Vuoti urbani? Rigenerazione delle aree pubbliche come opportunità di salute. 2 e 3 luglio, Genova
a cura di Alessandro Coppo e Claudio Tortone, Dors – Daniele Biagioni, Ufficio Città Sane Comune di Modena e coordinatore nazionale della Rete Città Sane Oms

Il meeting

il 2 e 3 luglio, a Genova, Dors parteciperà al tredicesimo meeting nazionale della rete italiana Città Sane, un’associazione di Comuni italiani riconosciuta dall’Oms. Nata nel 1995 come movimento di Comuni, nel 2001 la rete Città Sane diventa associazione senza scopo di lucro.

L’appuntamento di quest’anno ha come titolo Vuoti urbani? Rigenerazione delle aree pubbliche come opportunità di salute.
Dors interverrà con il contributo ‘Riqualificazione urbana e coinvolgimento dei cittadini: opportunità per ri-generare legami sociali e promuovere salute’ per mettere a disposizione della rete Città Sane il patrimonio di conoscenze documentato all’interno del focus partecipazione ed empowerment.

Anche in questa edizione, le città che fanno parte di questa rete avranno modo di confrontarsi sui temi delle politiche pubbliche in rapporto al benessere dei cittadini e di approfondire - con contributi di esperti nazionali e internazionali - il tema della rigenerazione urbana come opportunità di salute.
Sono anche previsti workshop tematici su alcune significative esperienze di rigenerazione urbana realizzate nelle città italiane.

Maggiori informazioni sull’evento su www.retecittasane.it - XIII Meeting nazionale 2015.


La Rete italiana città sane...

I principi ispiratori della Rete Città Sane sono:

  • la partecipazione della comunità
  • l’intersettorialità
  • la sostenibilità
  • gli stili di vita
  • la cooperazione nazionale ed internazionale.

La Rete promuove il ruolo e l'impegno dei comuni italiani nelle politiche di promozione della salute a livello locale. I comuni associati mirano a costruire un percorso condiviso di raccolta, analisi e diffusione degli elementi migliori e replicabili delle buone pratiche di promozione della salute, ad esempio in materia di inquinamento delle città, prevenzione di tumori, trapianti, risorse sanitarie. Inoltre, la Rete è impegnata sui temi principali del progetto Città Sane dell’Organizzazione mondiale della sanità, quali la pianificazione urbana per la salute, la valutazione di impatto sulla salute e l’invecchiamento in salute.

La Rete offre alle città aderenti:



… e la strategia politica Salute 2020

L'approccio utilizzato dalla rete Città Sane è pienamente coerente con la strategia tracciata da Salute 2020.
Entrambe propongono di programmare azioni e di progettare interventi tenendo conto dei fattori di contesto (culturali, ambientali, sociali, strutturali, organizzativi...) che possono condizionare, in senso sia positivo che negativo, le scelte e i comportamenti relativi al benessere e alla salute.
E su questa stessa direzione che l'Oms, da diversi anni, promuove l'attivazione di reti internazionali orientate alla salute privilegiando gli interventi nei setting di vita quali la scuola, i luoghi di lavoro, gli ospedali, ecc.



I risultati della Rete Città sane

Per conoscere il ruolo della rete Città Sane nei progressi raggiunti nella promozione della salute, abbiamo intervistato il dott. Daniele Biagioni dell’Ufficio Città Sane del Comune di Modena e coordinatore nazionale della Rete Città Sane Oms.

Il Comune di Modena aderisce attivamente alla rete: quale valore aggiunto ha dato ai cittadini modenesi e all’amministrazione comunale?

Partecipare alla Rete è un’esperienza culturale che arricchisce di esperienza e di idee sia i tecnici che gli amministratori, punto di riferimento della loro città nella gestione della salute pubblica. Questo nel lungo periodo ha l’obiettivo di migliorare lo stato di salute della propria città, acquisendo e condividendo strumenti, idee e progetti che siano di stimolo all’attività quotidiana. Un Comune che fa parte della Rete può contare sull’apporto di un network italiano ed europeo impegnato nella promozione della salute e nel confronto continuo per individuare soluzioni migliori. In particolare la Rete stimola a costruire progetti di comunità con tutte le realtà istituzionali e associative del territorio. Modena ha inoltre vinto ben due volte l’Oscar della salute, ottenendo un finanziamento che le ha consentito di sviluppare ulteriormente i progetti. Ovviamente, per gli amministratori, fare parte della Rete significa soprattutto assumersi degli impegni, a livello locale, nei confronti dei propri cittadini.

