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Zone a bassa emissione e Zone a traffico limitato: effetti sulla salute e prospettive future

Due misure per la riduzione del traffico: le Zone a basse emissioni e Zone a traffico limitato 

L’inquinamento atmosferico è associato con effetti avversi di salute, patologie cardiovascolari e respiratorie, ictus, tumori e demenza. Anche bassi livelli di inquinanti dell’aria recano danno alla salute e questa è la ragione per cui l’OMS, nella revisione delle Lineeguida sulla qualità dell’aria, ha recentemente ristretto i limiti delle sostanze inquinanti. Secondo le stime della European Environment Agency, nel 2020 in Europa, l’impatto della mortalità associata con l’inquinamento dell’aria è di 238.000 decessi prematuri associati al PM2.5 e 49.000 decessi prematuri associati con biossido di azoto (NO2).

Tutte le forme di trasporto motorizzato contribuiscono in modo importante all’inquinamento atmosferico a livello mondiale, rappresentano un rischio per la salute dell’uomo e dell’ambiente e sono responsabili di 1.3 milioni di decessi all’anno a causa di incidenti stradali.

La crescente preoccupazione per questi effetti ha spronato i decisori politici a implementare dei sistemi per ridurre, nelle città, l’uso di veicoli privati: sono in primo piano le zone a basse emissioni (in inglese Low emission zone – LEZ) e le zone a traffico limitato (ZTL).

Si tratta di misure di restrizione del traffico veicolare: la LEZ è la versione evoluta e virtuosa della ZTL, in quanto restringe l’accesso prevalentemente sulla base del tipo di veicolo e della sua classe di inquinamento con riferimento alla normativa europea (Euro 0 – Euro 6), mentre la ZTL restringe l’accesso a tutte le categorie di veicoli, salvo eccezioni (residenti e operatori commerciali), a prescindere dalla classe di inquinamento.

Perciò la LEZ è particolarmente attenta a questioni di carattere ambientale, si pone l’obiettivo di ridurre l’inquinamento dell’aria, incoraggiando l’uso di veicoli a basse emissioni, la scelta di mezzi pubblici o forme di trasporto attivo, laddove la ZTL intende innanzitutto ridurre il traffico intenso e gli ingorghi urbani.

Nonostante le differenze, LEZ and ZTL hanno il potenziale di migliorare la salute riducendo l’uso dell’auto e incoraggiando il passaggio verso forme alternative di trasporto. Sono principalmente misure implementate a livello di città, elemento non trascurabile in quanto le città sono in prima linea per quel che concerne gli effetti e le soluzioni ai problemi del cambiamento climatico. 

 

Gli effetti sulla salute: i risultati di una revisione sistematica

La letteratura scientifica che valuta i benefici di LEZ e ZTL non è molto corposa e ne considera innanzitutto l’impatto positivo sulla qualità dell’aria e sull’inquinamento, mentre rimane inconcludente per quel che concerne gli effetti sulla salute umana.
Per ovviare a tali lacune la revisione sistematica Chamberlain pubblicata sul numero di luglio 2023 di Lancet public health ha esaminato tutte le evidenze disponibili relative agli effetti di LEZ e ZTL su alcuni esiti di salute legati all’inquinamento dell’aria o all’esposizione al traffico motorizzato. 

Gli studi inclusi nella revisione devono riguardare le popolazioni di qualsiasi età, residenti in LEZ e ZTL e metterle a confronto con le popolazioni residenti in aree prive di LEZ o ZTL o in aree dove sono presenti interventi meno rigorosi. Adottano un disegno di studio longitudinale, con almeno una raccolta di dati prima e una raccolta di dati dopo l’implementazione di LEZ e ZTL e utilizzano dati sanitari empirici.

Le condizioni di salute valutate sono legate all’inquinamento atmosferico (esiti alla nascita- neonati sotto peso o nati morti – malattie respiratorie, malattie cardiovascolari, diabete, demenza, cancro al polmone, o esiti per tutte le cause – mortalità, ricoveri o visite mediche) o all’ esposizione al traffico (incidenti stradali e lesioni conseguenti).  

Sono esclusi studi su interventi che limitano l’accesso in giorni stabiliti o che impongono limiti di velocità, ad esempio zone 30. Sono esclusi studi predittivi o studi che valutano solo gli esiti intermedi, come la qualità dell’aria o il traffico, senza valutare gli effetti sulla salute.

