: sono aperte le audizioni… con alcuni spunti di riflessione

“Il nuovo Piano socio-sanitario della Regione Piemonte avrà una forte impronta sociale e sarà il frutto di un’ampia condivisione con tutti i portatori di interesse: dagli opinion leader del settore alle associazioni, dalle reti agli ordini professionali e ai sindacati” hanno sottolineato gli assessori regionali alla Sanità, Federico Riboldi, e alle Politiche sociali, Maurizio Marrone, durante l’annuncio dell’ apertura delle audizioni sul nuovo Piano che si terranno nel mese di maggio. Seguirà il percorso di approvazione con la discussione in Commissione Sanità del Consiglio Regionale.

Riboldi e Marrone precisano che “il punto di partenza sarà il documento che è stato redatto in questi mesi e che riporta lo stato attuale e alcuni spunti che ci permetteranno di costruire e finalizzare con tutte le parti coinvolte il nuovo, e atteso, Piano socio-sanitario da 1,6 miliardi di euro l’anno. L’obiettivo sarà giungere a un documento dove al centro ci siano i cittadini, soprattutto i più deboli, quelli che rischiano di rimanere esclusi dal sistema sanitario. Questo obiettivo dovrà essere perseguito con modelli di efficienza che puntino a non sprecare le risorse, sia economiche, sia professionali”.

Il contributo del Piano Regionale della Prevenzione

L’obiettivo fondamentale del Piano trova piena rispondenza negli obiettivi del Piano Regionale della Prevenzione (PRP) 2020-2025, in corso di realizzazione. I programmi e le azioni che lo compongono sono sviluppate a livello locale dalle ASL, nell’ambito del proprio Piano Locale della Prevenzione (PLP), grazie agli operatori della prevenzione e promozione della salute. Dalla programmazione alla valutazione del PRP, ha un ruolo centrale il sostegno dell’Assessorato alla Sanità e dei servizi di supporto a valenza regionale, tra i quali DoRS – Centro di Documentazione Regionale per la Promozione della Salute e il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia collocati nell’ASL TO3.

Nel Piano della Prevenzione la centralità della persona rappresenta una risorsa da promuovere attraverso azioni volte a incrementare l’alfabetizzazione alla salute (health literacy), a potenziare la capacità degli individui di interagire con il servizio sanitario (engagement) e ad accrescere la capacità di prendersi cura della propria salute e collaborare per quella della comunità territoriale di riferimento (empowerment). Particolare attenzione è dedicata al miglioramento dell’appropriatezza con un sistematico orientamento all’equità degli interventi affinché al centro ci siano i cittadini, soprattutto i più deboli, quelli che rischiano di rimanere esclusi dal servizio sanitario. Per raggiungere questo obiettivo il Piano segue l’approccio life-course, finalizzato al mantenimento del ben-essere in ciascuna fase della vita, nei diversi setting di vita (scuola, ambiente di lavoro, comunità, servizi sanitari), come luoghi che facilitano la scelta di comportamenti salutari e cure appropriate. Da questo punto di vista il PRP ha sperimentato modelli di intervento e messo a regime azioni che rappresentano una base solida per il nuovo Piano socio-sanitario della Regione Piemonte e per il redigendo Piano Nazionale della Prevenzione.

Le strategie di prevenzione e la promozione della salute sono infatti parte integrante delle politiche sanitarie e rappresentano un “costo/risparmio”, cioè un investimento che rende le persone e le comunità locali più capaci di assumere stili di vita salutari, diminuendo così l’impatto delle malattie cronico-degenerative e dei disturbi legati al malessere mentale sui servizi sanitari e migliorando la capacità dei cittadini di richiedere servizi e esami più appropriati. Questo è l’impegno e il lavoro degli operatori sanitari non solo nei servizi di cura, assistenza e riabilitazione, ma anche nelle collaborazioni con gli altri enti e le diverse organizzazioni della comunità locale e regionale per una salute collettiva più condivisa ed equa. La promozione della salute infatti riguarda tutti i settori della società, e la società stessa, secondo l’approccio della Salute in tutte le Politiche (OMS, 2014). Solo così può essere efficace, appropriata, sostenibile, ma soprattutto, in questo momento storico, equa per superare gli ostacoli che provocano le disuguaglianze sociali nella salute.

È sempre più evidente che la salute è il risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell’essere umano in relazione con l’ambiente sociale e la natura (One Health). Questa visione, assunta dal PRP, riconosce l’interconnessione esistente fra la salute delle persone, degli animali e dell’ambiente. Conseguentemente il PRP ha adottato un approccio multidisciplinare, intersettoriale e coordinato (Salute in tutte le politiche) in grado di raggiungere e coinvolgere tutti, in particolare i più deboli e fragili, fornendo risposte individuali appropriate e responsabilizzando e coinvolgendo la comunità territoriale locale nella salute collettiva.

Spunti di riflessione per modelli di efficienza

Anche nell’ambito della prevenzione e promozione della salute, però, vi è una “sofferenza” dovuta a carenza di personale e sovraccarico di lavoro, come nei rimanenti servizi sanitari territoriali e ospedalieri, e ad altre criticità che attanagliano il Servizio Sanitario Nazionale (vedi dossier di Valori “Non tutto è andato bene”).

Rendiamo disponibili alcuni documenti per mettere a fuoco le criticità e il valore delle strategie di prevenzione e promozione della salute. L’intento è offrire evidenze e raccomandazioni per aiutare a farsi un’idea della situazione e costruire proposte su come raggiungere l’obiettivo del nuovo Piano socio-sanitario “con modelli di efficienza che puntino a non sprecare le risorse, sia economiche, sia professionali”.

