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arti e salute

Il Rapporto OMS su arti e salute inaugura il Cultural Welfare Center

La traduzione in italiano della terza parte completa il report OMS (2019) Quali sono le evidenze sul ruolo delle arti nel miglioramento della salute e del benessere?: Una scoping review.
Nella terza parte le evidenze dimostrano come le arti e la cultura sono efficaci, e talora più vantaggiose anche dal punto di visto economico, nella gestione e nel trattamento delle malattie e sono integrative delle cure e dell’assistenza.

Le arti possono:

  1. aiutare le persone che soffrono di malattie mentali
  2. sostenere le cure per le persone in condizioni acute
  3. sostenere le persone con disturbi neuroevolutivi e neurologici
  4. contribuire al trattamento di malattie croniche degenerative
  5. concorrere all’assistenza nel fine vita.

La seconda parte presenta le evidenze di come le arti e la cultura sono efficaci nella prevenzione delle malattie e nella promozione della salute:

  1. influenzare i determinati sociali delle disuguaglianze di salute
  2. sostenere lo sviluppo del bambino (es. primi 1000 giorni di vita)
  3. incoraggiare comportamenti che promuovono salute
  4. aiutare a prevenire le malattie cronico-degenerative
  5. supportare l’assistenza e la relazione di cura.

Le arti e la cultura nel report sono state così classificate:

  1. le arti performative: teatro, danza, canto, musica, film…
  2. le arti visive, il design e l’artigianato: pittura, fotografia, scultura, tessile e altri prodotti di design e dell’artigianato…
  3. la letteratura: scrittura, lettura, partecipazione a festival letterari
  4. la cultura: musei, gallerie, mostre d’arte, concerti, teatro, eventi comunitari, festival e fiere culturali…
  5. le arti online, digitali ed elettroniche:animazioni, film-making, computer grafica…

Infine la prima parte della traduzione riguarda la descrizione della metodologia con cui è stata condotta la scoping review: sono stati mappati e analizzati oltre 3000 studi nell’arco di venti anni (2000-2019). Le raccomandazioni che ne sono scaturite sono rivolte ai decisori delle politiche, agli operatori che sviluppano le pratiche e ai ricercatori sia delle università che indipendenti. I settori prioritari interessati, ma non sono esclusivi, sono la cultura, la sanità, il sociale e l’educazione.

Le raccomandazioni sottolineano l’importanza del:

  1. riconoscimento, grazie alla presenza di evidenze ormai consistenti, delle pratiche artistiche e culturali nel contribuire al miglioramento del benessere e della salute e nel sostanziare l’appropriatezza delle cure con un potenziamento dell’approccio delle medical humanities nella umanizzazione delle cure;
  2. riconoscimento del valore aggiunto dei benefici che le arti e la cultura possono dare, garantendo accessibilità ed equità anche alle persone e ai gruppi svantaggiati, a condizione che vi sia collaborazione e integrazione tra settori diversi e la partecipazione attiva, anche nella progettazione e valutazione, delle persone e delle comunità destinatarie degli interventi;
  3. riconoscimento della collaborazione intersettoriale come volano della trasformazione e del cambiamento sociale, se sostenuta da infrastrutture appositamente create come, ad esempio, i tavoli di coordinamento e l’introduzione di meccanismi di co-finziamento di progetti e programmi con budget provenienti da settori diversi. Sono indicati due esempi applicativi su cui puntare per sviluppare nuove collaborazioni intersettoriali: la prescrizione sociale di attività artistiche e culturali (vedi case study 3) e introdurre approcci umanistici nella formazione degli operatori sanitari e sociali rispetto alla relazione di cura per il miglioramento delle competenze e delle abilità cliniche, personali, relazionali e comunicative.

In italiano, oltre al report completo, è anche disponibile una factsheet sintetica.