La revisione Chamberlain include 16 studi, otto studi pubblicati tra il 2011 e il 2022 hanno valutato le Zone a basse emissioni (LEZ), cinque su sei di questi studi riferiscono una riduzione di disturbi cardiovascolari e nessuno studio un aumento degli stessi, mentre in riferimento a tutti gli altri esiti di salute non emergono risultati chiari e netti.
Otto studi pubblicati tra il 2005 e il 2021 hanno valutato le zone a traffico limitato (ZTL), sette studi hanno preso in esame gli incidenti causati dal traffico nelle ZTL di Londra e sei su sette riferiscono una riduzione totale degli incidenti e di quelli in automobile, mentre uno studio ha riferito un aumento di incidenti di ciclisti e motociclisti, nel caso dei ciclisti probabilmente per una loro aumentata presenza sulle strade. Il solo studio che ha preso in esame i ricoveri ospedalieri infantili per asma nelle ZTL di Stoccolma riscontra una riduzione di ricoveri chiaramente associata con l’introduzione delle ZTL.

La revisione sistematica Chamberlain 2023 ha identificato gli evidenti benefici che le LEZ e ZTL hanno sulla salute della popolazione che vi risiede.

Evidenze scientifiche coerenti e solide  indicano che le zone a basse emissioni (LEZ) riducono i disturbi cardiovascolari delle popolazioni residenti, mentre, per quel che concerne le altre condizioni di salute i risultati non sono altrettanto concordanti e conclusivi. Coerenti e solide, benchè ristrette alla città di Londra, sono le evidenze scientifiche relative alle zone a traffico limitato (ZTL), che sottointendono una riduzione totale di incidenti in auto e di incidenti per il traffico nelle popolazioni che vi risiedono .

In sintesi queste due misure per limitare l’uso di auto private nelle città hanno per i residenti, un impatto positivo sulle malattie cardiovascolari e gli incidenti stradali correlati al traffico.

Un altro dato che emerge dalla revisione è l’influenza che l’inquinamento atmosferico e il traffico intenso hanno sulle stesse condizioni di salute prese in esame:  in molti casi, il miglioramento delle condizioni di salute va di pari passo con il miglioramento dell’inquinamento o del traffico,  che non sono tuttavia oggetto del studio Chamberlain.


Suggerimenti e indicazioni per la pratica

Dalla revisione Chamberlain emergono limiti o elementi assenti o poco esplorati, le lacune della ricerca attuale:

  • non sono inclusi altri fattori influenzati da inquinamento e traffico, quali l’attività fisica o il rumore stradale, né gli effetti di LEZ e ZTL sulla qualità di vita dei residenti e sullo sviluppo di malattie nel più lungo periodo;  
  • gli studi sono eterogenei nel disegno di studio e negli esiti riportati, e la loro variabilità li rende perciò  difficilmente comparabili e impedisce una metanalisi che possa combinare i dati di tutti gli studi generando un unico dato conclusivo ;
  • sono trascurate le potenziali disuguaglianze in base a fattori sociodemografici e i potenziali effetti nelle zone confinanti con le LEZ  e ZTL. 
  • nonostante la ricerca esaustiva su numerose banche dati, prevalgono studi di carattere sanitario o economico e sono assenti o poco rappresentate al tre discipline

Per il futuro che cosa auspicare? L’aumento di valutazioni rigorose di LEZ e ZTL oggi ancora poche, che utilizzino sistemi di dati correnti e meccanismi standardizzati per poter analizzare i risultati e migliorare la qualità delle evidenze oggi a disposizione; la definizione di standard per guidare la progettazione e l’implementazione di LEZ e ZTL e migliorare così la salute degli abitanti delle zone.

Per offrire soluzioni in risposta all’’attaccamento e totale affidamento di molti verso l’automobile e a tutto vantaggio della salute dell’ambiente e dell’uomo è necessario un approccio onnicomprensivo che supporta la riduzione del traffico di veicoli privati e potenzia le modalità di trasporto attivo e l’uso di mezzi pubblici.

 

Dalle Zone a bassa emissione alle Zone a zero emissione

Diversamente dalle ZTL che intendono ridurre il traffico intenso e hanno un impatto sugli incidenti stradali, le LEZ scoraggiano l’uso dei veicoli più inquinanti e incidono sulle condizioni di salute dei residenti: la revisione sistematica di Rosemary Chamberlain e colleghi ha riscontrato che le LEZ sono sistematicamente associate con la riduzione di disturbi cardiovascolari.

Per porre un freno all’inquinamento atmosferico causato dal traffico, tanto dannoso per la salute di uomo e ambiente, diverse città europee hanno implementato zone a basse emissioni (LEZ), Londra, Bruxelles, Amsterdam, Parigi sono solo alcune. I numeri infatti sono in costante crescita: tra il 2019 e il 2022 le LEZ sono passate da 228 a 320 e entro il 2025 l’auspicio è di 507 LEZ attive in territorio europeo, con un incremento del 58% rispetto al 2022. Sono questi i principali dati raccolti nel rapporto “The development trends of low- and zero-emission zones in Europe” dalla campagna Clean Cities, coalizione di oltre 70 Ong, associazioni ambientaliste e movimenti di base che persegue l’obiettivo di una mobilità urbana a zero emissioni entro il 2030. 