La rete dei referenti ASL per la promozione della salute, alla luce della pandemia da Covid-19 e dei sui effetti, proponeva una riorganizzazione della funzione più efficiente e più rispondente ai bisogni dei cittadini, anche quelli più svantaggiati e deboli, e alle risorse delle comunità territoriali. La proposta prevede, in sintesi, un modello organizzativo a rete , una formazione sulle nuove competenze professionali rispondenti ai bisogni emergenti, un rafforzamento delle collaborazioni all’interno dell’ASL e con gli enti e le organizzazioni del Terzo Settore del territorio.

Questa proposta trovava riscontro (e prendeva spunto) anche a livello europeo in una guida sul finanziamento dei servizi di promozione della salute (2020) elaborata da una Coalizione di Partner coordinata dall’Ufficio Europa dell’OMS con il supporto di EurHealthNet. Le indicazioni emerse sono state riprese e aggiornate all’interno del progetto europeo Horizon “Invest4Health” con il modello “Investimento capacitante SMART” (2023) (Invest4Health – Progetto New Horizon Europe per mobilitare nuovi modelli finanziari per la promozione della salute e la prevenzione delle malattie | EuroHealthNet). I nostri sistemi sanitari attuali spesso peggiorano le disuguaglianze, non raggiungendo i più fragili e deboli: in un policy prècis EuroHealthNet propone un modello di cure e assistenza fondato sulla promozione della salute (2022) che può contrastare i determinanti sociali delle disuguaglianze e migliorare l’appropriatezza delle cura, presentando tre esperienze concrete (Andalusia- Spagna, Austria e Slovenia) e fornendo raccomandazioni ai decisori e agli operatori sanitari nel quadro delle opportunità a livello europeo.

I bisogni di salute sono in piena trasformazione. Il panorama della salute a livello europeo sta subendo cambiamenti significativi. La transizione digitale, nonché i cambiamenti demografici, climatici ed economici, hanno un impatto sulle disuguaglianze sociali e di salute e sono destinati a trasformare il futuro della salute pubblica. Tre documenti aiutano a farsi un’idea.

EuroHealthNet, in collaborazione con il Copenhagen Institute for Futures Studies, ha condotto uno studio di previsione con la partecipazione dei suoi membri (tra cui DoRS) e di altre parti interessate per raccogliere suggerimenti e identificare rischi e opportunità del ruolo della sanità pubblica entro il 2035 nel raggiungimento dell’equità nella salute attraverso la promozione della salute e la prevenzione. Il report è disponibile anche in lingua italiana tradotto da DoRS (Il futuro della salute pubblica in europa – Dors).

A dicembre 2022 il gruppo di ricercatori di CultureForHealth – progetto finanziato dalla Commissione Europea per promuovere politiche intersettoriali tra cultura, sociale e salute – ha pubblicato una scoping review che aggiorna la precedente (Report OMS n. 67, 2019). La scoping review ha analizzato 310 studi condotti con differenti metodologie. Oltre a riportare le evidenze scientifiche, sono state individuate e argomentate otto sfide rilevanti per il prossimo futuro e sono state fornite quattro raccomandazioni politiche per valorizzare il potere delle arti e della cultura nel promuovere salute, sostenere le cure in caso di malattia e nel contrastare le disuguaglianze di salute. Le sfide sono: maggiori investimenti sulla promozione della salute e sulla prevenzione delle malattie orientandole all’equità; salute mentale; salute e ben-essere dei giovani; cambiamento dei modelli di lavoro e dell’economia; invecchiamento della popolazione; promozione della cittadinanza attiva; salute mentale dei migranti.

Infine in occasione dei 25 anni di attività del Centro di Documentazione Dors abbiamo organizzato il laboratorio Connessioni (Connessioni: il racconto di un’esperienza partecipata – Dors) su alcune parole che riteniamo siano dei traccianti dei cambiamenti in atto e che hanno una ricaduta sul ben-essere e la salute delle persone e della società: inclusione e salute globale; ambiente, cultura e linguaggi. Un centinaio di esperti di diversi settori ed esponenti del terzo settore, provenienti da 9 regioni italiane, si sono confrontati su quali connessioni esistano tra queste parole e quali azioni intersettoriali sono necessarie per contrastare le disuguaglianze e affrontare il presente e il futuro della Promozione della Salute. Le indicazioni emerse puntano su azioni intersettoriali efficaci e orientate all’equità con queste specifiche: un linguaggio accessibile e comprensibile a tutti, anche per chi è in condizione di svantaggio o vulnerabilità; la co-progettazione con i gruppi e lo sviluppo di comunità nelle realtà sociali di prossimità (es: vicinato, quartiere) per intercettare più facilmente anche le persone fragili e svantaggiate; l’organizzazione di servizi a bassa soglia o gratuiti per le fasce di popolazione più svantaggiate e vulnerabili; una formazione di base e di aggiornamento in tal senso degli operatori del Servizio Sanitario Nazionale e degli altri settori. Tutti fattori che possono concorrere a mettere in pratica politiche attente all’equità e all’inclusione.

Un Piano socio-sanitario condiviso

La costruzione di un Piano socio-sanitario condiviso e attento alla salute dei più deboli è una sfida importante e vitale che riguarda tutti i cittadini. Anche noi operatori della prevenzione e promozione della salute con il nostro impegno professionale nell’aver cura delle persone e delle comunità locali. Il Piano Nazionale della Prevenzione, nelle sue coniugazioni a livello regionale e locale, sta già lavorando in questa direzione. Ed è importante che sia rafforzato e sostenuto negli obiettivi, nelle strategie di azione e nelle risorse economiche e professionali. Ci auguriamo che i nostri spunti di lettura e riflessione siano utili a farsi un’opinione critica e a creare un confronto propositivo per il nuovo Piano socio-sanitario durante le prossime audizioni.

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