Descrizione delle fonti
Lo strumento CoMoDi utilizza e combina molteplici fonti informative per stimare le frazioni di mortalità attribuibile alle disuguaglianze nell'esposizione ai principali fattori di rischio comportamentali e per trasformare queste stime in misure di impatto.

1. Innanzitutto, esattamente come CoEsDi, CoMoDi utilizza l'indagine multiscopo Istat sulle famiglie, "Aspetti della vita quotidiana" (AVQ), al fine di ottenere le prevalenze dei principali fattori di rischio comportamentali inclusi nel Piano nazionale della prevenzione, stratificate per genere, fascia di età, Regione e titolo di studio. In particolare, per questo strumento, le variabili sono state armonizzate per poter essere utilizzate in un pool unico (al fine di ottenere una rappresentazione numerica sufficiente, i record delle singole edizioni dal 2012 al 2017 della survey sono stati infatti uniti in un unico dataset) e riclassificate in maniera tale da essere combinabili con i rischi relativi di mortalità associati ad ogni specifico fattore di rischio (vedi punto 2.b)

2. Per valutare l'impatto relativo sulla mortalità della differente esposizione sociale ai fattori di rischio (e alla loro combinazione) è stato necessario inoltre:

a) Stimare i tassi di mortalità generale della popolazione residente in Italia, stratificati per le stesse covariate utilizzate per analizzare le prevalenze (e quindi sesso, età, Regione e titolo di studio), a partire dalle informazioni contenute nel follow-up di mortalità del censimento 2011, curato dall'Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà, che segue dal 1 gennaio 2012 tutte le persone rilevate nel censimento del 2011. Al momento delle analisi i dati disponibili giungevano al 31 dicembre 2017.

b) Effettuare una revisione di letteratura per individuare i rischi relativi di mortalità associati ai fattori di rischio comportamentali. In particolare, per i nostri scopi, è stato necessario che le modalità degli indicatori per cui erano disponibili informazioni circa il loro impatto sulla mortalità combaciassero con le categorie delle variabili per cui avevamo calcolato la prevalenza di esposizione (o con una loro riaggregazione ad hoc). Data questa limitazione, abbiamo ottenuto informazioni affidabili soltanto per 5 indicatori e quindi consumo di tabacco e di alcol, consumo non adeguato di frutta e verdura, prevalenza di sedentarietà e di condizione di sovrappeso e obesità.

3. Per calcolare l'impatto assoluto in termini di decessi evitati ogni 100.000 abitanti e sull'intera popolazione (per ogni Regione, fascia di età e sesso e per riaggregazioni ad hoc di queste covariate) proveniente dall'eliminazione delle disuguaglianze di salute nell'esposizione ai 5 fattori di rischio considerati, abbiamo utilizzato le banche dati di popolazione dell'Istat disponibili sul sito Demo.Geodemo dell'Istat, che mette a disposizione i dati ufficiali più recenti sulla popolazione residente nei Comuni italiani derivanti dalle indagini effettuate presso gli Uffici di Anagrafe.



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