Le LEZ funzionano, soprattutto se vengono applicate in modo severo e restrittivo: le emissioni di CO2 del settore dei trasporti a Londra si sono ridotte del 13% solo nei primi sei mesi di attività della Ultra Low-Emission Zone (ULEZ), introdotta nel mese di aprile 2019.

Uno dei requisiti chiave per il successo e per avere effetti ancora maggiori sull’inquinamento dell’aria, è che venga pianificata la transizione da una LEZ a una zona a zero emissioni (in inglese Zero emission zone – ZEZ), che consente l’accesso solo a pedoni, ciclisti e veicoli a zero emissioni. Sempre secondo il rapporto Clean Cities l’introduzione di ZEZ entro il 2030, potrebbe eliminare quasi del tutto il biossido di azoto e rendere i limiti OMS alla portata, anche nelle città più inquinate dell’Europa e esitono i piani per la transizione a 35 ZEZ entro il 2030. Tuttavia il rapporto non ha effettuato una valutazione di impatto sulla salute di queste misure, trascurando in tal modo il reale effetto di azioni politiche davvero capaci di raggiungere obiettivi ambiziosi.  

La situazione in Italia

In Italia la situazione è estremamente variegata e complicata per varie ragioni tra cui la stratificazione legislativa, l’imperfetta redistribuzione di responsabilità e competenze a regioni, province e comuni, l’assenza di un quadro comune che definisca cos’è una zona a basse emissioni.

Tutto si traduce in un fatto incontestabile: sono ancora poche le vere LEZ, comparabili alle LEZ di altre città europee (un esempio a Milano Area C e Area B). Si registra tuttavia un numero elevato di misure di restrizione del traffico inquinante, ZTL ambientali, che combinano, sull’impianto di una classica ZTL, alcuni elementi di una zona a basse emissioni, restringendo l’accesso alla zona non solo ai non residenti, ma anche ai veicoli inquinanti. LEZ implementate nei mesi invernali e durante specifiche fasce orarie, o di carattere emergenziale, quando gli inquinanti dell’aria superano determinante sogile di allarme. Oppure esistono LEZ fantasma, solo sulla carta ma mai realmente applicate.

Per fornire una guida alla progettazione e implementazione di una LEZ in Italia, la campagna Clean Cities ha pubblicato un breve report contenete un decalogo delle zone a basse emissioni, con consigli pratici e avvertenze sugli ostacoli da affrontare. 

Una LEZ deve essere ben progettata definendo obiettivi, cronoprogramma, area di applicazione, tipologia di veicoli coinvolti. Ben comunicata ai cittadini, in modo chiaro e con largo anticipo, evidenziando i benefici per la salute, la qualità della vita e la migliore fruibilità dello spazio urbano. Sarà opportuno sviluppare un percorso partecipativo, con la consultazione dei cittadini, operatori economici e altri portatori di interesse, per assicurare l’appoggio alle misure proposte e limitare il rischio di proteste o reazioni negative. Una LEZ sarà ben controllata per sanzionare eventuali trasgressori, con efficaci strumenti, varchi elettronici con telecamere e postazioni delle forze dell’ordine. Infine saranno necessarie opportune misure per supportare la transizione verso la LEZ, affichè sia equa e non penalizzi chi è meno abbiente e spesso o è privo di auto o possiede auto obsolete e perciò inquinanti: potenziare le alternative all’auto, per esempio i trasporti pubblici o infrastrutture ciclabili e zone pedonali, offrire incentivi economici – sconti sugli abbonamenti al trasporto pubblico locale e ai servizi di bike-sharing e car-sharing, schemi di rottamazione. 

Attalmente la maggior parte delle LEZ italiane non sono sottoposte a controlli sistematici (ad esempio tramite varchi elettronici) o almeno regolari da parte della polizia locale, mancano una comunicazione efficace rivolta ai cittadini e piani per il rafforzamento nel tempo delle restrizioni. Sono infine carenti le misure di supporto alla transizione, come ad esempio un accesso gratuito ai servizi di trasporto pubblico e di sharing mobility a fronte della rottamazione dei veicoli inquinanti. 

 

Riferimenti bibliografici

Chamberlain RC, Fecht D, Davies B, Laverty AA. Health effects of low emission and congestion charging zones: a systematic review. Lancet Public Health 2023; 8: e559–74.

World Health Organization. (‎2021)‎. WHO global air quality guidelines: particulate matter (‎PM2.5 and PM10)‎, ozone, nitrogen dioxide, sulfur dioxide and carbon monoxide. World Health Organization.

European Environment Agency. Health impacts of air pollution, 2022

Clean Cities Campaign. The development trends of low- and zero-emission zones in Europe, 2022

Clean Cities. Zone a basse emissioni: la formula giusta. Guida su come progettare e far funzionare una low-emission zone (LEZ) in Italia, 2022  

 

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