È disponibile la traduzione italiana del documento “A toolkit on how to implement social prescribing”, pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS, 2022), con l’obiettivo di fornire a organizzazioni, decisori e singoli professionisti sanitari una guida pratica per l’attuazione di un programma di prescrizione sociale da proporre a cittadini e pazienti dei servizi sanitari.
La traduzione è stata curata da una rete di partner intersettoriale costituita da: Istituto Superiore di Sanità, CCW Cultural Welfare Center e DoRS Regione Piemonte, in collaborazione con Centro BACH-Università̀ di Chieti e Pescara, Centro per la Salute del Bambino e Fondazione Medicina a Misura di Donna. La rete si sta impegnando a far conoscere e diffondere il documento e ad intercettare e far emergere esperienze italiane che già si stanno muovendo in questa direzione.
Il documento dell’OMS, oltre a fornire strumenti operativi, illustra un modello organizzativo di assistenza sanitaria (territoriale e ospedaliera) basato sulla promozione della salute e sulla prevenzione dei comportamenti e fattori di rischio. Grazie all’intervento precoce, le persone possono (e sono accompagnate, se lo desiderano) assumere scelte comportamentali favorevoli alla salute e al ben-essere e protettive nei confronti delle malattie cronico-degenerative. L’utilizzo, organizzato e accompagnato, delle risorse culturali e sociali, già presenti nei territori, valorizza l’esperienza di sé e la relazione con l’altro e con la comunità. Molte sono le pratiche salutogeniche prescritte: movimento e attività fisica, alimentazione salutare, gestione dello stress (es. mindfulness) e dei comportamenti a rischio (es. fumo, alcol…), esperienze artistiche e culturali… tutte proposte da vivere in gruppo, come opportunità di socializzazione. Una rassegna di esempi di attività e laboratori artistici è contenuta nel Kit di pronto soccorso culturale è stato realizzato da istituzioni museali, sanitarie e universitarie inglesi (la traduzione italiana è a cura del CCW – Cultural Welfare Center).
Come funziona
Un percorso classico di prescrizione sociale prevede che il professionista sanitario delle cure primarie, accertata la necessità del proprio assistito/paziente di avvalersi di questo approccio, lo indirizzi a un operatore di collegamento (link worker) fra il servizio sanitario e i servizi e le risorse presenti nella comunità territoriale. L’operatore di collegamento (un professionista dei servizi sociali, del terzo settore o una figura coinvolta ad hoc) lavora con l’assistito/paziente per sviluppare un piano di ben-essere personalizzato e appropriato ai suoi bisogni (e agli eventuali fattori di rischio) e invia la persona a uno specifico servizio della comunità per partecipare ad attività individuali o di gruppo, dall’attività fisica alle attività artistiche, occupazionali o di volontariato, dal supporto abitativo alla consulenza per l’accesso al credito. I progressi legati alla partecipazione all’attività vengono riportati periodicamente all’operatore di collegamento e al professionista sanitario. Un sistema di monitoraggio, in capo ai servizi sanitari o un’organizzazione affidataria, valuterà l’andamento della adesione e dei miglioramenti relativi alla salute della popolazione e sosterrà il modello organizzativo e le collaborazioni per promuove l’equità di accesso.
Il documento, nei capitoli “Quadro d’insieme” (pgg. 1-5) e “Fasi di attuazione” (pgg. 6-40), fornisce la definizione, le indicazioni e gli strumenti per realizzare il modello organizzativo per la prescrizione sociale. Interessante è il caso studio (pgg. 41-45) degli ospedali di comunità (SingHealth) di Singapore, che hanno sviluppato il modello durante il periodo pandemico di Covid-19, mettendo in evidenza la capacità dell’organizzazione sanitaria di adattarsi, usando il modello con modalità flessibile e ricorsiva.
I destinatari
Sebbene la prescrizione sociale possa giovare a chiunque, gli studi indicano che le persone più fragili sono quelle che possono trarne maggiori benefici. In particolare:
- persone con patologie croniche o con fattori di rischio per queste
- persone sole o socialmente isolate
- persone ad alto rischio di disturbi mentali
- persone vulnerabili, ad esempio a causa dell’età o della loro condizione socio-economica.
In questi gruppi, la prescrizione sociale mette i destinatari in condizione di prendersi cura della propria salute e del proprio ben-essere e, al contempo, riduce la pressione sui sistemi sanitari, diminuendo le prescrizioni/richieste anche improprie. Inoltre, questa pratica può contribuire ad aumentare l’equità nella salute, riducendo le disuguaglianze di salute all’interno di una comunità locale.
Dalla introduzione italiana
Il Direttore del Centro Nazionale per la Prevenzione delle Malattie e la Promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Capelli, sottolinea che “nel SSN la prescrizione sociale, che richiama i principi e le buone pratiche non solo dei consultori familiari ma anche dei dipartimenti di salute mentale, basati sull’approccio biopsicosociale e abituati alla collaborazione con le altre istituzioni, potrebbe favorire l’uso più sistematico e intersettoriale delle risorse presenti sul territorio a livello delle case di comunità previste dal Decreto del Ministero della Salute n.77 del 2022, ampliando la gamma dei bisogni di salute ai quali la medicina di prossimità si candida a dare risposta… L’obiettivo e alcuni passaggi di questo percorso richiamano elementi distintivi del Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025, quali la necessità di alleanze intersettoriali per agire efficacemente su tutti i determinanti di salute e il ruolo chiave di forme integrate di organizzazione dei professionisti delle cure primarie per offrire una risposta multidisciplinare e multifattoriale ai bisogni di salute e una efficace presa in carico dei pazienti che includa attività di partecipazione, counseling ed educazione.”
Nella introduzione sono riporti piani e progetti italiani, sviluppati sia dal settore sanitario in collaborazione con altri sia dal settore culturale, che contengono già elementi della prescrizione sociale e che potrebbero essere ulteriormente arricchiti e rafforzati.
Sempre nella introduzione, gli altri partner della traduzione sottolineano che “gli studi di efficacia sulla salute e sul ben-essere dei programmi di Prescrizione Sociale presentati nel documento, come la letteratura di economia sanitaria, sono abbondanti: acclarano il risparmio dato dalla minor prescrizione di farmaci (es. ipoglicemizzanti, insulina, antidolorifici, psicofarmaci…), esami inappropriati (es. radiografie, tac…), prestazioni mediche e riabilitative. L’OMS indica che ogni sterlina investita nell’AOP- Art on Prescription ha un impatto positivo in 2,3 sterline. Introdurre l’approccio è quindi una questione di volontà politica e professionale nella cura di prossimità. … I risultati sono molto promettenti per tutti i soggetti (come leggiamo dai modelli della piramide di Kaiser e delle Condizioni Innovative per la Cura e la Cronicità proposti dal Piano Nazionale della Cronicità, 2016), ma sono soprattutto le persone più vulnerabili o che appartengono a fasce di svantaggio socio-economico, che ne traggono maggior beneficio. I programmi di Prescrizione Sociale hanno le carte in regola per dare un po’ di più a chi ha meno, soprattutto in termini di competenze nel prendersi cura di sé, realizzare le proprie aspirazioni al meglio e rialzarsi dalle cadute nella vita.”
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