Il report ha inaugurato la nascita del Cultural Welfare Center (CCW) che promuove e sostiene una alleanza strategica tra Cultura e Salute per un futuro sostenibile attraverso una rete di esperti e competenze interdisciplinari. DoRS, con l’autorizzazione dell’OMS Regione Europa, il Social Community Theatre Centre e la Fondazione Medicina a Misura di Donna hanno curato la traduzione integrale in italiano in collaborazione con il CCW. Il report darà fondamento e ispirazione al Master Executive 2021-22 Cultura e Salute.


Il report originale nasce nel 2015 grazie al progetto“Cultural Context of Health and Well-being”, voluto dalla stessa OMS per contribuire alla realizzazione della strategia della regione europea (rappresentata dai 53 Paesi dell’area e non solo da quelli dell’Unione Europea) delineata in Salute 2020 (OMS 2013). Il documento strategico è volto a orientare le politiche sanitarie nazionali secondo l’approccio della Salute in Tutte le Politiche (OMS 2013), sollecitando tutte le politiche settoriali, la società nel suo complesso e le singole comunità locali a prendere parte attiva e sinergica nel migliorare il benessere e la salute e nel ridurre le diseguaglianze.

Introduzione alla traduzione italiana

15 maggio 2020
nel giorno della scomparsa di un amico.
Con riconoscenza al Maestro Enzo Bosso
che ha alimentato e alimenterà le riflessioni di CCW.
“L’arte è terapia sociale” (intervista)

La crisi globale legata a Covid19 ha messo in evidenza il contributo centrale della Cultura e delle Arti alla nostra salute mentale e alla nostra capacità di coesione sociale, in una parola alla fioritura umana individuale e collettiva. Lo scenario è quello di una società che deve affrontare una sorta di disordine post-traumatico da stress, in cui gli enormi costi sociali della crisi toccano diverse dimensioni sociali e politiche.

Il CCW-Cultural Welfare Center nasce come risposta alla crisi pandemica, per iniziativa di dieci professionisti di diverse aree disciplinari che, nell’ambito di altrettante istituzioni, hanno cooperato a geometria variabile dagli inizi del millennio nella ricerca-azione, sul terreno pionieristico per l’Italia dell’alleanza strategica tra Cultura e Salute per un futuro sostenibile.
La decisione di mettere a sistema le migliori competenze in questo momento storico, chiamando a raccolta altri esperti in una knowledge community, per creare un ecosistema di dialogo, deriva dalla consapevolezza che le Arti e la Cultura sono importanti risorse per la costruzione di salute -nella dimensione della cura, delle medical humanities, della promozione della salute – e per lo sviluppo di equità e di qualità sociale.

Questa grande crisi mette in gioco la coesione sociale, la salute biopsicosciale delle comunità, in un senso profondo ed è urgente lavorare a una nuova idea di welfare, in cui le Arti e la Cultura possano dare un rilevante contribuito per la ripartenza del Paese. Coinvolgendo attori e portatori di interesse pubblici e privati, lavorando in un’ottica multidisciplinare, multilivello e intersettoriale, per garantire impatto sociale e nutrire le politiche.

La pubblicazione in lingua italiana del rapporto OMS (2019), in collaborazione con DORS -il Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute, costituisce la prima azione del CCW, che intende condividere con comunità di pratiche, organizzazioni e operatori socio-sanitari-assistenziali ed educativi, studiosi e policymaker, la più recente ed ampia ricerca mai effettuata sull’impatto delle Arti sul benessere e la Salute delle popolazioni, sia nella dimensione della promozione e prevenzione, che del trattamento e della cura. In data odierna viene pubblicata la prima delle tre sezioni del report tradotto in italiano, a cui seguiranno entro settembre 2020 le successive.

La scelta di approfondire quanto le dimensioni culturale e artistica possano influire sul benessere e sulla salute è stata ritenuta centrale e prioritaria da OMS, affinché venga tenuta in considerazione nella definizione delle politiche sanitarie, nella costruzione di politiche intersettoriali che includano salute, cultura, educazione e socialità, dando valore contributivo e integrativo all’immenso patrimonio della cultura europea.