Secondo lei di quale tipo di organizzazione si deve dotare un Comune per inserire le azioni di promozione del benessere e della salute nella propria agenda di lavoro? Quali sono le principali difficoltà e criticità?

Nel momento in cui il Comune entra nella Rete Città Sane, deve comunicare alla segreteria nazionale un riferimento tecnico e uno politico, in modo da metter in moto la collaborazione, ma soprattutto per favorire la costruzione, all’interno del Comune, di un ufficio che si occupi di promozione del benessere e della salute e la presenza di una volontà politica. La questione centrale è proprio quella del personale addetto che deve avere un ruolo ben definito per potere mettere in pratica le progettualità. Sicuramente la principale difficoltà è di individuare le risorse umane ed economiche che consentano la messa in pratica dei principi ispiratori dell’Oms a livello di politiche e progettualità locali. Soprattutto per quanto riguarda i piccoli comuni, questo non è affatto scontato. Un’ulteriore difficoltà riguarda i comuni di grandi dimensioni, in cui si corre il rischio che l’ufficio città sane rimanga “isolato” all’interno di un settore, quando invece le strategie di salute dovrebbero essere trasversali a tutte le politiche e a tutti i settori; per questo si consiglia di inserire l’ufficio Città Sane in staff al Sindaco o alla direzione generale. Occorre poi partire, insieme all'Azienda Sanitaria Locale, da una conoscenza delle caratteristiche di salute della propria popolazione per sapere dove incidere.

Nel corso degli ultimi anni, anche attraverso lo stimolo costituito dall’istituzione dell’Oscar della Salute, avete raccolto una serie di buone pratiche, di progetti di promozione della salute in ambito urbano. A quale livello di raccolta di interventi siete giunti e in che modo intendete disseminare queste esperienze virtuose a livello nazionale?

L’Oscar della Salute è attivo dal 2007 e ha visto una partecipazione media di circa 20 progetti ogni anno (29 nell’edizione del 2015), provenienti da tutta Italia. I progetti sono pubblicati dal 2011 sul sito www.retecittasane.it. La diffusione della buona pratica a livello nazionale riguarda soprattutto i progetti che si classificano al primo posto, avendo ottenuto ottime valutazioni su tutte le dimensioni di valutazione: innovazione e originalità del progetto, partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, trasferibilità e replicabilità del progetto, rilevanza del progetto. In diversi casi il progetto vincitore è stato poi replicato in diverse città della Rete: uno dei casi più riusciti è quello del progetto di 'Allenamento della memoria' che ha vinto l’oscar con il Comune di Modena e ha poi portato alla realizzazione di diversi Giardini della memoria, per tenere in allenamento la mente, in molte città della Rete. Da tre anni abbiamo deciso di dare anche quattro premi minori per ognuna delle 4 categorie per favorire la partecipazione e la diffusione. Per la diffusione delle buone pratiche si utilizzano il sito e il meeting nazionale.

In che modo le Aziende Sanitarie possono interagire in maniera proficua con i Comuni per perseguire in modo sostenibile obiettivi condivisi di salute e benessere dei cittadini?

L’ufficio Città Sane di ogni Comune è tenuto ad avere uno stretto rapporto con le aziende sanitarie di competenza per potere integrare le strategie di prevenzione e promozione della salute e produrre sinergie. Il rapporto con le aziende sanitarie di articola su due livelli: da un lato le aziende rispondono direttamente alla Regione e quindi la Rete nazionale sta cercando di favorire l’adesione delle Regioni e la partecipazione delle città della Rete ai tavoli per l’applicazione a livello regionale del Piano Nazionale di Prevenzione; dall’altro a livello locale, la collaborazione fra Comune e Azienda Sanitaria si costruisce insieme dopo una analisi del profilo di salute, elaborando, se possibile, un Piano per la salute e lavorando sui singoli progetti di prevenzione, a partire da quelli diretti all’educazione alla salute nelle scuole. Occorre conoscere le reciproche competenze ed attività per evitare sovrapposizioni e per arricchire le strategie attraverso i diversi punti di vista, quello della sanità, del sociale, dell'istruzione, della mobilità e dell’ambiente, perché salute è in tutte le politiche.



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