Il volume Guida alla programmazione sociale. Teorie, pratiche, contesti di Giorgio Merlo e Gianfranco Bordone (Carocci Faber, 2025) si configura come uno strumento per la didattica e la formazione, ma anche come strumento metodologico e operativo per i manager del sociale e per tutti i professionisti che intendono approfondire o implementare la propria professionalità nello sviluppare azioni e politiche salutogeniche e socio-ecologiche. Una “bussola” per orientare pratiche e pensieri nella costruzione del bene comune con una trattazione multidisciplinare (politiche pubbliche, diritto, management, statistica, economia, etc.) in una visione olistica e pragmatica, con molti esempi. Un testo integrato da molteplici approfondimenti e risorse rese disponibili in un sito dedicato.

Leggere questa guida, da operatore sanitario, permettere di conoscere e ri-conoscere il “linguaggio del sociale” per costruire e condividere una visione comune e per facilitare una programmazione e una progettazione inter-settoriale rispetto ai bisogni di salute e alle risorse presenti nelle persone e nelle comunità locali. Inoltre molte parole chiave usate nella guida le ritroviamo nel glossario OMS della promozione della salute (2021). Risultano quindi lemmi che ci accomunano e aprono spazi di riflessione e confronto indispensabili per costruire e rinforzare alleanze e collaborazioni inter-settoriali.
La programmazione sociale è vista come un campo in continua evoluzione per il ben-essere collettivo, la riduzione delle differenze e delle disuguaglianze e il controllo del rischio di eventi sfavorevoli della vita. Gli Autori esplorano tre concezioni chiave che hanno plasmato il dibattito su sviluppo economico, equità sociale, rispetto dell’ambiente: dalla giustapposizione sociale/economico (Strategia di Lisbona) alla valutazione delle ricadute sociali dello sviluppo economico, fino all’idea del sociale come valore e capitale di un territorio. Quest’ultima concezione, particolarmente rilevante per la promozione della salute, sottolinea come la presenza di infrastrutture sociali sia cruciale non solo per migliorare la qualità della vita, e quindi il ben-essere e la salute, delle persone, ma anche per attrarre investimenti, diventando motori di occupazione e moltiplicatori di ben-essere.
Un punto di forza del volume è l’approfondimento sui determinanti della salute e del benessere, intesi come fattori personali, sociali, economici e ambientali che influenzano lo stato di salute dei singoli e delle popolazioni. È l’approccio della Salute in Tutte le Politiche (Health in All Policies – HiAP) dell’Organizzazione Mondiale della Salute, che promuove una sistemica considerazione delle implicazioni per la salute in tutte le decisioni politiche, cercando sinergie e prevenendo impatti dannosi.
Il testo critica la frammentazione delle politiche a favore di una programmazione integrata conseguente alla indivisibilità e interdipendenza dei diritti, insiste sulla necessità di un approccio sistemico che riconosca le influenze reciproche delle azioni, l’importanza delle evidenze scientifiche che vedono il ben-essere come variabile dipendente dal contesto sociale e l’ottimizzazione delle risorse attraverso sinergie. In questo si enfatizza il rilievo dell’intenzionalità politica e tecnica per sostenere le connessioni trasversali e le reciproche interdipendenze. In questo modo è possibile coordinare e unificare azioni e risorse territoriali per rispondere ai bisogni sociali, e quindi di salute, in modo efficace ed efficiente, come nei “profili di comunità” e nei “piani di zona”.
È anche il passaggio dal “government” alla “governance”: non si tratta più solo del potere dello Stato, ma di un processo dinamico che include una varietà di attori pubblici e privati che interagiscono per risolvere problemi comuni come metodo chiave: dialogo inclusivo, coinvolgimento e partecipazione degli stakeholder per aumentare la legittimità, la comprensione dei bisogni e il riconoscimento della risorse, individuali e colletive, e il senso di appartenenza, contribuendo così a far crescere il capitale sociale.
Il libro dedica ampio spazio agli strumenti e alle metodologie per la progettazione, introducendo concetti fondamentali come la “logica frattale” nella relazione e scomposizione di finalità e obiettivi: dal generale al particolare. In questo senso la pianificazione è intesa come azione orientativa strategica che pone direzioni di sviluppo, spesso di vasta area; la programmazione come azione indicativa che individua obiettivi misurabili e territorializzati che a sua volta si può scomporre in una progettazione esecutiva con progetti attuativi in singoli luoghi e situazioni.
La Teoria del Cambiamento (Theory of Change” – ToC) come modello indispensabile per co-costruire una visione condivisa ed esplicitare la logica causale di un programma, chiarendo come e perché le azioni dovrebbero produrre i risultati desiderati. La Teoria basata sulla valutazione (Theory Based Evaluation – TBE), che non si limita a misurare gli esiti, ma cerca di comprendere i meccanismi attraverso cui essi sono stati raggiunti, focalizzandosi sul “come” e il “perché” dell’intervento.
La valutazione è trattata come funzione duale di accountability (rendere conto a finanziatori e stakeholder) e learning (migliorare la conoscenza e la strategia) con le loro funzioni e implicazioni metodologiche verso un approccio scientifico, rigoroso e trasparente, anche se consapevole dei limiti e delle sfide legate alla complessità sociale e, per ciò stesso, fondamentalmente adattivo.
Il volume non trascura le nuove tendenze, inclusa l’applicazione delle Intelligenze Artificiali nella programmazione sociale per l’analisi predittiva dei bisogni, il supporto alle decisioni, l’ottimizzazione delle risorse e il potenziamento della partecipazione civica pur sottolineandone importanti questioni etico politiche sul loro uso.
Il tema dell’innovazione sociale è esplorato come produzione di valore sociale (non solo di mercato), con attenzione a un migliore l’uso delle risorse disponibili e alla sostenibilità nel tempo. La comunicazione è presentata come leva strategica per costruire fiducia, coinvolgere la comunità e attrarre sostenitori.
A conclusione del percorso, il libro riprende le metafore del “seminatore” che nel compiere il suo lavoro, non ne conosce con sicurezza l’esito, ma prefigura uno scenario futuro e dell’artigiano raffinato che lavora non solo con la testa, ma anche con le mani, in un dialogo continuo tra pensiero e pratica. Adattando al contesto le riflessioni di R. Sennet (2008) deve possedere una “coscienza materiale”: l’interesse a modificare le cose, la duttilità, l’adattamento, la disponibilità a riformulare i problemi, la pazienza, la capacità di sostenere l’ambiguità e di “incorporare gli errori” per trasformarli in nuove opportunità. Allora la chiave è la “qualità funzionale”: un programma ha successo se “funziona” in relazione ai risultati e all’impatto attesi, al valore, alle relazioni sociali significative e salutogeniche, e al capitale sociale prodotto sul territorio. Sennet R., L’uomo artigiano, Feltrinelli 2008