La nozione di Salute che è alla base della review prende in considerazione la dimensione biopsicosociale, quale risultato di un insieme di risorse in possesso dell’individuo e di contesti favorevoli, e in modo particolare fa riferimento alle capacità di determinazione della propria Salute, che l’individuo e le comunità possono sviluppare, se adeguatamente stimolati attraverso ‘opportunità’ accessibili promosse dalle politiche.

È in questa azione di facilitazione dell’accesso e di capacitazione, che si situano le possibilità della Cultura e delle Arti di avere un impatto sul benessere e sulla Salute personale e collettiva, sia nella dimensione della promozione della Salute che della cura.

Salute 2020 ha raccolto tutte queste sfide con una strategia imperniata su un duplice obiettivo e un metodo di lavoro: il miglioramento del benessere e della salute per tutti e la riduzione delle diseguaglianze sociali attraverso una più efficace leadership e governance per la salute fondate sulla partecipazione secondo l’approccio della promozione della salute. E sul finire di questo millennio le sfide, non ancora raggiunte, sono transitate nell’Agenda 2030 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (ASviS), che sono raggiungibili solo con una forte e determinata integrazione tra le politiche, i servizi e le pratiche.

La domanda di ricerca del rapporto OMS 2019 è se la cultura – attraverso le differenti arti individuate nel rapporto – possa contribuire a dare forma alle opinioni, agli atteggiamenti e ai comportamenti individuali e sociali nel sentire e rappresentare la propria salute, se possa sostenere la ricerca del proprio benessere, attraverso la promozione della salute e la gestione delle cure e se possa favorire l’equità nell’accesso ai servizi sanitari, sociali e culturali, per avere cura di se stessi.
Il rapporto (una scoping review o revisione globale) mette a disposizione i risultati di una rassegna della letteratura scientifica e umanistica, con un approccio interdisciplinare che spazia in diversi ambiti: medicina, psichiatria, psicologia, filosofia, neuroscienze, antropologia, sociologia, geografia ed economia della salute, sanità pubblica. Sono state prese in esame oltre 900 pubblicazioni, da inizio 2000 fino a maggio 2019, tra le quali ci sono più di 200 review, review sistematiche, meta-analisi e meta-sintesi basate su oltre 3000 studi e 700 ulteriori singoli studi.

Il risultato è che esiste ormai una solida base di conoscenze ed evidenze sul contributo delle arti, sia nell’ambito della prevenzione delle malattie e nella promozione della salute sia nell’ambito della gestione della cura e del trattamento delle malattie.

Il rapporto OMS (2019) sul contributo delle arti al benessere e alla salute, arriva alla fine di un decennio in cui le persone, le loro reti sociali, le organizzazioni, i Paesi e il mondo intero sono sconvolti dalla pandemia di COVID-19. La pandemia in corso ha reso ancora più evidente e urgente l’adozione di paradigmi, politiche e conseguenti modelli organizzativi e di governance capaci di contrastare le disuguaglianze -sia di salute che economico-sociali- e di promuovere una dimensione del welfare inclusiva e generativa.
Con questo robusto corpus di conoscenze, nonostante i limiti e le carenze ancora presenti al momento nella ricerca, potremo affrontare questa situazione epidemica, valorizzando appieno le capacità creative, trasformative e resilienti delle arti e dare forza alle progettualità di rigenerazione sociale e di salute collettiva che si aprono negli scenari post Covid gettando le basi per un apporto costitutivo della cultura al ridisegno di un nuovo welfare generativo.

CCW ritiene che fare crescere e radicare stabilmente all’interno di una dimensione sociale e civile quotidiana l’arte e la cultura, sia parte dell’impegno per un radicale rinnovamento delle condizioni di vita in termini di equità e di salute di tutto il pianeta.

Per approfondimenti:
Le arti fanno bene alla salute e incidono sulle disuguaglianze – L’articolo propone una rassegna dei progetti e della formazione, frutto della collaborazione decennale tra DoRS e il Social Community Theatre Centre dell’ Università di Torino.

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