Le infezioni sessualmente trasmesse in Piemontea cura di Chiara Pasqualini, SEREMI - ASL ALPubblicato il 17 Luglio 2015Aggiornato il 15 Settembre 2015RecensioniL’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda, per il controllo e il contenimento dei costi attribuibili alle infezioni sessualmente trasmesse (IST), di assicurare l’attività di una rete di servizi di prevenzione, diagnosi e cura delle IST organizzata in modo da facilitare il più possibile l’accesso di tutte le persone a rischio. Questo modello organizzativo è attivo stabilmente nella nostra regione ormai da quindici anni. In Piemonte, infatti, opera una rete dedicata alla sorveglianza, prevenzione, diagnosi e cura delle infezioni sessualmente trasmesse strutturata in 9 Centri IST accreditati (3 Centri a Torino e 6 nel resto della regione: Asti, Biella, Cuneo, Novara, Verbania e Vercelli), che svolgono le loro attività secondo quanto indicato dal “Protocollo per la sorveglianza e il controllo delle MST in Piemonte”, approvato con DGR n. 40-1754 del 18 dicembre 2000. In Piemonte, oltre alla segnalazione delle infezioni sessualmente trasmesse prevista dal Decreto ministeriale - 15 dicembre 1990, è attivo un Sistema di sorveglianza speciale, istituito con DGR n. 40-1754 del 18 dicembre 2000, di cui i Centri IST sono i nodi segnalatori. Il Sistema di sorveglianza speciale delle infezioni sessualmente trasmesse del Piemonte raccoglie le segnalazioni relative alle principali IST diagnosticate nelle persone che si rivolgono ai Centri IST regionali. A livello centrale il SEREMI si occupa dell’analisi e della divulgazione dei risultati. I dati disponibili consentono di monitorare nel tempo gli andamenti di alcune infezioni, rilevando eventuali aumenti non attesi, studiare l’associazione di alcuni comportamenti a rischio con alcune malattie, ottenere dati utili per programmare interventi di prevenzione mirati a specifiche sottopopolazioni. Il numero di persone con IST che ha accesso ai Centri della rete è di circa 2.500 pazienti l’anno. La maggior quota di accessi e di diagnosi di IST è concentrata nell’area metropolitana di Torino. Le persone che si rivolgono ai Centri MST possono considerarsi una popolazione ad alto rischio per frequenza di utilizzo del preservativo, numero di partner sessuali, uso di droghe e alcool, frequenza di infezione da HIV e di diagnosi di IST in passato. Il basso uso regolare del condom (circa 7% nel 2013), l’elevato numero di partner sessuali (circa 6% nel 2013) e il sesso in cambio di denaro (circa 3% nel 2013) sono comportamenti la cui frequenza non si modifica sostanzialmente negli anni mentre aumenta la quota di persone con IST che riferisce rapporti sessuali sotto l’effetto di droghe, circa 13% nel 2013. L’IST più diagnosticata (1035 casi nel 2013) è la condilomatosi anogenitale. Tra le IST batteriche, l’infezione da Chlamydia t. risulta la maggiormente segnalata (517 casi nel 2013), analogamente a quanto riportato nei Paesi dell’Unione Europea e dell’Area economica Europea. Tenendo conto della rilevanza di questa IST in termini di complicanze e loro conseguenze sulla fertilità, è opportuno integrare i dati disponibili con risultati di studi mirati a misurare l’occorrenza di questa infezione nella popolazione piemontese. Questo al fine di ottenere un quadro esaustivo sulla base del quale valutare l’opportunità di avviare un’offerta attiva mirata per la diagnosi di questa IST. Nel 2013, si registra il più alto numero (68 casi) di nuove diagnosi di infezione da HIV a partire dal 2000. L’alto numero di nuove diagnosi di HIV effettuate dai Centri IST e l’elevata frequenza, in persone HIV positive, di IST in grado di facilitare la trasmissione del virus confermano, l’importanza strategica delle attività svolte da questi Servizi per contrastare la diffusione dell’HIV. Questi dati, in linea con quanto indicato dall’OMS, rafforzano la raccomandazione di offrire attivamente il test HIV a tutte le persone con una diagnosi di infezione sessualmente trasmessa. Le diagnosi di sifilide contagiosa (154 casi) si riducono rispetto all’anno precedente (-58) e risultano inferiori al numero medio annuo (190 casi ) registrato nell’ultimo quinquennio. La sifilide, la gonorrea e l’infezione da HIV si presentano associate tra loro in sottogruppi di soggetti caratterizzati da un elevato numero di partner sessuali. L’andamento e le caratteristiche dei casi di sifilide e gonorrea, IST particolarmente rilevanti per la loro frequenza e associazione con l’HIV, devono essere monitorati con particolare attenzione e tempestivamente. Scarica il la pubblicazione completa: Infezioni sessualmente trasmesse in Piemonte Foto: www.shutterstock.com TAG ARTICOLOEPIDEMIOLOGIA; HIV; INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMESSE; PIEMONTE;